Giovedì 13 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – giovedì

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 44, 1. 15-18
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. I popoli parlano della loro sapienza, l’assemblea ne proclama la lode. Enoc piacque al Signore e fu rapito, esempio di conversione per tutte le generazioni. Noè fu trovato perfetto e giusto, al tempo dell’ira fu segno di riconciliazione; per mezzo suo un resto sopravvisse sulla terra, quando ci fu il diluvio. Alleanze eterne furono stabilite con lui, perché con il diluvio non fosse distrutto ogni vivente.

SALMO Sal 111 (112)

Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R

Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto. R

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto. R

Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché non vedrà la rovina dei suoi nemici. R

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R

VANGELO Mc 1, 35-45
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Al mattino presto il Signore Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Vangelo

Al mattino presto il Signore Gesù si alzò quando era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto e là pregava”. L’inizio del ministero di Gesù, dopo la giornata di Cafarnao, ci mostra un Gesù che vive quello che vivono altri uomini. Anch’Egli, nonostante sia il Figlio di Dio, avverte il bisogno di essere in comunione con il Padre. Come molti altri uomini, quasi in una sorta di anonimato, anche Gesù si alza presto, quando è ancora buio, per pregare. Unisce al desiderio di stare con il Padre la fatica della prematura levata. Preferisce passare il tempo con il Padre, piuttosto che un giusto riposo dopo la giornata impegnata nella predicazione e nell’attività di guarigione.

Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce”. Anche questo particolare del Vangelo non è di poco conto. Chi è stato con Gesù, chi è insieme con Simone all’inizio della sequela, vuole imitare Gesù ma, soprattutto, non vuole perdere il contatto con il Maestro. Ecco perché anche Simone, che in altre pagine del Vangelo ci è mostrato come incline al sonno, si desta e chiama anche gli altri per mettersi sulle orme di Gesù, per non perdere la sua presenza, la sua parola. Non è curiosità quella di Simone e degli altri, ma necessità di vivere con il Cristo.

Anche l’espressione: “tutti ti cercano”, dice con chiarezza quello che pensano anche gli altri uomini, le altre donne che sono con Simone e che stanno seguendo Gesù fin dalla prima ora. Per tutti è una necessità stare con Gesù, ascoltare il suo insegnamento. Gesù non vuole offenderli e nemmeno sottrarsi a loro quando dice: “andiamocene altrove”. Piuttosto, ben conoscendo il bisogno di una parola di Verità che ogni uomo ha nel cuore, intende non fermarsi alla piccola cerchia appena costituita, e andare altrove, per altri villaggi, per altre città, per insegnare anche ad altri l’importanza di quella parola che, sola, può guarire l’uomo da qualsiasi malattia, non tanto del corpo quanto, piuttosto, dell’anima.

La sua fama si diffuse tanto che Gesù non poteva entrare pubblicamente in una città, ma si fermava in luoghi deserti e venivano a lui da ogni parte”. Ma come? Se doveva incontrare uomini e donne per la loro salvezza, non sarebbe stato meglio entrare nelle città, quasi come un trionfatore, e incontrare tutti quelli che lo volevano vedere? Non sarebbe stata utile anche quella notorietà improvvisa per avvicinare le persone? Gesù non cerca audience, non cerca visibilità, non cerca apprezzamenti. Cerca anime! È per questo che sta nel deserto, cioè il luogo dove l’anima può incontrare Dio nel silenzio che si crea naturalmente. È qui che Gesù attende le anime che vogliono conoscerlo. Insegnamento profondo di umiltà e di essenzialità, ma anche insegnamento utile per discernere ciò che un’anima deve sempre cercare.

Siracide

Accanto a questa pagina con la quale è facile entrare in sintonia, ecco l’insegnamento certamente più difficile del sapiente. Inizia un “elogio degli uomini illustri” che anche lo scorso anno abbiamo incontrato nell’altro ciclo delle letture feriali che la Chiesa propone. Oggi l’invito è a pensare a due “uomini” che non sono stati “uomini”, ovvero a due personaggi che appartengono a quella serie di racconti della Genesi che non sono storici. Noè, la cui storia è a tutti nota: un uomo che cerca l’alleanza con Dio e rinnova l’alleanza tra Dio e l’umanità. L’altro personaggio è Enoch, un antenato di Noè, il settimo patriarca tra i discendenti di Set. Di lui la Scrittura ci dice che dopo aver vissuto 365 anni, non vide la morte ma venne rapito in cielo. Ovvio, il numero degli anni indica una vita piena. Piena non solo di anni, ma di bene, di santità. La vita di Noè fu una vita santa perché anche quella del suo antenato fu santa. Una sorta di santità contagiosa che diventa occasione di testimonianza della fede.

Per noi

Vorrei oggi proporvi di meditare su due atteggiamenti:

  1. La necessità di seguire Gesù, di ricercarlo nonostante le cose della vita siano molte e molto spesso tentino di distrarre l’anima da ciò che conta, ovvero la ricerca di Dio. Anche noi tutti, in fondo, siamo sempre chiamati a metterci sulle tracce di Dio. Il cammino di sequela non finisce mai, fino a quando dura la nostra esistenza. Anche noi viviamo nella necessità di seguire il Signore, senza il quale la nostra vita perde assolutamente di significato.
  2. Anche noi, se vogliamo incontrare il Signore, abbiamo bisogno di “deserto”. Magari quel deserto che è la preghiera del mattino presto, quando siamo liberi da ogni impegno, quando nessuno può ancora riempirci la giornata di cose.

Chiediamoci:

  • Avvertiamo queste necessità?
  • Siamo capaci di unire alla nostra ricerca del volto di Dio anche qualche segno di rinuncia, di mortificazione, di attenzione al tempo perché possiamo vivere una fede più intensa?

Proviamo a domandarci se siamo capaci di una sequela così, per vivere bene il tempo che ci viene messo a disposizione da Dio.

2022-01-05T23:45:52+01:00