Settimana della 5 domenica dopo l’Epifania – venerdì
La spiritualità di questo giorno
Rispettare i tempi
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 32, 1-13
Lettura del libro del Siracide
Se ti hanno fatto capotavola, non esaltarti. Compòrtati con gli altri come uno di loro. Pensa a loro e poi mettiti a tavola; quando avrài compiuto il tuo dovere, accòmodati per far festa con loro e ricevere complimenti per le tue buone maniere. Parla, o anziano, poiché ti si addice, ma con saggezza, e non disturbare la musica. Quando c’è un’esecuzione non effonderti in chiacchiere, e non fare il sapiente fuori tempo. Sigillo di rubino su ornamento d’oro è un concerto musicale in un banchetto. Sigillo di smeraldo in una guarnizione d’oro è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino. Parla, o giovane, se c’è bisogno di te, non più di due volte se sei interrogato. Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; compòrtati come uno che sa e che tace a un tempo. Fra i grandi non mostrarti presuntuoso, e dove vi sono anziani, non ciarlare troppo. Prima del tuono viene la folgore, prima dell’uomo modesto viene la grazia. All’ora stabilita àlzati e non restare per ultimo, corri a casa e non indugiare. Là divèrtiti e fa’ quello che ti piace, ma non peccare con parole arroganti. Per tutto ciò benedici chi ti ha creato, chi ti colma dei suoi benefici.
SALMO Sal 103 (104)
Benedici il Signore, anima mia.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra. R
Doni vino che allieta il cuore dell’uomo,
olio che fa brillare il suo volto
e pane che sostiene il suo cuore.
Sono sazi gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati. R
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare inni al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R
VANGELO Mc 8, 22-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
L’atteggiamento di sapienza
Mi ha sempre molto colpito questo miracolo, perché se notate è un miracolo in due tempi. Il Signore riceve questo cieco, lo ascolta, così come ascolta tutti coloro che lo stanno accompagnando. Il Signore si fa compagno di vita del loro dolore e vuole premiare il coraggio di chi lo ha condotto, l’aiuto di chi lo ha accompagnato e, si può capire, il dolore di amici e parenti che hanno visto la vita del cieco andare come poteva andare a quel tempo.
Gesù compie tre gesti:
- lo conduce fuori dal villaggio: il miracolo chiede una certa riservatezza;
- mette la saliva sugli occhi: è un gesto abituale e pieno di significato;
- impone le mani: anche questo è gesto pregnante, che Gesù compie spesso per sottolineare la vicinanza di Dio.
Eppure c’è qualcosa che non funziona. Alla domanda “vedi qualcosa”, il cieco risponde con una frase che genera anche un po’ di ilarità: “vedo gli uomini, infatti vedo come alberi che camminano”. Tanto che il Signore deve intervenire una seconda volta imponendo di nuovo le mani, e allora il cieco vide perfettamente. Perché? Perché un miracolo in “due tempi”? Ha sbagliato qualcosa anche il Signore? Era un caso diverso dagli altri? Non credo che ci sia altra spiegazione plausibile se non quella che il Signore voglia insegnare che ogni cosa ha il suo tempo e, a volte, le cose richiedono più tempo di quello che si desidera. A volte ci sono realtà della vita che richiedono maggior tempo rispetto a quello che si era preventivato e, per vedere come finiscano queste cose, occorre attenzione, pazienza, senso di attesa… cose che non tutti e non sempre siamo disposti a fare.
Così come anche ci invitava a fare il Siracide. In un mondo dove i posti a tavola dicono la dignità delle persone, cosa che sappiamo anche dal Vangelo, lo stare al proprio posto, l’essere prudenti nel parlare, il cercare di vivere il bene sempre, senza montarsi la testa quando si avanza nella vita, sono raccomandazioni di sapienza semplice che, però, accendono anche la fede. Saper attendere i tempi di Dio non è solo espressione di sapienza, ma anche profondità di un cammino di fede.
Il nostro cammino di fede
Così è anche per noi. Credo che noi tutti facciamo una certa fatica a pensare ai tempi di Dio. Soprattutto ad ammettere, come dice la Scrittura, che i tempi di Dio non sono i nostri tempi. A noi i tempi di Dio sembrano, a volte, incredibilmente lunghi. Eppure Dio prepara, nei suoi tempi lunghi, gli uomini e i loro cuori ad accogliere la sua azione di salvezza. Così accade sempre, in tutta la storia della salvezza. Non dobbiamo mai dubitare. Siamo piuttosto noi ad avere sempre fretta. Quella fretta che, spesso, rovina tutto, anche le cose di Dio. Quella fretta che non ci permette di vedere bene le cose, quella fretta che rovina anche le relazioni tra noi. Oggi dovremmo chiedere, come dono al Signore, la grazia della pazienza e la forza di sopportare, perché occorrono tempi estremamente lunghi per le cose che vengono da Dio. Preparandosi davanti a noi il tempo della Quaresima o contemplando la Beata Vergine Maria, come faremo domani nella festa della Madonna di Lourdes, chiediamo questa grazia e prepariamoci a saper vivere questa forma di sapienza che consiste nel saper rispettare i tempi di Dio.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo per noi tutti, perché possiamo avere la forza di rispettare i tempi di Dio. Preghiamo per non avere fretta, preghiamo per saper stare con il Signore, capiti quello che capiti. Chiediamo alla Beata Vergine Maria la forza della sapienza che ha animato la sua vita: la forza di saper conservare nel cuore le cose che accadono per comprendere cosa Dio chiede a ciascuno di noi in ogni momento della vita. Maria vegli su di noi e conduca il nostro cammino al suo compimento.