Lunedì 09 novembre

Ultima settimana dell’anno – Lunedì

Siamo nell’ultima settimana dell’anno liturgico ricchissima di celebrazioni: la dedicazione della Basilica lateranense, San leone Magno, San Martino, san Giosafat renderanno solenni questi giorni in attesa del nuovo avvento.

Vangelo

Gv 4, 19-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. La donna Samaritana dice al Signore Gesù: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».

1 Re

1Re 8, 22-23. 27-30
Lettura del primo libro dei Re

In quei giorni. Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».

Corinzi

1Cor 3, 9-17
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

La Chiesa

Amare la chiesa, pregare per la chiesa, lavorare per la chiesa. Credo che in tutte e tre le scritture, non solo in quella evangelica alla quale facciamo maggiormente riferimento, siano sottese queste riflessioni. Il Signore Gesù dice che chi adora il Padre “deve adorarlo in spirito e verità”. Cosa significa questa affermazione nel giorno in cui facciamo memoria della Chiesa madre “dell’Urbe e dell’Orbe”, ovvero di tutte le Chiese che, nella comunione con il Papa, trovano tutto il senso della loro cristianità?

Credo, anzitutto, che ci sia chiesto di amare la Chiesa. Quando noi pensiamo alla Chiesa, pensiamo subito alla sua compagine visibile, agli uomini di chiesa e, in questo tempo, non abbiamo di fronte a noi una bella immagine! Credo però che tutti dovremmo fare lo sforzo di andare oltre, lo sforzo di vedere il progetto di Dio, l’amore di Dio per la Chiesa e dovremo tutti entrare nella logica di quel disegno di amore che, poi, deve anche essere di ciascun cristiano. Amare la Chiesa con gli occhi di Dio, questo è quello che ci viene da un alto proposto e dall’altro chiesto!

Poi pregare per la Chiesa. Alla Chiesa abbiamo sempre molte cose da chiedere, abbiamo sempre qualcosa da criticare, abbiamo sempre pretese nei confronti della Chiesa! Amare in Spirito e verità significa anche che noi dobbiamo pregare per la Chiesa, perché sappia svolgere il suo ruolo nel mondo, perché sappia ancora parlare al cuore dell’uomo, perché sappia ancora risvegliare le coscienze. Pregare per la Chiesa, che significa pregare per il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti non meno che per tutti noi che siamo le pietre vive della Chiesa. L’amore per la chiesa che tutti dobbiamo avere si vede anche dall’intensità con la quale noi preghiamo per la nostra Madre. La Chiesa, infatti, è la Madre che ci ha generato alla fede nel battesimo.

Lavorare per la Chiesa. Cedo che questo sia il terzo spunto che viene dalle prime due letture. Ama la chiesa e conferma la sua preghiera per la Chiesa chi lavora per essa. Lavorare con umiltà, senza pretendere nulla, lavorare per il bene di tutti, senza pensare al proprio tornaconto, lavorare gratuitamente. Oggi mi pare che siano troppi quelli che lavorano per la Chiesa dietro compenso. Come pure mi pare che siano troppi coloro che lavorano solo per quelle manifestazioni della chiesa che interessano loro – per il proprio movimento, per la propria associazione, senza considerare la bellezza della totalità della Chiesa, della quale siamo figli e per la quale dobbiamo essere a servizio. Lavorare per la chiesa con quell’amore, devozione, rispetto che si deve alla propria madre. Questo credo sia il vero bene comune a cui, come cristiani, siamo chiamati.

Per noi

Infine, ricordare la chiesa del Laterano è anche guardare a Roma. Dobbiamo ammetterlo: in questi giorni non è facile guardare a Roma. Scandali, furti, iniquità, maldicenze… la cronaca ci fa passare soprattutto questo ed è inevitabile che ci si disaffezioni alla Chiesa in questo modo! Credo che la nostra forza dovrebbe essere quella di superare tutte queste cose. La nostra forza dovrebbe essere quella di credere alla forza universale della Chiesa, che sta nella sua unità con Pietro, con il Papa, con il Pastore che deve guidare ciascuno all’incontro con Cristo. Che cose di questo genere ci siano sempre state lo sappiamo tutti. Non occorre fare finta di niente né, tantomeno, giustificare. Credo però che sia necessario essere pronti a dire il meglio che possiamo per la nostra chiesa, perché, altrimenti, rimarremo succubi di queste cose. Invece tocca a noi rinnovare il nostro amare per il Papa, la nostra vicinanza al Vicario di Cristo. Seguendo lui, non si sbaglia! Lo ha detto Gesù. Ecco perché, anche in un’epoca di scandali e difficoltà noi continuiamo a guardare alla Chiesa di Roma con fiducia e con fede.

La festa della dedicazione della Basilica Lateranense ci aiuti in questo programma spirituale che siamo chiamati a vivere.

2020-11-06T12:17:30+01:00