Mercoledì 08 dicembre

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Per introdurci

“Quel momento decisivo per il destino dell’umanità, il momento in cui Dio si fece uomo, è avvolto da un grande silenzio. L’incontro tra il messaggero divino e la Vergine Immacolata passa del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla. E’ un avvenimento che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perché è un mistero che accade nel silenzio”. Questa frase di papa Benedetto XVI ci aiuta ad entrare nella spiritualità propria di questo giorno.

Genesi

Gen 3, 9a. 11b-15. 20
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore Dio chiamò Adamo e gli disse: «Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose Adamo al Signore Dio: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Efesini

Ef 1, 3-6. 11-12
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

Vangelo

Lc 1, 26b-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Dio fa nuove tutte le cose in Maria

Continuando a riflettere, come ci siamo proposti, con lo slogan dell’Avvento: “le soprese di Dio non finiscono mai!”, potremmo dire così: Dio fa nuove tutte le cose a partire da Maria.

Le soprese di Dio non finiscono mai nel silenzio di Maria. Come diceva il Papa, è curioso che proprio quell’evento che sta all’origine del mistero dell’incarnazione, proprio quell’istante nel quale iniziava la redenzione del mondo attraverso l’incarnazione del Verbo, sia un istante di cui non sappiamo quasi nulla. È un istante intriso nel silenzio. Il silenzio di Dio, il silenzio di Maria. Dio fa nuove tutte le cose generando le sue azioni nel silenzio. Come sarà anche per il Natale. Sarà nel silenzio di una notte di Betlemme, sarà nel silenzio dei pastori che nascerà quel bambino che, ora, viene promesso dall’Angelo. Dio fa nuove tutte le cose a partire dal silenzio. Non è nell’attivismo, che faceva già fremere la città di Nazareth di quel tempo, che trova compimento l’azione di Dio, ma è nel silenzio di una umile casa, nel cuore umile di una ragazza ebrea. Maria custodisce questo silenzio. Ricorderà solo questo: la sua persona è stata visitata dall’Angelo. All’origine della sua vita misteriosa sta un evento divino: la visita e il dialogo di un Angelo.

Le soprese di Dio non finiscono mai perché la sua azione si rinnova sempre. Come ci dicevano anche le parole della Genesi: la storia di Dio è sempre in atto, è sempre in evoluzione. La storia di Dio con gli uomini non è mai finita, non è mai ferma. La storia della redenzione continua sempre per l’iniziativa di Dio. Che Dio entri nella casa e nella vita di una vergine, che Dio entri in una relazione profondissima con lei, scegliendola per portare nel mondo il suo Figlio fattosi carne, uomo, è cosa inaudita, cioè mai sentita. Dio entra nella storia così, con modi sempre nuovi, che sono frutto della sua iniziativa. L’uomo non si salva da sé. L’uomo, per salvarsi, ha bisogno di Dio, dell’azione di Dio, della sua misericordia e del suo costante aiuto. È quello che ci dicono sia il Vangelo che la Genesi. La sorpresa di Dio consiste proprio in questo: Dio non si arrende di fronte ad un uomo che, perennemente, fugge dal suo mistero. Nella sua infinita fantasia, sempre cerca modi nuovi per riprendere quella creatura che, nella sua libertà, sempre tende a staccarsi dal suo mistero.

Le soprese di Dio non finiscono mai nella lontananza dal peccato. Come ancora ci diceva il Vangelo ed anche la prima lettura: le soprese di Dio non finiscono mai dove l’uomo riesce a liberarsi dal peccato. In massima misura questo avviene nella Vergine, concepita senza peccato appunto perché potesse portare a termine questa vocazione unica, singolare, fulgente, preziosa: divenire la Madre del Verbo incarnato. Maria fu preservata per grazia da ogni contaminazione di peccato: è questo il cuore, il centro della festa che oggi celebriamo. Ciò che avvenne in lei per grazia, coinvolse poi,  la sua libertà. La vergine Madre visse una vita tutta dedita a Dio, tutta improntata sulla ricerca del mistero di Dio, tutta volta a cantare le glorie di Dio. Grazia e libertà, inizio e continue scelte della vita, ci dicono che Dio fece grandi cose in lei e continuò a rinnovare i suoi prodigi proprio perché in Maria la libertà si accorda alla grazia.

Le soprese di Dio non finiscono mai nella gioia di Maria. Infine, Dio fa nuove tutte le cose e genera sempre le sue sorprese in un cuore che palpita di gioia. “rallegrati” fu il saluto dell’Angelo. Maria fece questo. In quell’occasione e in tutta la vita. Si rallegrò della presenza di Dio, si rallegrò della presenza, in lei, del Verbo che si faceva carne, si rallegrò delle iniziative di Dio che l’avrebbero coinvolta ogni giorno della sua vita. Maria è, per eccellenza, la donna della gioia. Dove c’è la gioia che nasce a motivo di Dio, ci sono sempre cose nuove che nascono.

