Ultima settimana dell’anno liturgico – sabato
Il tema del giorno
Ultimo invito.
Oggi viviamo un ultimo invito alla vigilanza, prima che il grande tempo di Avvento ci chieda di prepararci, in modo ancora più forte, all’incontro con Dio.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Dt 31, 9-18
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che portavano l’arca dell’alleanza del Signore, e a tutti gli anziani d’Israele. Mosè diede loro quest’ordine: «Alla fine di ogni sette anni, al tempo dell’anno della remissione, alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto Israele, agli orecchi di tutti. Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini e il forestiero che sarà nelle tue città, perché ascoltino, imparino a temere il Signore, vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. I loro figli, che ancora non la conoscono, la udranno e impareranno a temere il Signore, vostro Dio, finché vivrete nel paese in cui voi state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano». Il Signore disse a Mosè: «Ecco, i giorni della tua morte sono vicini. Chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché io gli comunichi i miei ordini». Mosè e Giosuè andarono a presentarsi nella tenda del convegno. Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube, e la colonna di nube stette all’ingresso della tenda. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri. Questo popolo si alzerà e si leverà per prostituirsi con dèi stranieri nella terra dove sta per entrare. Mi abbandonerà e infrangerà l’alleanza che io ho stabilito con lui. In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui: io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: “Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me?”. Io, in quel giorno, nasconderò il mio volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dèi».
SALMO Sal 28 (29)
Date gloria al Signore nel suo tempio santo.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R
La voce del Signore è sopra le acque,
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. R
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore siede re per sempre.
Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace. R
EPISTOLA Rm 3, 19-26
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, noi sappiamo che quanto la Legge dice, lo dice per quelli che sono sotto la Legge, di modo che ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. Infatti in base alle opere della Legge nessun vivente sarà giustificato davanti a Dio, perché per mezzo della Legge si ha conoscenza del peccato. Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
VANGELO Mc 13, 5a. 33-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a dire ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Deuteronomio
Il Deuteronomio ci parla di un rischio che corrono tutte le religioni, tutti i tempi, tutti gli uomini. Lo sappiamo bene anche per molte cose della vita. Quando si parte, si parte bene, si parte carichi, si parte pieni di speranza. Poi, man mano che le cose vanno avanti, si perde la grinta e le cose perdono il loro fascino, la forza del loro richiamo. Così è anche per il cammino di fede. L’autore sacro sa che questo è doppiamente vero. Anzitutto vale per ciascuna persona, tutti iniziano il loro cammino con grinta e, poi, si stancano. Ovviamente questo vale anche per un popolo. L’autore sacro sa che anche Israele perderà il proprio cammino di fede, perderà il senso della sua chiamata, si stancherà di tutto quello che c’è da fare per non perdere il proprio rapporto con Dio. L’autore richiama il rischio di perdere il volto di Dio e, con esso, tutto il resto, perché quando si perde la fede, qualsiasi cammino umano si imbruttisce e nascono le cose peggiori che l’uomo può e sa compiere.
Vangelo
Ecco, allora, il richiamo di Gesù. Occorre vigilare, occorre stare in guardia, se non si vuole perdere la fede, occorre questa virtù. Solo la virtù della vigilanza può rimediare ciò che la forza degli uomini non è in grado di fare. Solo la virtù della vigilanza aiuta a rimettersi in carreggiata. Ecco il perché di un richiamo che abbiamo sentito spessissimo in queste ultime settimane. Solo chi vigila non distoglie il suo sguardo da Dio e non perde il senso del proprio cammino.
Romani
È però l’epistola a darci uno sguardo diverso e di più ampio respiro. San Paolo ci ricorda che l’uomo non è mai in grado, con le sue sole forze, di vivere tutto questo. Anche quando vigila, non è in grado di rendere il proprio cammino un’ascesa continua verso Dio. Per questo Dio ha mandato Gesù Cristo, per aiutare l’uomo lì dove l’uomo non avrebbe mai potuto arrivare. Ecco il senso della fede, ecco perché la vigilanza può effettivamente condurre l’uomo lì dove dovrebbe arrivare. Non è per la propria forza che un uomo arriva a tutto questo, ma solamente per la grazia di Dio che, attraverso Cristo, scende su di lui. Ecco perché hanno senso tutte le pratiche della fede: con esse invochiamo la presenza di Cristo sul nostro cammino e cerchiamo di vivere bene quel cammino di fedeltà che ci deve condurre fino all’introduzione nel mistero di Dio.
Intenzioni di preghiera
- Preghiamo per noi. Perché il cammino di vigilanza che ci è stato così spesso richiamato possa essere ciò verso cui ci dirigiamo nel prossimo Avvento che ci sta davanti. Preghiamo per non perdere anche noi il richiamo, il fascino di ciò che rende il nostro cammino attento al Signore che si rivela. Chiediamo questa grazia, perché l’anno che finisce e il nuovo Avvento che inizia, non ci trovino distratti, ma sempre pieni di attenzioni per il mondo della fede e per le cose di Dio.
- Preghiamo per entrare in Avvento sorretti dalla grazia di Dio. Entrare in Avvento non è solo entrare in un tempo liturgico, non è solo incominciare da capo un richiamo al Natale, non è solo mettere mano alla coscienza per vedere di fare qualcosa prima che arrivi dicembre. È un voler rinnovare il proprio cammino, rimettersi in atteggiamento di silenzio, rischiarare le tenebre fisiche che avanzano, con la luce della Parola di Dio, per non lasciare che le tenebre interiori ci invadano. Chiediamo al Signore e a Maria, patrona di ogni cammino di fede, di illuminare, di rischiarare il cammino che ci deve condurre fino a rinnovare la nostra fede nella nascita di suo figlio.
- Preghiamo per essere nella pace. L’Avvento chiede una grande capacità di preghiera e dona una grande pace. La pace dell’anima, la pace di chi si consegna a Dio, la pace di chi si rimette in Lui. Chiediamo questi doni già fin d’ora, già prima di entrare in questa ottica. Chiediamo questo dono per essere sempre attenti a come viviamo i nostri passi. Senza questa attenzione, infatti, non andremo poi molto lontano.
Così chiudiamo quest’anno per aprirne uno nuovo sempre sorretti dalla grazia di Dio.