Lunedì 09 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – lunedì

La spiritualità di questi giorni

Iniziano i giorni feriali del tempo dopo l’Epifania che ci condurrà fino alla Quaresima. Come sappiamo dall’impianto del rito ambrosiano, in questo periodo siamo invitati a rileggere i testi sapienziali del Primo Testamento, a partire dal libro del Siracide che occuperà la maggior parte di questo tempo. In unione, pagine del Vangelo di Marco. Cercherò di raccogliere alcuni temi dai due testi biblici che abbiamo già commentato nella loro singolarità negli anni passati.

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 1, 1-16a
Lettura del libro del Siracide

Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre. Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. Pienezza di sapienza è temere il Signore.

SALMO Sal 110 (111)

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore.

Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.
Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore. R

Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine. R

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
Principio della sapienza è il timore del Signore:
rende saggio chi ne esegue i precetti.
La lode del Signore rimane per sempre. R

VANGELO Mc 1, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

La sapienza della vita

Potremmo rileggere i due testi di oggi, interrogandoci e chiedendoci in che cosa consiste la sapienza della vita.

Il sapiente Siracide, che conosciamo nella sua persona anche dalla lectio divina che abbiamo fatto due anni fa, ci direbbe che la sapienza della vita, per un uomo, è contemplare Dio. Il sapiente guarda le grandi opere della creazione, non con lo spirito di chi vuole possederle, ma con l’occhio dell’uomo di fede che sa bene che dietro ogni cosa c’è Dio. Il sapiente, per questo, si inchina di fronte alla multiforme sapienza di Dio e adora il Creatore di ogni cosa. Il Siracide sa bene che il compito dell’intelligenza è quello dell’indagine e tuttavia avverte che questa indagine non sarà mai finita. Egli sa bene che l’uomo, con la sua intelligenza, cercherà sempre di avere strumenti sempre più profondi, sempre più affinati per avvicinarsi alla verità delle cose, ma sa anche altrettanto bene che questo compito sarà infinito, non terminerà mai. Ci saranno strumenti sempre più affinati, ci saranno sempre cose da scoprire… il lavoro dell’indagine dell’intelligenza umana non sarà mai terminato! Ecco perché egli, pur incentivando questo compito – è anch’egli un sapiente – prende una via differente. Meglio non concentrarsi sulle singole cose e andare alla sorgente di tutto. La vera sapienza della vita non è il sapere molte cose e nemmeno il cercare le origini di tutto. La vera sapienza è mettersi di fronte al trono di Dio e lasciarsi illuminare da Lui. Vera sapienza è una vita santa. Vero sapiente è chi vuole conoscere il mistero di Dio e non le singole cose in sé. Vero sapiente è chi sa guardare alle cose con l’occhio appassionato dei figli di Dio che amano la contemplazione più che la conoscenza delle singole cose.

Il Vangelo non solo è molto noto, ma abbiamo già abbondantemente parlato della figura di Giovanni il Battista sotto diversi aspetti. Illuminati dalla prima lettura possiamo chiederci: in che cosa è consistita la sapienza di Giovanni? Come è noto egli non ha studiato, non era un dottore della legge, non era un uomo di cultura in Gerusalemme, città che ha sempre accuratamente evitato. Eppure anche Giovanni Battista ci dice in che cosa consiste la sapienza della vita. Una vita veramente sapiente è la vita di chi si converte continuamente. Vita veramente sapiente è la vita di chi cerca Dio ogni giorno, nelle cose che capitano come nelle relazioni che si vivono, come nelle realtà che accendono la curiosità o l’intelligenza. Vera vita sapiente è quella di chi non si arrende mai di fronte alle cose della vita, ma sa suscitare quell’intelligenza interiore che sa scrutare le cose di tutti i giorni per trarne inviti alla conversione.

Come si vede, da due prospettive molto diverse – il Siracide dalla prospettiva dello studioso che frequenta le biblioteche e che ama confrontarsi con le diverse forme di sapere dei popoli e il Battista dalla prospettiva dell’uomo di fede che si ritira nel deserto – otteniamo la medesima risposta: la sapienza della vita consiste nel cercare Dio. Quando uno cerca Dio, che viva in mezzo alla città degli uomini e dedichi la sua vita allo studio o che viva nel deserto e dedichi la vita a ricevere i peccatori, tutto porterà alla santificazione del tempo e della vita stessa, tutto porterà a Dio.

Il nostro cammino di fede

Dopo il ciclo delle feste natalizie, che hanno anche garantito a noi un po’ di riposo e un diverso modo di impostare le nostre giornate, torniamo alle cose quotidiane, alle cose di sempre, forse anche contenti della routine che inizia. Ci lamenteremo del tempo che manca, riprenderemo le corse tra un impegno e l’altro, torneremo in compagnia dei nostri nipoti che hanno bisogno di taxisti, cuochi, tutor nei compiti…

Come vivremo il tempo? Cosa sarà per noi sapienza di vita? Se ascoltiamo la Parola di Dio non ci lamenteremo in maniera sterile del tempo, delle cose, di ciò che capita, ma saremo pronti a capire che in esso ci sono delle possibilità.

Possibilità di acquisire la sapienza se ci domanderemo cosa Dio ci chiede, dove si nasconde per noi la sua presenza, come ci sostiene con il suo aiuto.

Possibilità di comprendere la sua azione, che c’è, è nascosta, forse talvolta quasi invisibile eppure reale, nelle cose che capitano a ciascuno di noi così come in quelle che avvengono nel mondo.

Possibilità di acquisire sapienza se faremo di tutto per conservare nel silenzio gli avvenimenti per rileggerli alla luce della sua Parola che è Gesù Cristo, come ha fatto Giovanni il Battista, o alla luce della fede, come ha fatto il Siracide.

Dipende da noi, quindi, se questo ritorno alla ferialità dei giorni sarà un tempo che serve per acquisire sapienza, o se avrà il sapore di un ritorno alle cose di sempre e basta.

Intenzioni di preghiera

Suggerirei di soffermarci su questo primo invito ad essere sapienti e chiederei al Signore di guidarci nelle cose che mutano, nel tempo che cambia e che si ripete sempre, per vedere la sua impronta, la sua mano, il suo intervento. Chiediamo al Signore questo dono di sapienza per continuare a vivere alla sua presenza come i giorni del Natale ci hanno insegnato e raccomandato.

2023-02-03T17:43:48+01:00