Venerdì 11 marzo

Settimana della 1 domenica di quaresima – venerdì 

Il vespero

Il venerdì di Quaresima ha un sapore del tutto particolare. Anzitutto vi ricordo che questa celebrazione era una celebrazione serale, quasi notturna, che procedeva poi con una veglia. È per questo che ci sono 4 letture tutte prese dal Primo Testamento: il cammino che le letture ci propongono è quello di avvicinarci alla Pasqua del Signore rileggendo i testi antichi della storia della salvezza che hanno progressivamente preparato la Pasqua di Gesù.

Quest’anno, mentre dedichiamo tutta la Quaresima al tema della paura, mi lascio ispirare anche da queste letture per trovare un proseguimento per il nostro quaresimale. Per questo non rileggeremo le 4 letture singolarmente, come lo scorso anno, ma nel loro complesso, per poi trarre una riflessione da applicare a noi.

La Parola di Dio per questo giorno

Ecco le letture che si leggono oggi nella liturgia del Vespero con i loro salmelli e orazioni: (è consigliabile la celebrazione comunitaria alle ore 18.00 nella Chiesa di San Giulio)

I LETTURA Lv 23, 1. 5-8
 
Lettura del libro del Levitico
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Il primo mese, al quattordicesimo giorno, al tramonto del sole sarà la Pasqua del Signore; il quindici dello stesso mese sarà la festa degli Azzimi in onore del Signore; per sette giorni mangerete pane senza lievito. Nel primo giorno avrete una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile. Per sette giorni offrirete al Signore sacrifici consumati dal fuoco. Il settimo giorno vi sarà una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile».

SALMELLO Cfr. Es 12, 18a. 11f; Esd 6, 20a-c
L Nel primo mese, il giorno quattordici del mese, alla sera,
T celebreremo la Pasqua del Signore.


L Si purificheranno tutti insieme come un sol uomo: tutti saranno mondi.
T Celebreremo la Pasqua del Signore.

ORAZIONE
Sostieni, o Dio, la fragilità del tuo popolo con la pratica della penitenza; fa’ che, fedeli a te, con l’aiuto del tuo amore, cogliamo i frutti desiderati della celebrazione pasquale. Per Cristo nostro Signore.

II LETTURA Ez 45, 18-24

Lettura del profeta Ezechiele
Così dice il Signore Dio: «Il primo giorno del primo mese, prenderai un giovenco senza difetti e purificherai il santuario. Il sacerdote prenderà il sangue della vittima del sacrificio per il peccato e lo metterà sugli stipiti del tempio e sui quattro angoli dello zoccolo  dell’altare e sugli stipiti delle porte del cortile interno. Lo stesso farà il sette del mese per chi abbia peccato per errore o per ignoranza: così purificherete il tempio. Il quattordici del primo mese sarà per voi la Pasqua, festa d’una settimana di giorni: si mangerà pane azzimo. In quel giorno il principe offrirà, per sé e per tutta la popolazione del paese, un giovenco in sacrificio per il peccato; nei sette giorni della festa offrirà in olocausto al Signore sette giovenchi e sette montoni, senza difetti, in ognuno dei sette giorni, e un capro in sacrificio per il peccato, ogni giorno. In oblazione offrirà un’efa per giovenco e un’efa per montone, con un hin di olio per ogni efa».

SALMELLO Cfr. Sal 67 (68), 27. 21. 32-33
L Benedite Dio nelle vostre assemblee, benedite il Signore voi, stirpe d’Israele.
T Il nostro Dio è un Dio che salva; il Signore Dio libera dalla morte.


L Verranno i grandi dall’Egitto, l’Etiopia tenderà le mani. Regni della terra cantate a Dio, cantate inni al Signore.
T Il nostro Dio è un Dio che salva; il Signore Dio libera dalla morte.


ORAZIONE
Sii tu, o Dio, il nostro maestro interiore; guidaci sulla strada della giustizia e, donandoci il desiderio di una vita più perfetta, rendi perenne in noi la grazia del mistero pasquale. Per Cristo nostro Signore.

