Settimana in albis – giovedì
La spiritualità di questo giorno
Un discepolo del tempo incontra il risorto
La Parola di questo giorno
LETTURA At 5, 26-42
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo. Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote li interrogò dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». All’udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte. Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di farli uscire per un momento e disse: «Uomini d’Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!». Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.
SALMO Sal 33 (34)
Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R
oppure
COMMEMORAZIONE DEL TRANSITO E DELLA SEPOLTURA DEL BEATO VESCOVO AMBROGIO
Cfr. Paulinus, Vita Ambrosii, 47, 2 – 48, 3
Commemorazione del transito e della sepoltura del beato vescovo Ambrogio
Dalle cinque del pomeriggio fino all’ora in cui rese lo spirito, Ambrogio pregò con le braccia aperte in forma di croce; noi vedevamo muoversi le sue labbra, ma non ne udivamo la voce. E Onorato, vescovo della Chiesa di Vercelli, essendosi ritirato al piano superiore della casa per riposare, udì per tre volte una voce che lo chiamava e diceva: «Alzati, affrettati, poiché egli è in punto di morte». E quegli discese e offrì ad Ambrogio il santo Corpo del Signore. Come Ambrogio l’ebbe ricevuto spirò, recando con sé il buon viatico, in modo che l’anima, rinvigorita da quel solido cibo, s’allietasse ora nel consorzio degli angeli, dei quali aveva imitato la vita in terra, e della compagnia di Elia; giacché al pari di Elia anch’egli, in nome del timore di Dio, non ebbe mai riguardo di parlare ai re e ai potenti di ogni grado. Nelle prime ore mattutine in cui morì, la sua salma fu portata di lì alla chiesa maggiore e lì rimase durante la notte in cui celebrammo la veglia pasquale. In quell’occasione molti bambini che erano stati battezzati, venendo dal fonte battesimale, lo videro: alcuni dissero di averlo visto seduto sulla cattedra situata nell’alto presbiterio, altri col dito lo indicarono ai loro genitori mentre vi saliva. Ma quelli non lo potevano scorgere, non avendo gli occhi così purificati. Molti poi raccontavano di vedere una stella sopra il suo corpo. Quando risplendette il giorno del Signore, mentre il suo corpo, terminate le celebrazioni divine, dalla chiesa veniva traslato alla basilica Ambrosiana, dove fu deposto, uomini e donne in gran numero gettarono i loro fazzoletti e le cinture per poter in qualche modo toccare la salma del santo. C’era infatti al funerale una folla sterminata, di ogni condizione, età e sesso: non solo cristiani ma anche giudei e pagani.
Onore e gloria al Signore nostro Gesù Cristo, che regna nei secoli dei secoli.
Amen.
SALMO Sal 114 (115)
Camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.
oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo. R
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore. R
Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato.
Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta. R
EPISTOLA Col 3, 1-4
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
VANGELO Lc 24, 36b-49
✠ Lettura del vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù in persona stette in mezzo ai discepoli e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Vangelo
Come abbiamo sentito dalla prima lettura, oggi commemoriamo il pio transito di Ambrogio, cioè la sua morte. Potremmo dire il momento in cui Ambrogio, dopo il suo fedele servizio, entrò nella vera conoscenza di Dio e di Gesù. Il racconto della morte e il Vangelo possono essere letti insieme e possiamo fare in modo che essi ci parlino dell’incontro tra Ambrogio e il Suo Signore.
Abbiamo letto che Ambrogio, ormai prossimo alla morte, rimase nella sua camera con le braccia aperte in forma di croce. Sappiamo che Ambrogio era molto devoto alla passione del Signore e molte volte ha predicato sulla sua crocifissione. La vita di Ambrogio è stata tutta un progressivo fare in modo che la propria esistenza fosse conforme a quella del Signore Gesù. Potremmo dire che, come è stato per i discepoli, l’incontro con il Signore risorto è stato possibile dopo l’esperienza della crocifissione. Ambrogio ha affrontato le contrarietà della sua vita ed ha sostenuto tutti i problemi del suo ministero facendo in modo che tutti fossero esperienza della Croce del Signore. Così, preparato da quello che aveva vissuto, Ambrogio entra nella pace del regno.
