Settimana della decima domenica dopo Pentecoste – Domenica
A proposito del tempio e della sua cassa… Potremmo dire che questa è la sintesi delle tre scritture che abbiamo ascoltato. Le commento in ordine storico.
Vangelo
Mc 12, 41-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Seduto di fronte al tesoro, il Signore Gesù osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Re
1Re 8, 15-30
Lettura del primo libro dei Re
In quei giorni. Salomone disse: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, che ha adempiuto con le sue mani quanto con la bocca ha detto a Davide, mio padre: “Da quando ho fatto uscire Israele, mio popolo, dall’Egitto, io non ho scelto una città fra tutte le tribù d’Israele per costruire una casa, perché vi dimorasse il mio nome, ma ho scelto Davide perché governi il mio popolo Israele”. Davide, mio padre, aveva deciso di costruire una casa al nome del Signore, Dio d’Israele, ma il Signore disse a Davide, mio padre: “Poiché hai deciso di costruire una casa al mio nome, hai fatto bene a deciderlo; solo che non costruirai tu la casa, ma tuo figlio, che uscirà dai tuoi fianchi, lui costruirà una casa al mio nome”. Il Signore ha attuato la parola che aveva pronunciato: sono succeduto infatti a Davide, mio padre, e siedo sul trono d’Israele, come aveva preannunciato il Signore, e ho costruito la casa al nome del Signore, Dio d’Israele. Vi ho fissato un posto per l’arca, dove c’è l’alleanza che il Signore aveva concluso con i nostri padri quando li fece uscire dalla terra d’Egitto». Poi Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l’hai adempiuto con la tua mano, come appare oggi. Ora, Signore, Dio d’Israele, mantieni nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli hai promesso dicendo: “Non ti mancherà mai un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono d’Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta, camminando davanti a me come hai camminato tu davanti a me”. Ora, Signore, Dio d’Israele, si adempia la tua parola, che hai rivolto al tuo servo Davide, mio padre! Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».
Corinzi
1Cor 3, 10-17
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Re
Anzitutto la preghiera di Salomone. Già Davide, all’apice del suo regno e del suo potere, aveva cercato di pensare ad un luogo sacro. Del resto, la sacralità di un luogo dove lodare il nome di Dio è sempre al centro di ogni religione. È un bisogno dell’uomo quello di avere un luogo speciale per lodare Dio perché se è vero, come anche ci diceva la scrittura, che Dio è in ogni luogo e che non c’è nessun luogo adatto a contenere Dio, è altrettanto vero che c’è sempre bisogno di un luogo a cui legare il cuore per lodare Dio. Israele, che per secoli aveva adorato Dio sotto la tenda del convegno, ha sempre legato la sua preghiera all’“arca dell’alleanza”, cioè a quel grande tabernacolo di Israele che conteneva le cose più sacre per i suoi ricordi – il bastone di Aronne, le tavole della legge, una ciotola con i resti della manna -. Per questo tabernacolo ambulante, Davide aveva pensato ad un tempio, che, fisicamente, costruisce Salomone. Era considerata una delle grandi meraviglie del mondo antico, con lo spazio immenso che racchiudeva e con la cella più interna, ricoperta, alla sommità, con un fregio d’oro che potesse indicare al pellegrino che veniva a Gerusalemme, la strada per quella “casa dei credenti” che allietava il cuore e la vista. Salomone, che non bada a spese per la sua costruzione, è il primo che prega nel tempio. Prega perché Dio, invocato nel tempio, possa sempre custodire l’uomo da lui stesso creato. La preghiera di Salomone raggiunge il suo apice proprio nella finale della sua formulazione, quando Salomone invoca Dio dicendo: “ascolta e perdona!”. Salomone sa bene che nessuno è degno di entrare nel tempio di Dio e nessuno potrà mai essere degno di chiedere qualcosa a Dio. Solo la preghiera che si sposerà con la richiesta di perdono farà sì che l’uomo potrà chiedere a Dio le cose che gli stanno più a cuore. Forte del perdono di Dio, qualsiasi richiesta sarà da Lui ascoltata. Una preghiera intensa che ricorda a cosa serve uno spazio sacro.
Vangelo
Servirebbe a poco, però, uno spazio se oltre alla lode di Dio che si esprime nei riti, non ci fosse anche la preghiera del cuore. Ecco il racconto della vedova di Gesù. All’ingresso del tempio c’era la famosa stanza del tesoro del tempio. Una camera blindata sotterranea, collegata con uno scivolo di bronzo ad una bocca in superfice. Lì si andava per l’offerta. Ovviamente, essendo in circolazione solo moneta, chi gettava grosse offerte nel tempio poteva far ben sentire il tintinnio delle monete che scivolavano nella cassa del tempio. Più il suono era rumoroso o prolungato, più si capiva l’entità dell’offerta. Molti donatori cercavano solo questo, cercavano di farsi vedere, di farsi ammirare per quello che stavano donando.
