Martedì 12 ottobre

Settimana della 6 domenica dopo il martirio – Martedì 

Vangelo

Lc 21, 10-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Quali sono gli atteggiamenti di profezia e di testimonianza che la Parola di Dio ci invita ad avere oggi?

Il Vangelo ci consegna due diversi atteggiamenti da avere o da riscoprire.

Il primo è la perseveranza. Perseveranza che, come vedremo, ritornerà anche nella lettera a Timoteo. Gesù dice con chiarezza che la perseveranza nella fede diventa un atteggiamento profetico con il quale “sfidare” il mondo. Un atteggiamento provocatorio, perché chiama tutti ad essere più coerenti con la propria fede. Un atteggiamento profetico che invita a non seguire le “cose” che il “mondo” propone. La perseveranza nella fede vince ogni cosa e aiuta a conservare puro il cuore per Dio, perché il suo amore trionfi nella vita degli uomini.

Il secondo atteggiamento profetico e insieme libero è quello sguardo sulla storia capace di leggere tra gli eventi. Il cristiano non si lascia mai appesantire dalle cose che capitano. Possono esserci cose terribili come devastazioni naturali o, peggio, possono esserci i segni terribili causati dall’odio degli uomini, come la guerra, le rivoluzioni, le manifestazioni di ostilità per altri uomini… Il credente sa bene che tutte queste cose devono semplicemente accadere, perché così è la storia, così è il cuore di alcuni uomini. Il cristiano sa però che tutto è nelle mani di Dio e, perseverando nella preghiera, affronta tutte queste cose con l’animo di chi non si sente solo ma sempre accompagnato in tutte le cose che accadono.

1 Timoteo

1Tm 1, 18 – 2, 7
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Questo è l’ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede; tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare. Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

Anche la prima lettura di oggi ci è molto utile per riscoprire tutte quelle manifestazioni di fede che diventano occasione di profezia. Anzitutto anche San Paolo raccomandava la perseveranza. Il riferimento è a questo Alessandro che, evidentemente, era diventato cristiano dal paganesimo ma ben presto aveva abbandonato anche la via della fede in Cristo. Il giudizio su di lui è molto negativo. Chi non persevera nella sequela di Cristo non si avvicina alla vita eterna.

In secondo luogo San Paolo raccomandava di perseverare “in una buona coscienza”. Così l’apostolo invita a vivere la storia con tutti i valori che vengono dalla fede. Questa “buona coscienza” è testimonianza del proprio cammino di fede, ma è anche provocatoria. Tutti, così, ci sentiamo chiamati a vivere nell’amore di Dio ed è proprio questo che diventa atteggiamento di profezia e insieme di libertà.

In terzo luogo un cristiano ha un atteggiamento profetico perché, mentre condivide con tutti le condizioni concrete di vita che sono riservate ad un determinato momento storico, il cristiano prega per chi governa, per chi ha la responsabilità dello stato, per chi deve portare avanti quel cammino di ricerca del bene comune che è richiesto al politico.

Infine il cristiano sa indicare a tutti che l’unica via di salvezza risiede “nell’uomo Cristo Gesù”. Il cristiano, cioè, non nasconde la sua fede, non rinuncia alle sue manifestazioni, anzi, le propone ad altri, con fermezza, perché anche chi non ha il dono della fede possa scoprirlo pian piano ed avvicinarsi a quel Dio che è il Padre di tutti e che vuole il bene di tutti.

Per noi

Quest’oggi vorrei che ci chiedessimo:

  • Quale atteggiamento profetico tra quelli proposti fa per me?
  • Quale preghiera so fare per i governanti?
  • Quali valori contraddistinguono la mia esperienza di vita?
  • Quale perseveranza sono in grado di vivere?

Credo che occorra proprio metterci davanti al Signore con questo atteggiamento di umile supplica, perché la perseveranza, che riscopriamo come tratto distintivo di profezia e di libertà in questo ottobre missionario, sia davvero un suo dono. Un dono che osiamo chiedere, certi che il Signore, che non tradisce mai l’uomo, ci donerà.

2021-10-05T08:44:59+02:00