Ancora potremmo dire che le parole del Vangelo, che molte volte Ambrogio aveva letto e commentato, divennero, per il santo, l’occasione per vivere l’ultimo stadio della piena conformità a Cristo Signore. Come abbiamo sentito nel Vangelo: la parola del Signore viene continuamente ripensata dagli apostoli che, facendo viva memoria della sua predicazione, riescono a vivere lo strazio della separazione e, pian piano, cercano di comprendere il valore, la portata della sua risurrezione.
Nel Vangelo abbiamo sentito ancora che Gesù prende cibo con loro. È l’attestazione della sua vera carne, di quel corpo che i discepoli avevano visto, toccato; è il corpo del Signore, dal quale i discepoli avevano sentito la predicazione, ad essere al centro della scena. È quel vero corpo che essi hanno ricevuto, in forma sacramentale, il giovedì santo. Questa esperienza di comunione umana e, poi, l’esperienza della comunione eucaristica, sono ciò che sorregge il discepolo nel cammino del suo tempo. Così come abbiamo sentito nella vita di Ambrogio. È la comunione con il suo corpo, è il viatico, è quella comunione ricevuta per un’ultima volta che traghetta il santo dalla terra al cielo. È il viatico il cibo per l’anima, che permette ad Ambrogio di incontrare il suo Signore. Potremmo dire così: Ambrogio, che si era lasciato “afferrare da Cristo”, che aveva seguito il Signore nel corso di tutta la sua vita, di tutto il suo ministero, entra nella vera comunione con Dio, sorretto da quella Parola che aveva ascoltato e proclamato e da quel cibo che aveva ricevuto come dono e che lui stesso aveva spezzato innumerevoli volte per i suoi fratelli. È così che Ambrogio ha coronato la sua esperienza di fede, è così che Ambrogio ha concluso la sua esistenza e il suo ministero.
Il nostro cammino di fede
Se ci pensate bene queste sono anche le coordinate nelle quali si muove la nostra vita spirituale. Come incontriamo noi, oggi, il Signore? Nella sua Parola. Parola che veneriamo, che riceviamo come dono, che commentiamo, che cerchiamo di fare nostra. Non solo nello spazio della celebrazione, ma in moltissime altre forme.
Noi riceviamo il sostegno per il nostro cammino dalla medesima Eucarestia, che è lo stesso cibo spirituale che ha guidato moltissimi fedeli di tutti i tempi all’incontro con il Signore. Credo che, rileggendo come avvenne l’incontro nella verità tra un “discepolo del tempo” e il suo Signore, tutti possiamo comprendere come anche per noi, il nostro incontro con Cristo potrà avvenire alle medesime condizioni. Al termine di questa nostra esperienza di vita, sarà bello entrare nella comunione con il Signore sorretti da quella Parola che abbiamo letto, meditato, condiviso e, soprattutto, da quel cibo eucaristico che già adesso è sostegno dei nostri passi.
Se volete sono le due coordinate che spesso la Chiesa ci ricorda e che noi dovremmo valorizzare sempre di più. È sorretti da questo cibo di vita eterna che noi potremo incontrare il Signore nella verità mentre ora, come già Ambrogio, noi siamo alle prese con le fatiche e le difficoltà del tempo.
Intenzioni di preghiera
Chiediamo a Sant’Ambrogio, nostro principale patrono, la forza per vivere bene ciò che lui ha vissuto e chiediamo la grazia di saper sempre essere attratti da quella Parola e da quel cibo che diventa, per noi tutti, via per la vita eterna.
Così, mentre viviamo questo incontro in ogni Eucarestia che celebriamo, saremo sempre più indirizzati verso quella comunione finale che è la gioia del regno.