Mercoledì 12 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – mercoledì

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 43, 9-18
Lettura del libro del Siracide

Bellezza del cielo è la gloria degli astri, ornamento che brilla nelle altezze del Signore. Stanno agli ordini di colui che è santo, secondo il suo decreto, non abbandonano le loro postazioni di guardia. Osserva l’arcobaleno e benedici colui che lo ha fatto: quanto è bello nel suo splendore! Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, lo hanno teso le mani dell’Altissimo. Con il suo comando fa cadere la neve e fa guizzare i fulmini secondo il suo giudizio: per esso si aprono i tesori celesti e le nubi volano via come uccelli. Con la sua potenza egli condensa le nuvole e si sminuzzano i chicchi di grandine. Il rumore del suo tuono fa tremare la terra, e al suo apparire sussultano i monti; secondo il suo volere soffia lo scirocco, così anche l’uragano del settentrione e il turbine dei venti. Egli sparge la neve come uccelli che discendono, come locusta che si posa è la sua caduta. L’occhio ammira la bellezza del suo candore e il cuore stupisce nel vederla fioccare.

SALMO Sal 103 (104)

Tutto hai fatto con saggezza, Signore.

Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l’ora del tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte:
in essa si aggirano
tutte le bestie della foresta.
Sorge il sole: si ritirano
e si accovacciano nelle loro tane. R

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti,
dissetino tutte le bestie dei campi
e gli asini selvatici estinguano la loro sete.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde. R

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R

VANGELO Mc 1, 21-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. A Cafàrnao, il Signore Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Vangelo

A Cafarnao, entrato di Sabato nella loro sinagoga, il Signore Gesù insegnava”. L’inizio della predicazione del Signore sembra quasi un inizio minore. Non una città rinomata ed importante, ma una città che era poco più che un villaggio, Cafarnao. Non la “nobile” Giudea ma la “detestabile” Galilea, con il suo meticciato culturale e religioso. Non il tempio ma la sinagoga, una piccola sinagoga. Non un inizio con richiami riconoscibili a tutti ma un sabato qualunque del tempo, mentre gli uomini, le donne, i bambini comuni erano già radunati per quello che facevano abitualmente: andare in sinagoga il giorno di sabato. Come, del resto, aveva fatto Gesù fino a quel momento, con Maria e Giuseppe, secondo il rito della fede che il Figlio di Dio ha appreso dalla sua famiglia.

Insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi”. L’inizio della predicazione di Gesù non colpisce per il contenuto. Colpisce per lo stile profondamente diverso da quello dei maestri del tempo. La gente che era là, in quella sinagoga, non ci dice cosa ha sentito, come ha pregato Gesù. La gente esce dal piccolo luogo di preghiera e dice semplicemente che Gesù è diverso dagli altri.

Un demonio parla: “che vuoi da noi Gesù Nazareno?”. È sempre un demonio quello che parla nella coscienza dell’uomo quando si ritiene che Dio abbia qualcosa da chiedere. La risposta dell’uomo indemoniato all’incontro con Dio è sempre questa: fa nascere il sospetto che Dio venga a chiedere qualcosa e non a donare qualcosa.

Il Signore risponde ed ordina: “taci, esci da lui”. L’inizio della predicazione di Gesù porta subito un dono. A quell’uomo il dono della salvezza, ma questo è il dono che viene proposto a tutti noi, a chiunque chiede. Il dono della presenza del Signore si quantifica subito! Dio porta pace e tranquillità dell’anima. La reazione della gente è così forte che “gli portavano tutti i malati e gli indemoniati”. L’inizio della predicazione fa subito accorrere a Lui. Non si sa bene cosa dice, non si sa bene cosa chiede, non si avverte cosa propone. Ma si sa che chi lo incontra rimane guarito nelle sue infermità.

Così come accade anche nella casa di Simone, con la guarigione di una donna. Una donna vecchia, malata, a chi stava a cuore? Solo ai propri cari che l’accudivano. Invece il Figlio di Dio dimostra che a Dio sta a cuore anche una povera vecchia malata, di un piccolo paese che nessuno conosce. Questa è la tenerezza di Dio! Questo è il motivo dello stupore che Gesù genera.

Siracide

Se accade questo nella sinagoga di Cafarnao, o in casa di Simone o sulla soglia di essa, è perché la gente aveva però nelle orecchie e nel cuore la riflessione del Siracide, ovvero è perché la gente era abituata a vivere anche di contemplazione. Il Siracide ci diceva che un uomo di fede vive sempre con “il naso all’insù”, guarda il cielo, guarda ciò che accade per guardare Dio. L’uomo di fede si sa stupire per un arcobaleno, ringrazia Dio nei giorni del sole e della pioggia che rende feconda la terra. Sa commuoversi per la neve, ma sa anche che la grandine e lo scirocco, che rovinano la vita dell’uomo e spesso il suo raccolto, sono pur sempre parte della creazione di Dio. L’uomo di fede si sa stupire per ogni cosa e loda Dio per ogni cosa. A Cafarnao hanno fatto questo perché erano istruiti in questo atteggiamento di lode profonda che il credente deve sempre tributare a Dio.

Per noi

Vorrei oggi proporvi di meditare proprio a partire da questa idea del ringraziamento per la vita, per quello che siamo, per quello che abbiamo, nella bellezza delle nostre vite e nella loro piccolezza, difficoltà e, persino, peccato.

Oltre a questo credo che ciò per cui dobbiamo ringraziare sia il nostro incontro con Cristo. Che cosa sarebbe la nostra vita se non avessimo incontrato Cristo? Che cosa sarebbe mai la nostra esistenza se non avessimo avuto la grazia di quell’incontro di fede da cui dovrebbe dipendere tutta la nostra vita? Io credo che saremmo in una povertà maggiore, inquantificabile, indescrivibile. Come vediamo nella vita di molte persone che non hanno fede. Nel loro non avere fede scorgiamo quella povertà che ci rammarica, che ci induce a pensare. Noi non abbiamo fatto niente per meritarci di incontrare i Signore, esattamente come quegli uomini sul lago. Non fecero niente per incontrare il Signore. Fu grazia. L’atteggiamento della nostra fede di ogni giorno dovrebbe essere quello della lode, del ringraziamento. Nel sapere che non abbiamo meriti, conserviamo quella lode a Dio che ci ha tratto dalla nostra povertà al tesoro della sua conoscenza. È questo ciò che illumina e rischiara la nostra vita.

  • Abbiamo in noi questa consapevolezza?
  • Viviamo nella nostra preghiera questa lode?
2022-01-05T23:45:45+01:00