Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – mercoledì
La spiritualità di questo giorno
Il dono del tempo.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 43, 1-8
Lettura del libro del Siracide
Vanto del cielo è il limpido firmamento, spettacolo celeste in una visione di gloria. Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama: «Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!». A mezzogiorno dissecca la terra e di fronte al suo calore chi può resistere? Si soffia nella fornace nei lavori a caldo, ma il sole brucia i monti tre volte tanto; emettendo vampe di fuoco, facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. Grande è il Signore che lo ha creato e con le sue parole ne affretta il corso. Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi, regola i mesi e indica il tempo. Viene dalla luna l’indicazione di ogni festa, fonte di luce che decresce fino a scomparire. Da essa il mese prende nome, mirabilmente crescendo secondo le sue fasi. È un’insegna per le schiere in alto, splendendo nel firmamento del cielo.
SALMO Sal 103 (104)
Tutto hai fatto con saggezza, Signore.
Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l’ora del tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte:
in essa si aggirano tutte le bestie della foresta.
Sorge il sole: si ritirano
e si accovacciano nelle loro tane. R
Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti,
dissetino tutte le bestie dei campi
e gli asini selvatici estinguano la loro sete.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde. R
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R
VANGELO Mc 1, 21-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. A Cafàrnao, il Signore Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
L’atteggiamento di sapienza
C’è un atteggiamento di sapienza o di insipienza nel guardare al dono che è il tempo e nel viverlo bene. Il libro del Siracide ci ha ricordato tutto questo mentre esaltava Dio creatore di ogni cosa per la bellezza e per l’utilità del sole e della luna. Dall’uno abbiamo le ore di luce, il tempo per lavorare e per dedicarci alle diverse attività della vita. Godiamo del suo calore, sappiamo che molti doni della terra dipendono proprio dal suo calore. Dall’altra, cioè dalla luna, discende il tempo del riposo, ma anche tutti i fenomeni ad essa legati. Non solo. La sua dolce luce è compagnia per la notte e lo splendore del firmamento è invito alla contemplazione, da non opporsi all’attività, essendo complementare con essa. Dalla luna, poi, dipende il calendario, dal momento che il saggio scrive quanto tutte le feste e tutto lo svolgersi dell’anno sono legati proprio alla luna e alle sue fasi. Il saggio non solo osserva tutte queste cose e ne fa atto di ringraziamento a Dio, ma anche vive con serenità, ricordandosi che Dio è l’autore di ogni cosa, di ogni bene ma, soprattutto, l’autore del tempo, lui che vive nell’eternità, cioè in quell’eterno presente che non conosce alterazioni di sorta.
Il Verbo, la seconda persona della Trinità, condivide, ovviamente, questa eternità. Tuttavia, accettando il mistero dell’Incarnazione, Gesù decide di venire nel tempo. Entra nel mondo in un giorno preciso, così come esce dal mondo, per così dire, in un giorno altrettanto preciso. Anche la vita di Cristo è fatta di istanti, di momenti, di tempi, di opere che sono nel tempo. Ce lo ricorda molto bene la pagina di Vangelo che abbiamo ascoltato. Il Signore viene ritratto in una sua giornata “tipo”, la giornata di Cafarnao. Con un prolungato momento di unione al Padre nella preghiera al mattino, come pure un altro momento disteso di preghiera la sera, terminate le attività del giorno, il resto del suo tempo è tutto occupato da realtà umane: l’ascolto di coloro che lo interrogano, la vicinanza a chi è nel dolore, il compiere alcuni miracoli. Tutta la giornata di Cafarnao ci ricorda che tutte le opere di Cristo hanno preso origine dal suo amore, dalla sua capacità di ascolto degli uomini, dal suo cuore infinitamente grande e buono. Gesù ha vissuto il tempo della sua vita in pienezza. La pienezza che viene dall’incontro con il Padre, la pienezza che viene dal desiderio di condividere la vita con gli uomini, la pienezza che viene da quella sua donazione unica, efficace, piena che è la sua Pasqua, la sua donazione per amore.
Il nostro cammino di fede
Cristo, insieme al sapiente del Primo Testamento, ci insegna come vivere il tempo. La Scrittura ci ricorda che il nostro tempo trova il suo pieno senso quando noi lo sappiamo illuminare alla luce della preghiera, dell’appartenenza a Cristo. Ecco il richiamo, anche per noi, ad un momento di preghiera che dia senso, unione, pieno compimento alle opere del giorno. Senza questo momento di sintesi, probabilmente, avremmo la percezione solo delle “cose” della giornata, ma non del loro valore. Come credenti, invece, siamo chiamati a sperimentare il valore della fede nelle cose di ogni giorno, il che significa che o noi riusciremo a rileggere tutte le nostre opere in Cristo, o avremo solamente presente il senso di una fatica grande, forse anche insuperabile.
In secondo luogo queste pagine bibliche ci insegnano che la vita ha senso quando diventa donazione. Donazione agli altri, donazione di amore, donazione di vicinanza, donazione che ricorda una appartenenza. Quando la vita, ad imitazione di Cristo, diventa donazione nel bene, allora si apre il significato massimo dell’esistenza a ciascuno di noi. Senza questa dimensione di partecipazione, non si va da nessuna parte! Solo chi fa della propria vita un continuo atto di donazione nel bene e solamente chi vive in questo un tentativo di imitare la donazione di Cristo all’uomo, realizza perfettamente sé stesso, dona al mondo la pace, guida i suoi passi verso la stabilità e la piena realizzazione di sé.
Intenzioni di preghiera
In questo giorno che si apre, suggerirei di pregare per noi, perché tutte le ore di questa giornata possano essere vissute con questa logica. Chiediamo al Signore questa grazia per questo giorno, per evitare di sentire parlare di alcune realtà ma senza poi scendere nel concreto della vita. Preghiamo perché tutti possiamo avvertire il fascino che viene da una vita coerente, e cerchiamo di dedicarci ad essa. Ringraziando il Signore per il dono del tempo che ci viene rinnovato, chiediamo di saperlo vivere bene, con intensità di vita, con vera sapienza.
Pregiamo per chi va sempre di fretta, per chi non sa dare senso al suo tempo, perché incontri, in Cristo, la possibilità di realizzazione di sé che riguarda tutti.
Preghiamo per chi non sa che il tempo è abbastanza prezioso e vive come se non esistesse un domani…
Preghiamo per noi e intercediamo per gli altri!