Settimana in albis – martedì
La spiritualità di questo giorno
La consolazione nella normalità della vita.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 3, 25 – 4, 10
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Pietro disse al popolo: «Voi, fratelli, siete i figli dei profeti e dell’alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità». Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato».
SALMO Sal 117 (118)
Rendete grazie al Signore,
il suo amore è per sempre.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. R
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze,
la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze. R
EPISTOLA 1Cor 1, 4-9
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
VANGELO Mt 28, 8-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.
Vangelo
Come ho detto, in questi giorni, che sono poi l’unico giorno di Pasqua, ci lasciamo guidare dal Vangelo in questi incontri. L’incontro di oggi è determinato dalla presenza stessa del Signore risorto.
Il Vangelo mette chiaramente in luce che è Gesù che va incontro alle donne. Particolare bellissimo della narrazione. Non sono le donne ad andare incontro al Signore, ma è Gesù che, spontaneamente, per primo va loro incontro. È come se volesse consolarle di persona, come se volesse venire incontro alle loro difficoltà, ai loro dubbi, alle fatiche che esse stanno provando.
Non solo. Il Signore fa anche una promessa: quella di parlare a tutti, di farsi rivedere nel collegio degli apostoli. La sua consolazione non è, quindi, solo per loro, per le donne che sono venute al sepolcro, ma è per tutti, anche per coloro che, ora, non sono fisicamente presenti alla scena. Questa visione e questa consolazione avverranno in Galilea, il luogo dove tutto era iniziato, il luogo della vita comune, il luogo dove tutto aveva preso forma. Credo che sia importantissima questa ulteriore sottolineatura, perché ci ricorda che la consolazione del Signore avviene nelle cose ordinarie. I discepoli, e le donne, non dovranno rimanere a Gerusalemme, dove avevano accompagnato il Signore per la Pasqua. Dovranno ritornare a casa loro, nei luoghi a loro familiari, nei luoghi dove hanno vissuto, lavorato, dove si sono incontrati e dove hanno incontrato il Signore. È lì che avverrà di nuovo quella rivelazione che permetterà a ciascuno di approfondire meglio quella relazione con il Maestro che è diventato il Signore Risorto.
Il tutto avviene in una cornice di riverenza e di rispetto. Le donne abbracciano i piedi del Signore e lo baciano. È un segno di devozione per quelle piaghe, per quel segno dei chiodi che il Signore porta nel suo corpo e che diventa attestazione della realtà della sua risurrezione. Ma è anche segno del loro volerlo trattenere, del non volersi staccare da lui. Segno bellissimo che dice non solo la tenerezza, ma anche la fondamentalità di quel loro gesto. Chi ha passato i giorni del dolore insieme al Signore, ora non vorrebbe staccarsi più da Lui.
Per contro c’è una scena di fortissima incredulità. Abbiamo sentito anche di come altri uomini cercano di mettere a posto la cosa basandosi sul loro modo di vedere la realtà. La menzogna che si diffonde è un tentativo di controllare le notizie, operazione triste, più volte ripetuta nella storia, anche ai nostri giorni. È il modo di intervenire di chi non si lascia avvincere dalla presenza di Cristo. È il modo di intervenire di chi non cerca la Verità, ma solo una comoda scusa per coprire tutto.
Il nostro cammino di fede
Credo che anche noi abbiamo molto da meditare su questo testo. Personalmente mi fermerei però su questo invito a tornare in Galilea, a tornare alle cose normali, a tornare nelle proprie abitazioni, al proprio lavoro, per assaporare la verità della Pasqua. Noi, di fatto, abbiamo in mente un po’ il contrario. Abbiamo in mente che è solo nelle situazioni straordinarie che si può incontrare il Signore, perché quelle ordinarie sono piene di altre cose: famiglia, lavoro, affetti, doveri, attese, aspettative… insomma, non riteniamo che il contesto ordinario sia quello più adatto per un incontro con il Signore della storia. Il Vangelo ci sta dicendo esattamente il contrario. Sarà il modo di vivere di ogni giorno che dirà come abbiamo passato la Quaresima e come abbiamo celebrato la Pasqua. Sarà la speranza che noi vivremo nei nostri giorni feriali a dire quale intensità di celebrazione abbiamo vissuto. Sarà la vita normale a dire cosa abbiamo nel cuore, se la speranza di un incontro con il Signore, oppure se abbiamo già il cuore da un’altra parte.
Intenzioni di preghiera
Oggi, allora, preghiamo per noi. Preghiamo perché possiamo dare vera testimonianza al Signore risorto nelle nostre case, nelle nostre vite, nel nostro modo di vivere le cose di tutti i giorni e di sempre. Preghiamo perché la testimonianza che diamo al Signore sia davvero limpida, bella, semplice, partendo dalle cose di cui è fatta la nostra vita.
Preghiamo anche perché possiamo trattenere il Signore tra noi, nel cuore. Facciamo in modo che tutto l’impegno quaresimale che abbiamo vissuto non sia finito. Chiediamo al Signore che la nostra preghiera continui intensamente, per farci vivere meglio la nostra fede, il nostro incontro con il Signore.