Per noi

Credo che proprio qui stia tutto il significato di questa festa per noi. A noi che, spesso, pensiamo che la nostra vita sia statica, ripetitiva, perfino monotona, viene detto che Dio fa nuove tutte le cose, genera sorprese, continua a coinvolgere in cose sempre diverse. Alle medesime condizioni di cui ci ha parlato il Vangelo:

  • Anche noi vedremo cose nuove nascere dentro di noi, se saremo pronti e capaci di custodire il silenzio nel quale Dio genera cose nuove. Non è possibile vedere la novità di Dio, non è possibile conoscere le cose nuove che Egli continuamente crea se si è immersi nel rumore, nell’attivismo, nella frenesia. Questo dovrebbe essere anche il guadagno che la situazione di pandemia che stiamo vivendo ci permette di fare. Dio crea cose nuove quando un uomo, una donna, un’anima sa vivere di silenzio, di lontananza dalle cose, di concentrazione su ciò che conta.
  • Anche noi siamo chiamati a conoscere che l’azione di Dio crea cose sempre nuove. A noi che crediamo che tante cose si ripetano nella vita, a noi che crediamo che non ci sia mai niente di nuovo, a noi che pensiamo che le cose, nella scrittura, nella vita di fede, siano più o meno sempre le stesse. È a noi che viene detto che Dio fa nuove tutte le cose, che le sue sorprese non finiscono mai. È a noi che viene chiesto di prendere con responsabilità questa parola per capire che la nostra vita è tutta un continuo rinnovarsi, prima di quel rinnovamento finale, prima di quella stazione finale che è la vita eterna, l’ultima novità, l’ultima cosa nuova che Dio fa per noi e che Dio regala a noi.
  • Anche a noi è detto che Dio fa nuove tutte le cose e genera continuamente novità se ci asteniamo dal peccato. Noi non siamo immacolati per grazia, ma possiamo cercare di essere meno peccatori, per libera scelta. Il richiamo è alla nostra libertà. Noi non potremo mai essere del tutto liberi dal peccato. C’è e ci sarà una parte di noi che sempre sarà incline al peccato. Ciò che possiamo fare è credere alla grazia di un rinnovamento costante che ci aiuti a camminare nella via dello Spirito, come ha fatto la Beata Vergine Maria. Ecco l’impegno che questa festa richiama a ciascuno di noi.
  • Infine, anche noi potremo sperimentare le grandi novità di Dio se riusciremo a capire che non siamo noi che riusciremo a salvarci da soli, magari volendo vantare questa o quell’opera buona. È Dio che ci salva. La salvezza eterna dipende solo da Lui! Questo è quello che vogliamo e che dobbiamo trattenere nel cuore se vogliamo imitare, anche se solo da lontano, il cuore della Vergine Madre.
  • Infine anche noi siamo chiamati a ricordare che Dio fa nuove tutte le cose nella gioia. Se non siamo nella gioia, se siamo sempre un po’ troppo concentrati su noi stessi, se la nostra vita non è altro che un ripetere, di continuo, le medesime lamentele, non solo non avremo mai accesso a quella gioia che, invece, il Signore vuole per noi, ma nemmeno mai riusciremo a scoprire quali sono le cose nuove che Dio opera nella nostra storia e nei nostri confronti.

Silenzio, rispetto per l’azione di Dio, capacità di determinare la libertà lontano dal peccato e gioia. Ecco le 4 caratteristiche spirituali che la Madre Immacolata consegna a noi per il nostro cammino, non solo verso il natale, ma verso la santità della vita.

Per gli sposi e la famiglia

Anche in questo giorno voglio pensare che un compito particolare sia riservato alle coppie e alle famiglie, come sempre stiamo cercando di proporre in questo avvento. Scrive dunque il Papa:

“… il Vangelo della famiglia è gioia che riempie il cuore e la vita intera, perché in Cristo siamo “liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento” (AL 200).
“… Il matrimonio è un segno prezioso, perché quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si ‘rispecchia’ in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del Suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza” (AL 121).

Credo proprio che questa sia la gioia verso la quale ci dobbiamo dirigere. Chiediamo a Maria che ci aiuti a riscoprire la gioia del Vangelo, per rendere più forte e salda la nostra fede. Ma chiediamo anche che ci aiuti a scoprire e a mantenere sempre alto il desiderio di essere famiglia cristiana. Se il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio, come ci ha detto l’Enciclica, è altrettanto vero che il matrimonio cristiano deve essere fonte di gioia. Quella gioia che viene quando ci si abbandona nelle mani di Dio, nonostante i propri difetti e difficoltà. È quello che chiediamo ma è anche quello che auguriamo a tutte le famiglie che, invocando la Vergine, potranno avere da lei ogni aiuto e ogni conforto.

2021-12-04T14:21:45+01:00