Venerdì 13 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – venerdì

La spiritualità di questo giorno

Dai segni alla realtà della grazia. Il percorso spirituale e sapienziale di questo giorno non è semplice ed è molto profondo.

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 44, 1. 19-21
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Abramo fu grande padre di una moltitudine di nazioni, nessuno fu trovato simile a lui nella gloria. Egli custodì la legge dell’Altissimo, con lui entrò in alleanza. Stabilì l’alleanza nella propria carne e nella prova fu trovato degno di fede. Per questo Dio gli promise con giuramento di benedire le nazioni nella sua discendenza, di moltiplicarlo come la polvere della terra, di innalzare la sua discendenza come gli astri e di dar loro un’eredità da mare a mare e dal fiume fino all’estremità della terra.

SALMO Sal 104 (105)

Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto. R

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,
per Israele come alleanza eterna. R

VANGELO Mc 2, 13-14. 23-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù uscì lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

L’atteggiamento di sapienza

Parto dal Siracide che inizia una carrellata di uomini illustri di Israele. Abramo, ovviamente, è il primo, perché è il padre di tutto Israele, il primo uomo che, secondo la Scrittura, “ode” la voce di Dio e fa della sua vita un pellegrinaggio di fede. Abramo, come sappiamo, ottiene un dono dal Signore, il dono dell’alleanza, che si stende, da allora, a tutti i figli di Israele. Questo dono spirituale è simboleggiato da un segno concreto, che si estende di generazione in generazione. Per Israele è motivo di vanto e di orgoglio possedere questo segno. Come questo segno ve ne sono molti altri in Israele.

Sono quei segni o quelle pratiche sottese al racconto del Vangelo. Nominalmente esse discendono tutte da Mosè ma, come possiamo facilmente intuire, esse si sono sedimentate nel corso di un tempo molto lungo e sono poi diventate tradizione perpetua. Queste tradizioni, per quanto importanti potessero essere, erano tuttavia segni creati dagli uomini, decisi dagli uomini. Importanti, certo, perché intendevano portare l’uomo su una via di fede, e, tuttavia, sempre segni erano. Gesù ha cercato di scalzare più volte questo modo di interpretare i segni della tradizione. Senza disprezzo per essa, anzi, con una profonda attenzione ai segni sacri degli uomini, egli richiama però un’altra verità, che non si fonda sui segni, ma sulla grazia di Dio. La grazia di Dio è la manifestazione della misericordia, quella grazie alla quale viene chiamato un peccatore alla sequela. È la grazia che trasforma il cuore. È la grazia che cambia l’uomo. Questa è la realtà che Cristo chiede non solo di considerare, non solo di guardare negli altri, ma di ottenere per sé, perché tutti devono sentirsi chiamati alla conversione dalla misericordia di Dio. I segni servono per questo. Abramo è il primo che ottiene questa misericordia per la sua disponibilità al cammino. Così tutti gli altri segni o servono per testimoniare questa misericordia o non hanno senso di esistere. O servono per manifestare la grazia e la sapienza di Dio che chiama alla sequela, o diventano fini a sé stessi e, quindi, inutili.

Questo vale non solo per i figli del popolo ebraico! Vale per tutti gli uomini.

Il nostro cammino di fede

Così anche noi tutti siamo chiamati a vedere i segni di Dio che chiama, che dona misericordia, che riabilita vite perdute. Questo è quello che il Signore vuole fare nel cuore di ciascuno. Specialmente in coloro che sono molto lontani da Lui. Noi abbiamo due problemi: il primo è che tutti noi ci riteniamo in fondo giusti, quindi ci autoescludiamo da questo discorso. Il secondo è che quando si converte un peccatore noto, siamo più inclini al pettegolezzo e al commento malevolo che non alla glorificazione del nome di Dio e della sua misericordia. È per questo che anche noi, nel nostro tempo, sottolineiamo moltissimo il richiamo ad alcune tradizioni che, come vediamo, nel cambiamento dei tempi a cui assistiamo, sono diventate fini a sé stesse. Difendiamo queste tradizioni e non ci rendiamo conto che il Signore non chiede tradizioni, riti, ma gesti, ma cuori. Poco facciamo per interessarci del cuore della gente, soprattutto del cuore di chi è lontano da Dio. Ricordiamoci, allora, che i primi chiamati alla conversione siamo noi! Magari per cose da poco! Ma i primi chiamati siamo proprio noi! Apriamo il cuore ad accogliere la conversione degli altri. Questo sarebbe il segno più bello!

Intenzioni di preghiera

Preghiamo per noi tutti, perché sappiamo riscoprire il vero senso delle tradizioni magari scoprendo perché sono nate, come hanno parlato della grazia di Dio, come hanno invitato altri prima di noi alla conversione.

Una seconda intenzione: preghiamo per vedere i segni del perdono di Dio in mezzo agli uomini. Preghiamo perché diventiamo anche noi uomini, donne “illustri” perché sappiamo valorizzare i segni della presenza di Dio e della sua misericordia. Preghiamo per la Chiesa, perché, Maestra di misericordia, sappia ricordare queste verità agli uomini. Chiediamo al Signore questa grazia per non cadere mai nella tentazione di non sentire viva e presente nel mondo la voce del Signore che chiama i peccatori alla conversione.

Preghiamo perché la fede non diventi mai, per noi, un orgoglio, ma sia sempre considerata come un dono. Un dono da trattenere, un dono da trafficare, un dono per il quale vigilare!

2023-02-03T17:43:13+01:00