giovedì 13 ottobre

Settimana della 6 domenica dopo il martirio – giovedì 

Tema del giorno

La vita del mondo che verrà

La Parola di Dio per questo giorno

EPISTOLA 2Tm 4, 1-8
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

SALMO Sal 70 (71)

Con la mia vita canterò la tua lode, Signore.

Della tua lode è piena la mia bocca:
tutto il giorno canto il tuo splendore.
Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze. R

Io, invece, continuo a sperare;
moltiplicherò le tue lodi.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare. R

Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Io ti renderò grazie al suono dell’arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio,
a te canterò sulla cetra, o Santo d’Israele. R

VANGELO Lc 21, 25-33
 Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Vangelo

Non so se, quando recitiamo il Credo, abbiamo sempre la memoria libera e pronta a concentrarsi sulle parole: forse, talvolta, sarà capitato a tutti di ripetere delle parole senza capire bene il loro significato. Non so bene a cosa pensiamo quando diciamo di credere nella “vita del mondo che verrà”. Forse ci immaginiamo realtà o cose che, poi, non sappiamo bene come collocare rispetto alla fede. Il Vangelo di oggi ci chiede di saper suscitare in noi la spiritualità dell’affidamento. Noi, quando diciamo di credere nella vita del mondo che verrà, facciamo la nostra professione di fede nella vita eterna. Non ci domandiamo tanto come potrà finire la nostra vita e non chiediamo nulla di concreto a questo proposito; piuttosto diciamo di credere che non siamo soli, che non finiamo nel nulla, che attendiamo qualcosa che chiamiamo in modi diversi, senza poter precisare più di tanto, ma affermando con certezza che ci attende la vita in Dio. È la professione di fede nella vita oltre la morte che ci deve dare adesso il coraggio di affrontare il vuoto che sperimentiamo quando viene a mancare la vita di qualche persona cara e poi, un giorno, dovrà servirci per affrontare in prima persona quell’abbandono fiducioso nelle mani di Dio quando toccherà noi passare alla vita eterna.

Timoteo

Paolo ha questa consapevolezza. Sa che sta per arrivare il suo giorno dell’incontro con Dio e afferma, con certezza, di sapere e di credere che il Signore giudicherà i vivi e i morti. Nell’attesa del suo giorno, Paolo continua ad affidarsi alla Parola e affronta le fatiche giornaliere sorretto da questo coraggio e dimentico quasi delle altre cose. Per questo, però, invita anche il giovane amico Timoteo a fare altrettanto. Lo invita ad abbandonarsi completamente nel Signore, lo invita a predicare quella Parola che deve sollevare anche la vita degli altri. Lo richiama ad adempiere il suo ministero che deve essere quello di annunciatore della Parola di Dio. A questo proposito, poi, San Paolo ricorda che non c’è un tempo opportuno per annunciare la Parola e uno meno opportuno. Tutti i tempi sono buoni e opportuni per annunciare Cristo. Per questo richiama il suo giovane amico e collaboratore a non tirarsi indietro, ad affrontare le fatiche del ministero purché a tutti venga annunciata la consolazione della vita cristiana: noi non finiamo nel nulla, ma attendiamo con fiducia la manifestazione del Signore. Se questo è il compito primario dei pastori, non sono esclusi da questo compito i fedeli che, con la loro vita devono fare altrettanto.

Intenzioni di preghiera

  • Fermiamoci a pregare di fronte al mistero della morte. Oggi credo sia primario anzitutto fare questo esercizio di preghiera e pensare alla morte. Alla morte in genere, ma anche alla nostra morte. Pensare alla morte non vuol dire affliggerci, ma accendere quella luce sulla vita che ci può essere molto utile. Pensando alla nostra morte, a cosa rimane dopo di essa, avremo l’occasione di capire cosa vale la pena di fare e cosa no. Davvero potrebbero cambiare molte cose alla luce del mistero che ci attende alla fine dell’esistenza.
  • Soppesiamo le parole del Credo. Quando abbiamo la possibilità di recitare il Credo, per esempio nella prossima Messa festiva, cerchiamo davvero di soppesare le parole. Cerchiamo di mettere davanti a tutto la consapevolezza di quello che siamo, di quello che diciamo e proviamo a verificare se davvero le parole del cuore corrispondono a quelle della bocca.
  • Proviamo a verificare la testimonianza che diamo circa il nostro modo di intendere la vita eterna. Moltissime persone non credono nella vita eterna, anche credenti, anche persone che si comunicano con frequenza, anche persone che pregano per i loro morti. La confusione è davvero notevole. Proviamo a chiederci se noi, con il nostro modo di pensare, con il nostro modo di agire, con il nostro modo di testimoniare la vita cristiana che abbiamo, siamo tra coloro che aiutano altri a credere o se spegniamo il desiderio di capire di altri. Agli altri bastano poche parole, basta qualche battuta, basta qualche sguardo per capire cosa pensiamo, diciamo, testimoniamo. Verifichiamoci anche noi per caprie se siamo capaci di sfruttare le occasioni opportune ed anche quelle meno opportune per una testimonianza di vita credente.

Affidiamoci al Signore e alla sua Parola per compiere questi esercizi di fede.

2022-10-07T09:19:06+02:00