Una donna, una vedova che getta due spiccioli, fa ben poco risuonare il tempio! La sua offerta è minuta, trascurabile, pochi spiccioli che non mettono invidia in nessuno. Eppure, Gesù non solo la nota, ma pone l’accento su bel altro problema. Quella donna, nella sua povertà, “ha messo tutto quanto aveva per vivere!”. Non mette del suo superfluo, non mette quanto le avanza, non mette quello che non le serve immediatamente. Mette tutto, perché è una donna libera, una donna che si affida ciecamente alla provvidenza. L’accento cade anche sul fatto che è una vedova, cioè una di quelle donne che non aveva occasione di trovare alcun sostegno per la sua vita se non in Dio. Questa donna fa esattamente questo; si rimette nelle mani di Dio, senza temere nulla. Ella sa che Dio provvederà per lei! Non si fa domande, non pensa al futuro, non considera la sua condizione di fragilità: si affida a Dio! Il tempio serve proprio a questo, è quel luogo del cuore che serve all’uomo per vivere l’affidamento della propria vita a Dio. Questo è ciò che serve, questo è l’atteggiamento spirituale che occorre vivere!
Corinzi
Anche San Paolo interviene sul tema, lui che era stato zelante sostenitore del tempio di Gerusalemme e che lo amava moltissimo, anche perché era il suo luogo di preghiera privilegiato nella città santa. Divenendo cristiano egli sa bene che serve un tempio, serve uno spazio sacro per la preghiera, ma questo edificio serve solo dove c’è una comunità di uomini e di donne che si incontrano per la loro fede nel Signore. Se c’è questo, se c’è una comunità di persone, allora ha senso che ci sia anche un luogo di raduno per la preghiera e per l’incontro con Dio. Se non c’è questo luogo, non serve nemmeno un tempio!
Non solo. Occorre anche che uno sappia interpretare la sua vita come tempio dello Spirito Santo, come dono di Dio al quale sempre dare la massima attenzione. Se uno non vive di valori, se uno non rispetta il tempio di Dio che è il suo corpo, non ha senso nemmeno avere un tempio! Se uno rispetta sé stesso e gli altri. Se uno fa propri i valori della fede, allora ha senso che vi sia un luogo di raduno e di preghiera. Altrimenti si rischia di fare, di ogni luogo di fede, un luogo di mondanità ben lontano dalla mentalità del Signore e del suo popolo
Per noi
Noi siamo tutti un po’ sempre alle prese con queste cose e le discussioni sono sempre all’ordine del giorno, perché su questi argomenti ci si divide, spesso senza poi nemmeno troppo rispettarci. Forse conviene riprendere questi spunti di preghiera a ritroso:
- So di essere tempio dello Spirito Santo? Custodisco in me questa immagine e questa identità?
Perché se custodisco questa immagine ed identità, allora avrà bisogno anche di un luogo al quale affezionarmi per vivere le manifestazioni di fede. Ma se io trascuro il tempio dello Spirito Santo che sono io, con il mio corpo, con la mia vita, con il mio essere, difficilmente comprenderò l’importanza di un luogo sacro e il dovere di edificarlo sempre.
- Quale tempio mi vede affezionato?
Anche qui credo che ciascuno debba ricercare dentro di sé le ragioni per cui frequenta una chiesa piuttosto che un’altra, perché uno frequenta dove ha il cuore! Dov’è il mio cuore di credente? Dove amo andare a pregare? Dove mi trovo bene e dove mi sento come a casa? Potrebbe essere un tempio maestoso, potrebbe essere una povera chiesa alpina, ma dove abbiamo il cuore, lì preghiamo meglio!
- Cosa faccio io per il tempio?
Io mi sento un po’ come Salomone, perché ad ogni tappa del mio ministero c’è qualcosa da fare per l’edificio chiesa, e occuparmi anche di questo penso che sia essenziale per il mio ministero. Un po’ per garantire ai fedeli quello spazio sacro che deve essere sempre curato perché ciascuno possa pregare, un po’ perché avere dei segni di fede e di vita comunitaria serve per vivere il Vangelo. Però tutti dobbiamo interessarci del “tempio”, che sono le persone e che sono le costruzioni. Ovviamente le due cose sono legate insieme: se io mi trovo bene in una chiesa, mi do da fare per sostenerla. Se vivo in una comunità, sovvengo con il mio aiuto, quella parte di comunità che ha bisogno, perché è essenziale che vi sia un luogo di raduno e di vita comune. È per questo che, sempre, dovremmo interessarci al tempio! Adesso ne abbiamo anche un’occasione del tutto particolare: il restauro della chiesa di San Giulio. Certo sarebbe bello se avessimo anche qualche “vedova” che vive lo stesso gesto della donna del Vangelo, non solo per incrementare la “cassa” del tempio, ma perché una chiesa vive anche di gesti profetici. Oggi sarebbe veramente un gesto profetico se qualcuno desiderasse vivere con quella medesima speranza di questa donna vedova: la speranza in Dio che non delude mai e per il quale vale la pena di dare tutto. Anche la cassa! Anche il patrimonio! Non è solo questione di donazione, ma è questione di cuore! È questione di fede. Se mi fido di Dio, perché non rimettermi del tutto nelle mani della sua provvidenza?
Vi lascio pensare a voi stessi, al vostro modo di vivere la fede adesso, al vostro modo di sovvenire i bisogni del tempio. Così che ciascuno possa trovare la sua collocazione nella chiesa!