Settimana della 2 domenica dopo il martirio – Lunedì
La settimana che iniziamo è ricchissima, non solo per la memoria dei santi Giovanni Crisostomo, Cornelio e Cipriano, Satiro ed Eustorgio che celebriamo nei singoli giorni che ci attendono, ma, soprattutto, per la festa dell’ esaltazione della Croce e per quella dell’ Addolorata che saranno il vero cuore liturgico di questa settimana. La lettura della prima lettera di San Giovanni apostolo sarà quindi interrotta, martedì e mercoledì, a motivo di queste due feste.
Vangelo
Lc 17, 1-3a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!».
“È inevitabile che avvengano scandali”: partiamo da questa riflessione che il Signore ci offre. Non tanto e non solo perché ogni epoca ha i suoi scandali, ma, soprattutto, perché il male è davvero nel cuore dell’uomo e quando l’uomo si allontana dall’amore di Dio, non può succedere altro che l’emergere del male, in tutte le forme possibili. Ecco perché Gesù dice anche: “guai a colui a causa del quale avvengono”, indicando così che, se da un lato il male è inestirpabile, occorre prestare assoluta attenzione per fare in modo che il male non contamini il nostro cuore. Credo che questa sia la verità più importante da tenere nel cuore oggi. È un appello alla nostra libertà ma anche alla nostra fede, perché non siamo noi coloro che si mettono a disposizione del male.
1 Giovanni
1Gv 3, 1-9
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli miei, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto. Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio.
È questo il tema che possiamo anche ritrovare nella prima lettera di San Giovanni e che ci risulta utilissimo per entrare già in sintonia con il tema spirituale della festa di domani, nella quale considereremo la Croce del Signore.
“Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere figli di Dio, e lo siamo realmente!”. San Giovanni parte da una riflessione che nasce dalla sua fede battesimale. Noi tutti, con il Battesimo, siamo diventati figli di Dio. Ogni giorno dovremmo considerare l’importanza e la bellezza di questa realtà, perché non c’è cosa più grande di questa: ricordare la sublimità della nostra comune vocazione, quella di essere figli di Dio che santificano sé stessi e gli altri con la propria vita messa a disposizione di Dio. In questo consiste l’essere figli di Dio.
“Chiunque ha questa speranza purifica sé stesso”. San Giovanni è però conscio anche di un’altra verità: i figli di Dio, che pure sono già stati purificati in grazia del loro Battesimo, sono anche coloro che devono continuamente purificare sé stessi. Questo avviene con la preghiera, ogni giorno, ma anche con il Sacramento della penitenza, nel quale rimettiamo nelle mani di Dio il peccato che la nostra fragilità non riesce ad evitare. Tuttavia il cristiano non si perde d’animo. Anche se continua a constatare che il suo è un cuore fragile perché continuamente pecca, il cristiano non si dispera mai. Egli sa che è il Signore che lo risolleva alla grazia della figliolanza divina e questo gli basta. Forte di questa promessa di Cristo, egli continua il proprio cammino, certo della fedeltà di Dio che sostiene anche le proprie infedeltà.
“Chi pratica la giustizia è giusto come Egli è giusto”. Nel sentirsi sempre sollevato da Dio, il credente però cerca di vivere quella giustizia che viene data in dono a tutti i figli di Dio che cercano il volto del Padre. Cercare la giustizia significa, anzitutto, cercare di rendere più forte, ogni giorno, quella figliolanza di Dio senza la quale siamo perduti. Per fare questo il cristiano cerca di vivere nel massimo rispetto di ogni persona. Il rispetto per gli altri, infatti, non è altro che un riflesso di quel rispetto per Dio che si coltiva, ogni giorno, nella preghiera.
Per noi
Credo che anche noi ci sentiamo al centro di questa meditazione. Sappiamo bene che, anche per noi, è inevitabile che avvengano scandali. Siamo così abituati agli scandali che, forse, non ci facciamo nemmeno più tanto caso. Oggi, però, dovremmo tutti cercare di renderci così radicati nell’amore di Dio, da cercare di non essere noi causa di scandalo. Sarebbe questa già una grande cosa! Ricordiamoci che potremo evitare questo rischio solo tanto quanto noi cercheremo di rendere la nostra coscienza battesimale sempre più forte e sempre più operante dentro di noi. Il Signore ci guidi ad avere una coscienza certa della nostra identità di figli di Dio, per essere sempre pronti a circondare della speranza cristiana il nostro cammino con le sue difficoltà e le sue cadute. Maria, che questa settimana onoreremo con il titolo di Addolorata, continui a vegliare su di noi e sui nostri cammini.