Settimana della decima domenica dopo Pentecoste – Lunedì – S. Lorenzo
San Lorenzo, Santa chiara e San Simpliciano ma, poi, soprattutto la solennità della Assunzione di Maria, sono le grandi feste che celebriamo questa settimana. Ci vogliamo, poi, preparare per la grande festa dell’Assunta con un triduo che celebriamo insieme proprio per avere attenzione dello Spirito a questa festa di Maria. Viviamo con intensità questi prossimi giorni che possono essere fruttuosi per noi e per tutti.
Vangelo
Gv 12, 24-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Forse andremo anche noi in cerca delle famose “stelle cadenti” che, pare, in queste sere di estate brillano più splendenti nei nostri cieli. La liturgia ci propone, invece, come stella un uomo, un martire. Un diacono, uno di quelli che si sono sempre occupati della distribuzione della carità ai poveri, un uomo che, secondo antichissima tradizione, è passato attraverso al fuoco. È questa la luce che proviene da San Lorenzo, è questa la luce che proviene dal suo secolo che fu tutto un secolo di martiri. Pare che il Papa Sisto II, pochi giorni prima, mentre andava al martirio, avesse predetto anche la morte di Lorenzo pochi giorni dopo. Dunque piccole luci di fede, piccole luci di presenza in una Chiesa tutta pronta alla testimonianza e al servizio.
Così si adempie il Vangelo. Una voce dal cielo, una voce che alcuni scambiano per un tuono – sono coloro che non possono udire le voci della fede – annuncia: “l’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò”. Di per sé ci si riferisce alla morte di Cristo, a quella gloria che il Signore riceve dalla Croce, quando attira tutte le genti a sé, come abbiamo letto nel Vangelo. Eppure anche i santi e i martiri glorificano Cristo. Anche loro, con la loro passione, con la loro morte, con la loro testimonianza di fede e di amore per la vita della Chiesa, danno gloria a Cristo risorto. Lorenzo dà gloria a Cristo per aver accettato il suo martirio e per aver dato, con la sua vita, un esempio di fortezza e di abbandono al disegno del Padre nella piena fiducia in Lui.
Isaia
Is 43, 1-6
Lettura del Profeta Isaia
Così dice il Signore Dio che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall’oriente farò venire la tua stirpe, dall’occidente io ti radunerò. Dirò al settentrione: “Restituisci”, e al mezzogiorno: “Non trattenere; fa’ tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall’estremità della terra”».
Certamente era nel cuore di San Lorenzo anche la fede di Isaia, quella fede per la quale il profeta poteva dire di essere certo che il Signore fosse con Lui. Né le acque impetuose, né il fuoco, avrebbero potuto tagliare, recidere, distogliere la benevolenza di Dio per la sua vita. Proprio per queste parole è stata scelta questa lettura per questo giorno. Nemmeno il fuoco ha potuto distogliere la presenza di Dio dalla vita di San Lorenzo che, pur accettando un martirio così doloroso, si è sentito protetto da Dio. Il martire sa che le sue membra, consumate dal fuoco, diventano olocausto gradito a Dio. Egli sa che quel fuoco non è qualcosa che solamente distruggerà il suo corpo. Quel fuoco consacrerà per sempre a Dio la propria carne, quella preziosa vita che si è ricevuta come dono e che termina nel modo più alto possibile: la piena conformazione a Cristo in una morte pienamente coerente con la vita credente. È con questa consapevolezza che il martire lascia che altri mettano le mani su di lui e che gli tolgano la vita. Egli sa, come dice la liturgia che “ai tuoi fedeli, la vita non è tolta, ma trasformata”. Ed è con questa fede che Lorenzo ha vissuto tutti i suoi giorni.
Corinti
2Cor 9, 6b-9
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno».
Perché un uomo dovrebbe accettare tutto questo? Perché un uomo accetta anche che la sua vita termini in un modo non solo così violento, ma anche così triste, così tragico? Ce lo spiega San Paolo. Un credente ha a cuore sempre che la sua vita sia in grado di seminare semi di bene con larghezza. Un martire sa che la sua morte è l’ultimo atto di seminagione che consacrerà la propria esistenza a Dio. È per questo che San Lorenzo ha deciso di portare a compimento i suoi giorni. Solo una vita tutta consacrata a Dio era al centro dei suoi desideri.
Per noi.
- Ci sentiamo anche noi protetti da Dio qualsiasi cosa accada nella nostra vita?
- Cosa siamo in grado di accettare per amore del Signore?
- Anche noi crediamo in un’abbondante seminagione che serve a rendere piena tutta la vita?
Credo che siano queste le dimensioni, le coordinate all’interno delle quali vivere la nostra riflessione, per essere sicuri di vivere appieno i nostri giorni. Nella certezza che il Signore ci accompagnerà.