III LETTURA
 Lv 6, 17-22

Lettura del libro del Levitico
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Questa è la legge del sacrificio per il peccato. Nel luogo dove si scanna l’olocausto sarà scannata davanti al Signore la vittima per il peccato. È cosa santissima. Il sacerdote che l’avrà offerta come sacrificio per il peccato, potrà mangiarla; dovrà mangiarla in luogo santo, nel recinto della tenda del convegno. Tutto ciò che verrà a contatto con la sua carne sarà santo; se parte del suo sangue schizza sopra una veste, laverai il lembo macchiato di sangue in luogo santo. Ma il vaso di terra, che sarà servito a cuocerla, sarà spezzato; se è statacotta in un recipiente di bronzo, questo sarà strofinato bene e sciacquato con acqua. Tra i sacerdoti ogni maschio ne potrà mangiare. È cosa santissima”». PdD

SALMELLO Cfr. Eb 10, 8b. 5c. 7. 12a. 14; Sal 39 (40), 8-9
L Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato; un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
T per fare, o Dio, la tua volontà».

L Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, con un’unica oblazione ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati,
T per fare, o Dio, la tua volontà.


ORAZIONE
O Padre, che nel sangue prezioso del tuo Unigenito hai redento tutti gli uomini, custodisci in noi l’opera della tua misericordia perché, celebrando questi santi misteri, riceviamo con larghezza i frutti della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

IV LETTURA Is 63, 1-3a

Lettura del profeta Isaia
«Chi è costui che viene da Edom, da Bosra con le vesti tinte di rosso, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza?». «Sono io, che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare». «Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?». «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me».

SALMELLO Cfr. Sal 21 (22), 11. 10. 32b-c. 12. 24a. 25c-d. 30-31
L Dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. Sei tu che mi hai tratto dal grembo, al mio nascere mi hai raccolto, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
T Al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!».

La vittima sacrificale nel sacrificio della prima alleanza

Tutte le letture di oggi ci hanno presentato una lezione sul tema della vittima sacrificale. Voi sapete che, nel Primo Testamento, l’alleanza con Dio era sigillata dal sacrificio che veniva compiuto nel tempio di Gerusalemme. Come abbiamo sentito nelle letture era ritenuta “cosa santissima”. Ecco perché l’agnello o la vittima da sacrificare doveva essere scelta, purissima, senza difetto, senza macchia. Era il “meglio” da offrire a Dio perché Egli si piegasse sugli uomini con la sua benevolenza.

È però la quarta lettura che introduce qualcosa di nuovo che noi capiamo molto meglio che non queste Scritture più antiche e più difficili. Il profeta, infatti, intuisce che non sarà il sacrificio di un animale, per quanto perfetto, a riconciliare tutta l’umanità con Dio, ma il sacrificio di un uomo. Il profeta intravede il tempo messianico, “sogna” per così dire, il tempo del Messia e descrive quest’uomo come un uomo con la veste macchiata di rosso, che esce dal tino nel quale ha pigiato l’uva. Un simbolo molto forte che rimanda al sacrificio del Signore che noi ripetiamo nella Santa Eucarestia nella quale, per l’appunto, consacriamo il vino benedetto, cioè il succo dell’uva. L’immagine di quest’uomo che, da solo, sacrifica sé stesso è l’immagine con la quale noi tutti, in Quaresima in particolar modo, guardiamo al sacrificio del Signore e al suo donarsi per la nostra salvezza eterna. Oggi, nel giorno del venerdì, la Chiesa ci invita a mettere al centro della nostra contemplazione proprio la Croce del Signore, quindi ci sentiamo in particolare sintonia con Gesù, il servo sofferente, l’uomo dei dolori che tutto sopporta per noi, tutto offre per noi.

La paura di sacrificarsi

Proprio da queste Scritture vorrei trarre il tema di riflessione per questo primo venerdì di Quaresima. Noi tutti sappiamo molto bene che, ai cristiani, è sempre stato proposto come ideale cristiano quello del “sacrificio”. Soprattutto la spiritualità del 1800, della quale anche noi, fino a poco tempo fa, eravamo eredi, ha puntato moltissimo su questo genere di spiritualità. Il tema del sacrificio ha educato generazioni e generazioni di fedeli a non contare il lavoro che si svolge, anche nel nascondimento, a favore degli altri; ha insegnato ad offrire a Dio le fatiche, anche fisiche, che si incontrano nel cammino della vita; ha proposto svariate forme di preghiera per avere quella forza necessaria che serve per sostenere questa fatica del servire gli altri; ha insegnato, anche ai ragazzi più giovani, a stare in silenzio, ad obbedire, ad offrire anche il proprio dissenso su alcune realtà per favorire l’unità; ha fatto crescere moltissimi con l’unico compito di accettare tutte le umiliazioni della vita, specialmente quelle inflitte dai “superiori” (genitori, insegnanti, uomini importanti nella società…) per essere, in qualche modo, graditi a Dio. Ci sono ordini religiosi che hanno costruito su questa spiritualità il loro stesso ordine, la propria regola di vita.

