Settimana della 1 domenica dopo il martirio – giovedì – natività della beata Vergine Maria
Benché non esistano testi sulla Natività della Beata Vergine Maria, questo giorno è sempre stato molto venerato dai fedeli di tutti i secoli perché riconoscono, nel segno della Natività della Vergine, l’inizio dell’epoca di Cristo, l’epoca della nostra salvezza, l’epoca della riconciliazione tra gli uomini e Dio. Come è consuetudine della nostra Chiesa ambrosiana oggi inizia l’anno pastorale che il nostro Vescovo chiede di dedicare alla preghiera. L’Arcivescovo ci invita a riflettere su tre parole che devono nutrire la preghiera del cristiano.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA C6, 9d-10; Sir 24, 18-20
Lettura del Cantico dei Cantici
Così dice la Sapienza. Essa è l’unica per sua madre, la preferita di colei che l’ha generata. La vedono le giovani e la dicono beata. Le regine e le concubine la coprono di lodi: «Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come un vessillo di guerra?». Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza; in me ogni dono di vita e verità, in me ogni speranza di vita e virtù. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele, e il mio ricordo perdura nei secoli.
SALMO Sal 86 (87)
Il Signore ha posto in te la sorgente della vita.
Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio! R
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia.
Si dirà di Sion:
«L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». R
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
Sono in te tutte le mie sorgenti». R
EPISTOLA Rm 8, 3-11
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
VANGELO Mt 1, 1-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Kyrie
È un’invocazione molto nota a noi ambrosiani, che conserviamo questa espressione, che significa Signore, in molti momenti liturgici: all’inizio della Messa e alla fine della Messa nell’espressione “Kyrie Eleison”, che significa “Signore pietà”; nelle intercessioni delle lodi; nelle intercessioni del vespero dei venerdì di Quaresima. Quando noi diciamo “Kyrie”, “Signore”, intendiamo rivolgerci al Gesù della Pasqua, al Gesù che è passato attraverso la morte e la risurrezione e vive nella gloria di Dio, al Cristo che tutto può per l’umanità, al Cristo che intercede per noi presso il Padre, ogni volta che noi lo chiamiamo presente nella nostra vita. In questo anno pastorale siamo tutti invitati a invocare con sempre maggiore consapevolezza il Signore. Siamo invitati a pronunciare il suo nome benedetto per tutte le cose che vogliamo presentare a Dio, siamo invitati a rimettere con fiducia tutto nelle sue mani. È questo il primo nome che vogliamo invocare nella nostra preghiera.
Alleluja
È una seconda invocazione che noi abbiamo sulle labbra. È l’acclamazione che cantiamo prima di leggere il Vangelo, in molti modi, in molte forme, riconoscendo nella Parola di Dio e in particolare nel Vangelo, un dono per la nostra vita, un dono per la nostra Chiesa, un dono per l’intera umanità. È un dono grande, un dono enorme che Dio ha fatto a ciascuno di noi, un dono immeritato, eppure un dono fondamentale per la nostra esistenza. Noi vorremmo che quest’anno pastorale fosse sempre più nutrito dalla Parola di Dio. Vorremmo che quest’anno fosse il più possibile illuminato dalla voce del Signore che ci invita ad essere vicino a Lui, a lasciarci illuminare nella mente e nella coscienza, da quella Parola di salvezza che non ha rivali.
Amen
Infine l’Arcivescovo ci invita a riflettere sulla parola “Amen”. Forse è una parola che diciamo con poca coscienza, con poca illuminazione del cuore e della mente. Forse è una parola che diciamo di fretta, magari sbadatamente. È una parola intraducibile e che la liturgia ha conservato nella sua integrità, per farci dire che noi vogliamo mettere il nostro fondamento sulla fede. Quando noi diciamo “Amen”, intendiamo dire che Dio è il fondamento dell’esistenza, della vita, che noi vogliamo fare affidamento su di Lui, che noi ci rivolgiamo, sebbene con la nostra povertà di spirito, a colui che tutto può.
Intenzioni di preghiera
Continua l’esercizio di trovare intenzioni di preghiera dalla Parola di Dio.
- Preghiamo per imparare a valorizzare la vita di preghiera, non solo perché l’Arcivescovo ce lo raccomanda, ma molto di più perché ci crediamo. Chiediamo al Signore, per intercessione di Maria, di aiutarci a credere nella nostra vita spirituale, di saper investire tempo, attenzione per la nostra vita interiore. Questo è un grande segno che ci fa dire che il cammino di fede che possiamo vivere è vero, intenso, forte. Quest’anno pastorale dovrebbe vederci tutti uniti e forti nel vivere questo segno e nel sostenerci l’un l’altro in un cammino di fede sempre più profondo.
- Preghiamo perché la nostra chiesa diventi un “piccolo monastero”. Anche per questa intenzione di preghiera suggerisco di partire da quello che il vescovo ci chiede, ma anche da un’analisi della situazione attuale. Ecclesialmente parlando, credo che il tempo attuale ci stia chiedendo di essere comunità che brilla per la forza della preghiera, non per altro. La Chiesa è chiamata ad essere anzitutto questo: luogo, comunità, insieme di persone che, nella fratellanza, cercano di lodare il Signore. Non mancheranno, quest’anno, iniziative che sappiano richiamare a tutti la bellezza della preghiera. Affidiamole già fin d’ora a Dio, Padre di ogni bene, per essere comunità che prega insieme l’unico Padre di tutti.
- Preghiamo per i giovani. Credo che in questo giorno tutti abbiamo il dovere di affidare i nostri giovani a Maria perché anche loro sappiano trovare la loro vita di preghiera. Sappiamo che, non tutti i giovani che frequentano gli oratori, hanno una loro vita di fede, una loro vita interiore. Io vorrei che quest’anno giungesse anche a loro il richiamo forte della proposta pastorale e che tutti fossimo davvero impegnati a vivere una dimensione di fede più forte, serena, autentica, vera.
Maria Santissima, che onoriamo nel giorno della sua nascita, ci aiuti e ci guidi a capire quale grande importanza rivesta la preghiera che noi tutti possiamo elevare al Figlio suo. Così sia.