Settimana della 5 domenica dopo il martirio – sabato
Il tema del giorno
Oggi concludiamo la settimana di esercizi che abbiamo vissuto insieme e vorrei riprendere la parola che conclude la preghiera: Amen! Lasciamo anzitutto che essa illumini la Parola di Dio di quest’oggi
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Dt 16, 13-17
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Celebrerai la festa delle Capanne per sette giorni, quando raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio. Gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava e il levita, il forestiero, l’orfano e la vedova che abiteranno le tue città. Celebrerai la festa per sette giorni per il Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto il Signore, perché il Signore, tuo Dio, ti benedirà in tutto il tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani, e tu sarai pienamente felice. Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che egli avrà scelto: nella festa degli Azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne. Nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote, ma il dono di ciascuno sarà in misura della benedizione che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato».
SALMO Sal 98 (99)
Esaltate il Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. R
Invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. R
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R
EPISTOLA Rm 12, 3-8
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
VANGELO Gv 15, 12-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Deuteronomio
La festa delle capanne è la festa del raccolto finale di una stagione. Una festa nella quale si rimette tutto nelle mani di Dio, una festa nella quale si dona, perché si riconosce tutto quello che si è ricevuto da Dio, come sua benedizione, oltre che come frutto del proprio lavoro. Chi lavora la terra ha questa sapienza: il contadino sa che non è tutto frutto del proprio lavoro. Se questo è indispensabile, l’agricoltore sa anche riconoscere che la fertilità della terra, la grazia dell’acqua, lo splendore del sole, la freschezza della rugiada notturna… non sono cose che dipendono da lui. Tutto è dono, tutto è grazia, tutto è motivo per rendere grazie a Dio e dire il proprio Amen.
Vangelo
Così come Gesù dice l’Amen, cioè la parola finale della sua vita proprio sulla Croce, quando cioè rende vero quel comandamento di amore di cui più volte aveva parlato, come abbiamo ascoltato anche nella predicazione di oggi. Gesù rende vera quella parola perché si immola per noi. Gesù rende vera la predicazione che aveva più volte sostenuto perché il suo comportamento parla di tutto ciò che aveva detto a parole. L’Amen di Gesù è il suo amore per noi.
Romani
Il credente che sa, che conosce queste cose, può dire con fede il suo amen quando non si valuta per più di quello che è, quando rimane umile, quando rimette tutto nelle mani di Dio, quando sa di essere solamente una delle membra del corpo di Cristo, quando rimette tutto quello che è la sua vita nelle mani di Dio. Quando un credente fa questo, sa vivere il comandamento dell’amore, dice il suo amen, ovvero suggella con la propria vita l’insegnamento che ha ricevuto da Cristo.
Intenzioni di preghiera
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- Preghiamo per noi. Chiediamo al Signore di saperci valutare in maniera oggettiva, chiediamo al Signore di non valutarci di più di quello che siamo, chiediamo al Signore di essere sempre umili e pronti a vivere bene ciò che Egli ha in serbo per noi. Impariamo a ricordare che anche noi siamo chiamati a dire una parola di verità con tutta la nostra esistenza. Questa parola, il nostro Amen, deve essere parte dell’amore di Cristo. Se non parteciperemo a questa verità, non saremo in grado di dire il nostro Amen. Non aderiremo perfettamente a quella regola di vita che il Signore ci ha lasciato perché la seguissimo.
- Preghiamo per imparare a ringraziare Dio. Probabilmente è vero che noi tutti ci rivolgiamo a Dio con molte richieste, con molte domande, magari non direttamente per noi, ma per chiedere cose per le persone che ci stanno a cuore, per le situazioni che ci colpiscono. Chiediamo al Signore la grazia di saper ringraziare, di saper lodare il suo nome perché è buono. Chiediamo di saper rendere grazie per i benefici di salvezza che riceviamo. Preghiamo per imparare ad essere riconoscenti.
- Preghiamo per imparare a condividere. Chiediamo anche questo, alla fine di questa settimana così intensa e così particolare: chiediamo di saper condividere con gli altri quello che siamo e quello che abbiamo. Chiediamo al Signore di non farci mai credere autori di tutto quello che abbiamo né, tantomeno, possessori di quello che abbiamo ricevuto. Chiediamo al Signore di non essere mai egoisti. Chiediamo al Signore la forza per saper sempre guardare all’altro come un fratello con il quale condividere quello che ha reso bella la nostra vita.
- Chiediamo al Signore di saper dire il nostro Amen. Sappiamo che anche la nostra vita si dovrà concludere. Terminando l’esistenza dovremo dire, con il nostro modo di morire, una parola di sintesi della nostra vita. Preghiamo perché possiamo morire nella pace. Preghiamo per dire quell’Amen di amore che renderà ancora più bella la nostra esistenza. Chiediamo al Signore la forza di concentrarci così tanto sull’amore da poter dire, alla fine dei nostri giorni, che noi abbiamo davvero vissuto per amare.
Ci aiuti Maria Santissima, la beata Vergine del Rosario.