Settimana della 9 domenica dopo Pentecoste – giovedì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA 1Cr 28, 2-14
Lettura del primo libro delle Cronache
In quei giorni. Davide si alzò in piedi e disse: «Ascoltatemi, fratelli miei e popolo mio! Io avevo deciso di costruire una dimora stabile per l’arca dell’alleanza del Signore, per lo sgabello dei piedi del nostro Dio. Avevo fatto i preparativi per la costruzione, ma Dio mi disse: “Non costruirai una casa al mio nome, perché tu sei stato un guerriero e hai versato sangue”. Il Signore, Dio d’Israele, scelse me fra tutta la famiglia di mio padre, perché divenissi per sempre re su Israele; difatti egli si è scelto Giuda come capo, e fra la discendenza di Giuda ha scelto il casato di mio padre, e tra i figli di mio padre ha trovato compiacenza in me, per costituirmi re su tutto Israele. Fra tutti i miei figli, poiché il Signore mi ha dato molti figli, ha scelto mio figlio Salomone per farlo sedere sul trono del regno del Signore su Israele. Egli infatti mi ha detto: “Salomone, tuo figlio, costruirà la mia casa e i miei cortili, perché io mi sono scelto lui come figlio e io gli sarò padre. Renderò saldo il suo regno per sempre, se egli persevererà nel compiere i miei comandi e le mie norme, come fa oggi”. Ora, sotto gli occhi d’Israele, assemblea del Signore, e davanti al nostro Dio che ascolta, vi scongiuro: custodite e ricercate tutti i comandi del Signore, vostro Dio, perché possediate questa buona terra e la passiate in eredità ai vostri figli dopo di voi, per sempre. Tu, Salomone, figlio mio, riconosci il Dio di tuo padre, servilo con cuore perfetto e con animo volenteroso, perché il Signore scruta tutti i cuori e conosce ogni intimo intento: se lo cercherai, ti si farà trovare; se invece l’abbandonerai, egli ti rigetterà per sempre. Vedi: ora il Signore ti ha scelto perché tu gli costruisca una casa come santuario; sii forte e mettiti al lavoro». Davide diede a Salomone, suo figlio, il modello del vestibolo e degli edifici, delle stanze per i tesori, dei piani superiori e delle camere interne e del luogo per il propiziatorio, inoltre il modello di quanto aveva in animo riguardo ai cortili del tempio del Signore, a tutte le stanze laterali, ai tesori del tempio di Dio e ai tesori delle cose consacrate, alle classi dei sacerdoti e dei leviti e a tutta l’attività per il servizio del tempio del Signore e a tutti gli arredi usati nel tempio del Signore. Quanto a tutti gli oggetti d’oro, gli consegnò l’oro, indicando il peso dell’oro di ciascun oggetto destinato al culto e il peso dell’argento di ciascun oggetto di culto.
SALMO Sal 88 (89)
Dio non ha mutato la sua promessa.
Ho trovato Davide, mio servo,
su di lui non trionferà il nemico
né l’opprimerà l’uomo perverso.
Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza». R
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa. R
Ma non annullerò il mio amore
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
Non profanerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide. R
VANGELO Lc 11, 14-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio».
