Settimana della 7 domenica dopo il martirio – Lunedì
Sarà nella seconda parte della settimana che vivremo la memoria di Santa Teresa d’Avila, del beato Contardo Ferrini e di Sant’Ignazio. La prima parte della settimana ci vedrà impegnati, dopo la festa della Madonna del Rosario, a rileggere le scritture sulla scorta della parola chiave che le “Pontificie Opere Missionarie” ci hanno assegnato per questo tempo, e cioè la parola “partecipi”.
Vangelo
Lc 22,35-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, ne sacca, ne sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».
Ricordando che siamo nel tempo in cui riflettiamo sulla presenza di Cristo nella sua Chiesa, possiamo comprendere questo Vangelo che ci sta spingendo anche alla meditazione della condivisione della missione che è proposta a ciascuno di noi. L’invito ad essere partecipi dell’unica missione che consiste nell’Evangelizzazione, è stato espresso più volte da Gesù. Non sono mancati gli attacchi, come ben sappiamo, alla sua persona e alla sua predicazione. È proprio per questo che Gesù ha utilizzato anche queste parole molto dure, che sono una chiara presa di posizione nei confronti dei suoi accusatori. È come se Gesù avesse detto: poiché mi attaccate senza motivo, vi do una parola ironica, che sa di presa in giro, che potrete utilizzare contro di me. Una parola che suona come uno scherzo, come una presa in giro di quegli accusatori che, non disponendosi minimamente a comprendere la parola che Egli rivela, non possono che attaccarsi ed attaccare in base a presunzioni. È chiaro però l’intento della predicazione di Gesù: smuovere i credenti ad essere partecipi dell’unica missione che coinvolgerà tutti nella futura vita della Chiesa e dell’unica vera missione di evangelizzazione dell’umanità.
Tito
Tt 1,1-9
Lettera di san Paolo apostolo a Tito
Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che e conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore. Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. Ognuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola donna e abbia figli credenti, non accusabili di vita dissoluta o indisciplinati. Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola, degna di fede, che gli e stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori.
Certamente la Parola di Dio che più ci aiuta a comprendere la dimensione missionaria che ci è stata assegnata è la prima. Tito è stato costituito vescovo e ora riceve da San Paolo alcune indicazioni per ben governare la Chiesa nella quale è stato costituito pastore e maestro. La missione è chiara: “mettere ordine” nella Chiesa di Creta. La partecipazione alla vita della Chiesa chiede questo, perché deve essere chiaro che la missione della Chiesa deve essere “ordinata” e per il bene comune. Ecco il primo consiglio, di rendere partecipi del ministero alcuni “presbiteri”. Ovviamente nella Chiesa antica le cose che noi diamo per scontate sono state tutte frutto di riflessioni complesse e lunghe. Ecco l’idea di ordinare dei sacerdoti, diremmo noi, dei presbiteri che sappiano coadiuvare i vescovi nel loro compito. Poi ecco l’indicazione sul vescovo, che deve essere un membro solido della comunità avere dato prova della sua fede e, se sposato – il ministero celibe venne molto dopo – deve essere stato fedele nel matrimonio come pure buon educatore dei suoi figli. In questa chiesa “ordinata” deve avere uno speciale posto la cura della dottrina, perché il compito del Vescovo deve essere, anzitutto, quello di insegnare. Una chiesa senza un solido insegnamento non potrebbe reggersi, ecco il perché del richiamo di San Paolo. Come si vede richiami di buon senso, richiami che nascono dall’esperienza, richiami che cercano di tradurre il Vangelo per rendere partecipi i fedeli della vita della Chiesa ed anche del suo governo.
Per noi
I temi trattati da San Paolo hanno una loro perenne attualità nella vita della Chiesa e credo siano proprio importanti anche per noi. Anche nella nostra Chiesa, infatti, si dibatte continuamente sulla responsabilità dei laici, sulla partecipazione al “governo” della Chiesa, sul senso del celibato nel mondo moderno…
Credo che anche noi dobbiamo metterci a riflettere con molta attenzione e vera calma. Anzitutto ci è chiesto di essere sempre fedeli al Vangelo, in ogni riflessione o in ogni decisione che prendiamo.
Ci viene chiesto di rendere partecipi tutti della vita e della vitalità della Chiesa e questo deve essere il campo nel quale anche noi ci cimentiamo. Una chiesa missionaria è una chiesa che aggrega, e tuttavia non lo fa a caso, ma in modo ordinato. Conosco molti laici che vorrebbero aiutare la chiesa “a modo loro” e cioè curando i propri interessi! Non è questo il genere di partecipazione che la Chiesa ricerca e promuove. Piuttosto essa cerca, sostiene e promuove una partecipazione ordinata.
Infine, a tutti è chiesto anche di pregare per la difficile situazione del clero di oggi, tra la carenza numerica e quelle spinte moderniste che vorrebbero in tanti…
Preghiamo oggi, perché siamo davvero partecipi della vita della Chiesa ma in modo ordinato! Solo questo è un servizio ecclesiale davvero gradito e necessario!
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- Partecipo così della vita della Chiesa?