Giovedì 10 setembre

Settimana della 2 domenica dopo il martirio – Giovedì

Vangelo

Lc 17, 11-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Lungo il cammino verso Gerusalemme, il Signore Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Forse ricorderete anche voi una delle prime catechesi di papa Francesco che, nella sua semplicità di linguaggio, ha invitato a riscoprire il senso di alcune parole. Il cristiano è una persona che sa dire “grazie”, che sa esprimere il senso di un sincero ringraziamento che viene fatto a chi fa qualcosa per noi, banale o importante che sia. Potremmo dire che Gesù insegna che la sapienza del cristiano consiste in quell’atteggiamento eucaristico generale che il credente deve sempre avere. Fare eucarestia, significa ringraziare. Quando noi celebriamo l’Eucarestia, noi rendiamo grazie per quel pane e quel vino che divengono, in ogni celebrazione, la reale presenza di Cristo e, a partire da questo, ringraziamo per ogni cosa della vita nella quale scopriamo cosa Dio ci chiede o cosa Dio ci indica. Avere un “senso eucaristico della vita” significa saper sempre dire grazie, qui, ora, sempre, in ogni luogo, per quello che siamo, per quello che abbiamo, per quello che facciamo, per quello che riusciamo a testimoniare nella nostra esistenza… Avere il senso eucaristico della vita è quella sapienza che ci spinge a ringraziare sempre per quello che Dio ci dona di incontrare. Avere il senso eucaristico della vita è un atteggiamento interiore che ci spinge a ringraziare Dio per ogni giorno che ci viene donato, con le sue fatiche, con le sue gioie, con i suoi timori, con le sue certezze.

1 Petri

 1Pt 4, 1-11
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, avendo Cristo sofferto nel corpo, anche voi dunque armatevi degli stessi sentimenti. Chi ha sofferto nel corpo ha rotto con il peccato, per non vivere più il resto della sua vita nelle passioni umane, ma secondo la volontà di Dio. È finito il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani, vivendo nei vizi, nelle cupidigie, nei bagordi, nelle orge, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione, e vi oltraggiano. Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. Infatti anche ai morti è stata annunciata la buona novella, affinché siano condannati, come tutti gli uomini, nel corpo, ma vivano secondo Dio nello Spirito. La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!

Anche San Pietro ci aiuta a vivere il senso eucaristico dell’esistenza, attraverso le parole che abbiamo ascoltato. Ha il senso eucaristico dell’esistenza chi, da quando si converte, sa rompere con tutte quelle realtà che possono essere presenti nella vita degli altri, ma che non si addicono al cristiano. Ha il senso eucaristico dell’esistenza, chi diventa capace di condividere con gli altri e, memore dei suoi peccati, decide di vivere una forma di carità operosa per coprire la moltitudine dei peccati commessi. Ha il senso eucaristico dell’esistenza chi si mette a disposizione degli altri e chi mette a disposizione degli altri le cose che ha, per sovvenire la vita di ciascuno ma, evidentemente, soprattutto quella di chi si trova in qualche forma di indigenza. Vive il senso eucaristico della vita chi, invece di mormorare in continuazione, si mette dalla parte degli altri, e arriva a comprendere le ragioni di ciascuno, facendo trionfare, dove può, quella carità sincera che diventa il profumo della vita. Ha il senso eucaristico della vita chi esercita qualsiasi ufficio ricopra, come un mettersi a disposizione degli altri, con senso di responsabilità e con altruismo vero. Ha il senso eucaristico della vita chi vive delle cose del mondo semplicemente con lo spirito dell’amministratore che sa che ogni cosa deve tornare a Dio. Per questo non si comporta mai da padrone ma sempre da servo premuroso e fedele.

Per noi

    • Ho il senso eucaristico della vita?
    • Vivo quello che so fare come un mettermi a disposizione degli altri in forma gratuita e per servire l’uomo?

    Se noi cristiani avessimo il coraggio di vivere l’Eucarestia fino in fondo, non saremmo lontani da questa sapienza. Se noi andassimo alla celebrazione della Messa non come chi vive un rito, non come chi cerca un frutto per sé, non come chi è ripiegato su una preghiera intimistica e, spesso, egoista, potremmo davvero cogliere il senso eucaristico della vita e farne la nostra prima manifestazione di sapienza.

    Ci aiuti sempre la Beata Madre di Dio, che continuiamo a onorare in questi giorni, per cercare quella sapienza della vita che dà senso alla nostra esistenza e che rende vera e piena anche la vita degli altri.

2020-09-04T16:03:59+02:00