Settimana della 9 domenica dopo Pentecoste – mercoledì – San Lorenzo
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Is 43, 1-6
Lettura del Profeta Isaia
Così dice il Signore Dio che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall’oriente farò venire la tua stirpe, dall’occidente io ti radunerò. Dirò al settentrione: “Restituisci”, e al mezzogiorno: “Non trattenere; fa’ tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall’estremità della terra”».
SALMO Sal 16 (17)
Provami col fuoco, Signore, non troverai malizia.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
dal tuo volto venga per me il giudizio. R
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno. R
All’ombra delle tue ali nascondimi,
di fronte ai malvagi che mi opprimono,
nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. R
EPISTOLA 2Cor 9, 6b-9
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno».
VANGELO Gv 12, 24-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Isaia
In realtà, di San Lorenzo, sappiamo proprio poco! Sappiamo però che la sua morte ebbe a che fare con il fuoco. Ecco perché è stata scelta la prima lettura da Isaia, che ci ha detto, testualmente, che il Signore non abbandona anche se la vita di un uomo dovesse passare attraverso il fuoco. Che la morte attraverso il fuoco sia stata una delle tecniche più usate di tortura è evidentissimo a tutti, fin dalle origini del mondo. Ecco perché il profeta ha utilizzato questa immagine. Immagine di consolazione, immagine di vicinanza, che dice immediatamente che Dio è con i suoi figli anche quando la loro vita viene distrutta, annientata, polverizzata in un attimo.
Vaangelo
Però è la pagina del Vangelo a darci maggiori spunti di meditazione. Qual è la logica nella quale visse San Lorenzo? Qual è la logica della vita che ha portato San Lorenzo a quella vetta di santità per la quale noi oggi lo vediamo risplendere nei cieli? Sono i verbi del Vangelo che ce lo suggeriscono.
Cadere è il primo verbo che incontriamo. È un verbo che ci ricorda qualcosa di brutto. Quando uno cade c’è qualcosa che non va. Si fa male, o sta male, o, comunque, cade per qualche causa non bella. Eppure il Signore lega la logica del cristiano a questo cadere, che è come il cadere di un seme. Un gesto tipico del contadino, che, forse, a noi dice poco. Eppure se quel seme non cadesse nel terreno, non arriverebbe mai il raccolto.
Morire. Anche il secondo verbo del Vangelo è triste, anzi. È tragico. Il Signore parla di un morire per avere la vita. Come il seme, che cade nel terreno e marcisce, muore, per poi dare frutto. Così è la vita dell’uomo dice il Signore. Se uno si augura una vita troppo bella, se uno pensa ad una vita solamente di onori, sarà deluso e non arriverà mai a niente. La vita è fatta per essere spesa. Occorre un po’ morire a sé stessi per vivere secondo il Vangelo.
Odiare. Anche odiare viene utilizzato dal Signore, verbo che viene opposto a quello che a noi fa più piacere e che vorremmo sentire più spesso: amare. Gesù dice chiaramente che se uno non prende ad avere in odio tutte quelle cose che portano lontano da Dio, se uno ama solamente quello che gratifica l’esperienza umana, non può piacere a Dio.
Innalzare. Finalmente troviamo un verbo che attira la nostra attenzione, un verbo che ci può piacere, il verbo innalzare. Eppure scopriamo subito che esso è messo in parallelo con il verbo morire. Gesù sta parlando dell’innalzamento sulla Croce. È questo che farà risplendere la sua vita, ma è questo che verrà proposto a tutti come ideale di vita.
Corinti
Infine ci provoca la parola di San Paolo che dice una banalità, se proprio vogliamo vedere. È chiaro che se uno semina poche cose, il suo raccolto sarà scarso, mentre quando uno semina molto, il raccolto sarà più abbondante. È la logica che ci appartiene. È la logica con la quale i nostri figli, i nostri nipoti si formano, per esempio. Cercano di vivere il più possibile tutte le esperienze migliori a cui possono accedere, cercano di avere il curriculum migliore possibile, per spendersi bene nelle realtà della vita. O è la logica che tutti utilizzano sul lavoro, accettando magari anche qualche difficoltà per ricevere, poi, qualche gratificazione. O è la logica che viviamo tutti in altri campi della vita, nei quali ciascuno di noi può cimentarsi. Pare che solo nel campo della fede non sia così! Pare che, invece, nel campo della fede non ci interessi seminare poi molto e ci accontentiamo di quelle poche cose che possiamo o sappiamo raccogliere, pensando che, comunque, ci sarà tempo o, se non altro, che il Signore capirà.
Per noi
Sono proprio queste consapevolezze, sono proprio questi verbi, a tracciare un possibile cammino di fede che miri alla santità. Anche noi, anzitutto, se sapremo che il Signore ci accompagna sempre, non avremo davvero nulla da temere. Anche noi siamo invitati a cadere, a morire, a odiare, se vogliamo essere innalzati. Anche noi, soprattutto, siamo invitati a donare con larghezza, a seminare con abbondanza, se vogliamo avere qualche premio, qualche cosa grande da realizzare per il bene della nostra anima. San Lorenzo ci aiuti a capire ed interceda per noi che, magari, oggi, nel suo nome non avremo altro di meglio da fare che stare con il naso all’insù per guardare le stelle. Nobile operazione che allarga il cuore, certamente, aiuto ad immergersi nell’infinità di Dio, se, con fede, guardiamo al cielo. Operazione, però, che non può essere il tutto di questa giornata. Oggi sarà meglio che noi iniziamo a pensare a quale regola di vita ci atteniamo, a cosa stiamo seminando, a come oggi siamo in grado di cadere, odiare, morire, per poi essere innalzati a quella vita di grazia che dovrebbe comunque essere sempre il centro e il cuore dei nostri pensieri. San Lorenzo preghi per noi e Maria Santissima continui a vegliare sul nostro cammino.