Oggi noi tutti siamo lontani anni luce da questo modo di vedere, da questo modo di sentire. Non abbiamo più la spiritualità del sacrificio, anzi, ogni fatica che la vita ci propone pare eccessiva, insopportabile, inaudita, ingiusta. Questo, spesso, genera risentimento o depressione, a seconda dei casi, degli umori delle persone, dei caratteri.

Credo che le letture ci stiano dicendo che una vita senza sacrificio, in fondo, non è pensabile. Se è vero che non occorre cercare il sacrificio, se è altrettanto vero che non occorre desiderare difficoltà e sacrifici perché sarebbe, in fondo, una cosa innaturale, è però vero che il sacrificio, la fatica, entrano comunque nella vita di un uomo. Ogni uomo, ogni donna, in ogni tempo, in ogni condizione, in ogni società, hanno le loro fatiche. Il cristianesimo insegna a prendere coraggiosamente le fatiche che la vita porta e propone, per viverle alla luce di Cristo, l’uomo dei dolori, che prende su di sé la propria fatica e ne fa una donazione a Dio Padre. Così dovrebbe fare anche il cristiano: egli prende coraggiosamente la fatica che non cerca, che non desidera appositamente, e la offre a Dio. La fatica dell’uomo si unisce alla fatica di Cristo; il sacrificio che ogni uomo vive si unisce al sacrificio di Cristo e trova valore proprio per questo. È Cristo che purifica il sacrificio dell’uomo e lo porta in offerta a Dio Padre. Dio, che è sempre vicino all’uomo, sostiene coloro che sono oppressi da fatiche e sacrifici e dona forza perché tutto possa essere sostenuto e torni a giovamento dell’anima.

Noi abbiamo paura del sacrificio. Noi abbiamo paura anche della fatica. Non siamo più pronti a fare fatica, non vogliamo saperne di sacrificio.

Uscire dalla paura di sacrificarsi

Come si esce da questa paura? Credo che la sola via sia quella dell’accettazione delle fatiche e dei sacrifici che la vita impone. Non un’accettazione rassegnata, non un’accettazione piena di risentimento, ma un’accettazione che nasce dal vivo desiderio di seguire il Signore. C’è una resistenza anche dentro i discepoli su questo argomento. È naturale che anche noi cerchiamo di resistere di fronte all’idea di fare fatica, di soffrire, di sacrificarci. Eppure la vita continua a proporci queste strade. Il cristiano non si rifiuta di percorrerle. Il cristiano, ben sapendo che Cristo ha dato questo esempio, percorre le medesime strade, sostenuto dalla potente intercessione di Cristo. Il cristiano sa che questa è la via da riproporre a sé stesso, da seguire, da vivere. Il cristiano sostiene la sua donazione a Cristo attraverso l’Eucarestia e trae dal sacrificio dell’altare quella forza che gli è necessaria per vivere la propria situazione, cerca la via di uscita dalle proprie difficoltà, non teme la fatica da affrontare ma cerca in Cristo l’aiuto necessario per vivere anche questo travaglio.

La contemplazione della Croce che oggi viviamo ci serva a questo, ci aiuti a scoprire che non è nel rifiuto della fatica e del dolore che il cristiano cresce, ma è nell’offrire a Dio il proprio sacrificio che si trova quel senso delle cose che permette di camminare alla luce della fede.

Stiamo in silenzio davanti alla Croce. Davanti all’uomo dei dolori riscopriamo il senso del nostro soffrire. Intercediamo per coloro che sono in un momento di particolare sofferenza e difficoltà.

Maria, alla quale una “spada ha trafitto l’anima” ci aiuti a crescere in questa donazione seguendo il Figlio suo, trovando così il senso del nostro sacrificarci per il bene nostro e degli altri.

2022-04-14T08:12:29+02:00