Settimana della quinta domenica dopo l’Epifania – lunedì
Questa settimana avrà il suo punto di arrivo nella festa dei Santi Cirillo e Metodio, che celebreremo Venerdì. Leggeremo ancora il libro del Siracide, con i suoi consigli sapienti e, per quanto riguarda il Vangelo, due giorni saranno dedicati a casi di guarigione, due giorni al miracolo della moltiplicazione dei pani e alla riflessione su questo fatto.
Siracide
Sir 35, 5-13
Lettura del libro del Siracide
Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità, sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia. Non presentarti a mani vuote davanti al Signore, perché tutto questo è comandato. L’offerta del giusto arricchisce l’altare, il suo profumo sale davanti all’Altissimo. Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito, il suo ricordo non sarà dimenticato. Glorifica il Signore con occhio contento, non essere avaro nelle primizie delle tue mani. In ogni offerta mostra lieto il tuo volto, con gioia consacra la tua decima. Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto, e con occhio contento, secondo la tua possibilità, perché il Signore è uno che ripaga e ti restituirà sette volte tanto.
La sapienza del Siracide ci invita, oggi, a non essere avari con il Signore. Il sapiente ricorda ai credenti del suo tempo, di presentare con generosità la propria offerta a Dio, segno di ringraziamento per tutto quello che si è ricevuto. Come avete sentiti si parlava anche di “decima”, come abbiamo cercato di fare noi nello scorso Natale. Il criterio del sapiente è molto semplice: di tutto quello che hai ricevuto, dal momento che tutto è dono nella vita, di tutto quello che il tuo lavoro e riuscito a far fruttare, il 10%, la decima, appunto, deve essere per Dio.
Il sapiente non solo dava criteri “quantitativi” di offerta, ma, soprattutto, “qualitativi”. L’offerta deve essere fatta con gioia, altrimenti perde il suo valore. L’offerta deve essere fatta con gratuità. Non è un baratto! Non si dà qualcosa a Dio per poi ricevere qualcosa” si dona con gioia intanto essendo certi che il Signore ha già dato come dono tutto quello che serve alla vita e, poi, certi anche dei suoi benefici per il futuro.
Ecco come il credente ebreo deve avvicinarsi al tema dell’offerta. La chiesa fa sua questa riflessione, dal momento che il tema del ringraziamento a Dio per tutti i doni di salvezza accomuna qualsiasi credente.
Vangelo
Mc 7, 14-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Il Vangelo di oggi ha chiaramente due parti.
Anzitutto un insegnamento sul puro e l’impuro. Gesù è molto chiaro in proposito: non è una norma che decide cosa è puro e cosa è impuro, ma è l’intenzione dell’uomo a dire la purezza o l’impurità del suo cuore. Ecco perché Gesù fa un elenco di realtà impure che provengono dal cuore dell’uomo, per essere più esplicito. Tutto ciò che vizia le relazioni, tutto ciò che non permette di vivere l’amore, tutto ciò che guasta il rapporto con le cose e riduce tutto a possesso e potere è impuro. Qualsiasi offerta fatta a Dio con un cuore impuro non può essere gradita. Proviene da un cuore che non ama. Come potrebbe Dio gradire questa offerta?
Per meglio farsi capire ecco allora la seconda parte del Vangelo. Una donna straniera chiede un miracolo. Non è un’ebrea. Per questo, secondo le leggi rituali dell’epoca, è impura. Non può avere niente da dare a Dio e, soprattutto, non dovrebbe chiedere niente a Dio. Gesù sta al gioco, per così dire e, all’inizio della loro relazione, si mostra freddo e distaccato, volendo provare la fede di lei. Fede certa: ella è insistente. Fede umile: ella sa che Gesù può guarire la figlioletta, e, per questo, con garbo e gentilezza chiede. È una madre disperata che domanda a Dio la cosa che le sta più a cuore: la salute della propria creatura. Ottiene la grazia che ha la forza di mettere nelle mani di Dio perché l’offerta del suo cuore è sincera. Proviene da un cuore puro: un cuore che ama, un cuore altruista, un cuore umile. Dio non può rifiutare questo miracolo! Segno che non esistono persone impure, ma solo gente che sa amare e, purtroppo, gente che non sa amare.
Per Noi
Vorrei che anzitutto ci chiedessimo:
- Io so donare con gioia o sono uno che misura sempre tutto?
- Offro a Dio, un cuore generoso, capace di amare?
Soprattutto vorrei che anche noi ci chiedessimo se cataloghiamo le cose, le persone, le realtà della vita o se, invece, siamo capaci di dare considerare il bene che è nel cuore di ciascuno. Il Vangelo ci chiede questa capacità di saper valutare il bene, senza fossilizzarci su norme o su considerazioni sterili. Magari guardando a ciò che c’è nel nostro cuore, prima di ciò che c’è nel cuore degli altri.
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