Cronache
Anche le due Scritture di oggi possono essere rilette nella medesima direzione e cioè pensando al segno di cui esse ci parlano. Il tempio di Salomone era, per eccellenza, il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Come abbiamo sentito, esso fu realizzato da Salomone ma tutti i preparativi, compreso l’accumulo delle ricchezze enormi che servivano per la costruzione, vennero fatti da suo padre, Davide. La lettura era una sorta di “passaggio di consegne”. Davide sa bene che gli manca il tempo per realizzare una costruzione così importante, né, d’altronde, avrebbe potuto applicarvisi prima, dal momento che era impegnato nelle guerre di consolidamento o di espansione del regno. Davide accumula il denaro per la costruzione e passa a Salomone il compito di farlo. Più che le questioni tecniche è interessante il motivo per cui Salomone deve costruire il tempio. Davide, in tutto ciò che ha fatto, si è sempre sentito accompagnato da Dio. Ecco perché ha voluto continuare le opere che hanno contraddistinto il suo regno. Ora, a Salomone, che lo succederà nel governo, viene chiesta la stessa fede. Davide non chiede a Salomone altro che questo, di rimanere fedele a Dio. Non saranno, infatti, le opere che egli farà a renderlo grande, ma la sua fede. Davide ne è convinto! Salomone, però, come sappiamo bene, non seguirà le orme del padre. La costruzione che edificherà non corrisponderà più alla sua fede personale.
Vangelo
Gesù nella sua predicazione fa ritrovare a chi lo ascolta proprio questo centro. Egli guarisce un uomo. Tutti rimangono stupiti per la sua potenza, che può quello che nessun uomo può compiere. Tutti comprendono che la potenza che opera dentro di lui è sovraumana, è un segno della presenza di Dio. Gesù diventa segno della presenza del Padre. Molti lo riconoscono, molti no. Ecco perché Gesù prende spunto da quello che accade per ricordare a tutti che la sua vita è un segno. Un segno di vicinanza, un segno di benevolenza, un segno di condivisione, un segno che Dio ha voluto perché gli uomini non si sentissero abbandonati e ritrovassero la via di accesso al mistero di Dio. Eppure, dice il Signore con evidente sconforto, molti si attaccano ai segni senza avere parte alla condivisione della fede. Ecco il richiamo forte a chi lo accusa di operare nel nome del demonio. Gesù ricorda che qualsiasi regno diviso in se stesso cade, come era accaduto al regno di Israele e a tutti i segni che portava con sé. Gesù, richiamando la sua unità con Dio, ricorda anche il dovere dell’uomo di essere unito a Dio. Senza questa unione tutto si perde.
Per noi
Noi siamo sempre in bilico tra questi due centri di riflessione. Da un lato sappiamo bene che la fede non dovrebbe portarci a chiedere segni, dall’altro lato non abbiamo altro, a volte, per dire la nostra fede o per misurare la nostra adesione a Dio. Anche noi siamo sempre un po’ in bilico tra coloro che non vorrebbero lasciarsi sorprendere da un rimprovero del Signore per poca fede e, dall’altro, avvertiamo che senza cose concrete la nostra fede vacilla. Cosa fare? Come procedere? Credo che il Vangelo ci stia indicando precisamente la via. È possibile trovare un equilibrio tra segni concreti e cammino di fede solo quando si ha una misura alta della vita spirituale. Più uno si sprofonda nel mistero di Dio con la preghiera, meno ha bisogno di segni. Più uno è lontano da Dio, meno uno vive quella preghiera del cuore che consiste nel dialogo personale con Dio, più avrà necessariamente bisogno di cose concrete alle quali attaccarsi. Così che vale per noi la domanda:
- Noi come ci regoliamo in materia?
- Siamo più attaccati ai segni o ci sappiamo sprofondare in Dio così che tutto acquisti un senso? Segni compresi?
Santa Chiara, la santa che ricordiamo oggi, ha preso parte a molte vicende concrete degli uomini del suo tempo ed anche alle vicende politiche della sua città, prima dell’incontro con San Francesco e dopo di esso. Ella, pur in mezzo a mille preoccupazioni, ha saputo vivere una preghiera profonda e costante nel tempo. È questa la sua grandezza. Come ricordiamo, ella trattenne i Saraceni fuori dal suo converto, assediato, con la sola forza della preghiera e mostrando l’Eucarestia, potenza sotto la quale si era rifugiata.
Chiediamo a Santa Chiara di intercedere per tutti noi e di farci trovare quel giusto equilibrio che rende vera la ricerca di fede che deve infiammare i nostri cuori.