Lunedì 11 marzo

Settimana della quarta domenica di Quaresima – lunedì

La spiritualità di questa settimana

Dedichiamo questa settimana a cercare tracce di una benedizione particolare: la benedizione di chi sa vedere oltre il proprio tempo e oltre la propria condizione. Direi quasi un modo profetico di stare nella storia.

La Parola di questo giorno

GENESI 25, 19-26
Lettura del libro della Genesi

Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l’Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano, l’Arameo. Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si divideranno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano nel suo grembo. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero.

SALMO Sal 118 (119), 89-96

La tua fedeltà, Signore, dura per ogni generazione.

Per sempre, o Signore,
la tua parola è stabile nei cieli.
La tua fedeltà di generazione in generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda. R

Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
Se la tua legge non fosse la mia delizia,
davvero morirei nella mia miseria. R

Mai dimenticherò i tuoi precetti,
perché con essi tu mi fai vivere.
Io sono tuo: salvami,
perché ho ricercato i tuoi precetti. R

I malvagi sperano di rovinarmi;
io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.
Di ogni cosa perfetta ho visto il confine:
l’ampiezza dei tuoi comandi è infinita. R

PROVERBI 22, 17-19. 22-25
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, porgi l’orecchio e ascolta le parole dei sapienti, applica la tua mente alla mia istruzione: ti saranno piacevoli se le custodirai nel tuo intimo, se le terrai pronte sulle tue labbra. Perché sia riposta nel Signore la tua fiducia, oggi le faccio conoscere a te. Non depredare il povero perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale, perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati. Non ti associare a un collerico e non praticare un uomo iracondo, per non abituarti alle sue maniere e procurarti una trappola per la tua vita.

VANGELO Mt 7, 1-5
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

La benedizione dei figli di Isacco

Rileggendo il brano rimaniamo colpiti da alcune sottolineature della Scrittura.

La prima. Poiché si dice che Isacco quando si sposò aveva quarant’anni anni e poiché si dice che quando nacquero i suoi figli ne aveva sessanta, si deduce che il tempo in cui egli rimase solo con Rebecca fu molto lungo, circa vent’anni. Un tempo non solo di solitudine dei due coniugi, ma anche un tempo di preghiera. Un tempo nel quale Isacco chiese a Dio il dono dei figli. Tempo di attesa, tempo di preghiera, tempo di immersione nel mistero di Dio che ha i suoi tempi. Tempo, anche, della speranza. Isacco e Rebecca, insieme, attendono. Non sanno che cosa accadrà, ma vivono di speranza e di fede. Come già Abramo.

La seconda. Quando Rebecca rimane incinta, ecco che avverte che qualcosa dentro di lei è come un segno premonitore e, per questo, va a consultare il Signore. È molto bella questa espressione con la quale si capisce che Rebecca chiede non tanto la spiegazione medica della cosa, ma il suo significato spirituale. Secondo le conoscenze del tempo ci sarebbe stata anche una spiegazione medica degli accadimenti. Ma a Rebecca non interessa più di tanto. Ella vuole capire se quello che sente dentro di sè è un segno e, in caso affermativo, di che cosa. Così ottiene risposta dall’uomo di Dio che contatta e capisce che avrà due figli, con una storia particolare, che li terrà sempre legati ma non nella maniera convenzionale. Avverrà che “il maggiore servirà il più piccolo”, cosa che mette Rebecca in una certa agitazione, poiché si tratta di uscire dalla mentalità comune, dalla mentalità del tempo.

La terza. Quando nascono i due figli, si comprende la loro diversità. Diversità fisica: Esaù è il primo, peloso e rosso. Giacobbe tiene in mano il calcagno del fratello ed è questo il vero segno che mette tutti in fase di preoccupazione. Tutti gli uomini di fede interpretano il segno come qualcosa che avverrà nelle loro vite. Non si sa che cosa, ma già dalla nascita, già da subito, si capisce che il loro rapporto sarà complicato e burrascoso e che non sarà facile tenere insieme due personalità che, già alla nascita, erano così diverse.

Il brano, nel suo insieme e con queste sottolineature, ci indica due cose: Dio tiene in mano la storia degli uomini. La storia del mondo non va mai nel senso preventivato, ma avviene sempre quello che Dio vuole. Isacco e Rebecca si sentono benedetti da Dio ma, al tempo stesso, avvertono anche che quella benedizione trascende le loro vite, andrà più lontano di loro, sarà per tutti. Il non capire come ciò avverrà, del resto, non preoccupa i genitori: tutto è nelle mani di Dio, sarà Lui a portare avanti la cosa! Isacco e Rebecca ritengono di essere solo strumenti, strumenti di una benedizione universale.

L’importanza di una benedizione – invito alla riflessione

Credo che gli insegnamenti di questa settimana servano a tutti per capire che noi siamo solo una piccola, piccolissima tessera di un mosaico immensamente più grande. Tessere importanti e significative, ma dentro un disegno che noi non comprenderemo mai nella sua forma definitiva. La Scrittura ci dice poi che il rapporto tra i popoli, spesso burrascoso, litigioso, capace di sfociare in guerre e tensioni, si perde nella notte dei tempi. È così e sarà così per sempre! Ecco cosa ci dice la Scrittura con tanta buona pace di tutti! Ci sono storie di popoli che non si concilieranno mai. Ci sono storie di popoli che saranno sempre in lotta tra di loro. Occorre anche sapere fare i conti con questa realtà. La sua accettazione non solo è già affermazione di sapienza, ma ci aiuta a capire che, davvero, tutte le cose sono nelle mani di Dio e Dio se ne serve per condurre avanti la sua storia di relazione e di alleanza con gli uomini.

Chiediamo al Signore, in questa nostra preghiera, non già di capire quanto avviene in diverse parti della terra… non lo capiremo mai! Chiediamo piuttosto di essere certi che Lui accompagna anche le relazioni difficili e burrascose e tutto ciò che potrebbe anche opporsi all’uomo stesso. Credo che sapere che c’è comunque una benedizione di Dio anche su queste cose, ci aiuti non poco, anche a rileggere la sempre complicata relazione tra i popoli del Medio Oriente di cui anche noi siamo testimoni.

L’esercizio e la conversione di fede che ci è chiesta è proprio questa: cerchiamo di mettere sempre davanti a tutto, anche ai nostri giudizi storici, quella benedizione che Dio non fa mai mancare a chi si affida a Lui. Quaresima è anche tempo per questa conversione.

Per noi e per il nostro cammino

  • Faccio miei questi richiami di conversione?
  • So che, davvero, tutti i popoli sono benedetti in Cristo?
  • Come vedo questa benedizione presente nel mio mondo e nel mio tempo?
2024-03-08T12:15:56+01:00