venerdì 14 ottobre

Settimana della 6 domenica dopo il martirio – venerdì 

Il tema del giorno

La solitudine

La Parola di Dio per questo giorno

EPISTOLA 2Tm 4, 9-18. 22
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, cerca di venire presto da me, perché Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello, che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!

SALMO Sal 140 (141)

A te, Signore, sono rivolti i miei occhi.

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.
La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera. R

Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
Non piegare il mio cuore al male,
a compiere azioni criminose con i malfattori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi. R

A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso.
Proteggimi dal laccio che mi tendono,
dalle trappole dei malfattori. R

VANGELO Lc 21, 34-38
 Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.

Vangelo

La liturgia della Parola di questo giorno ci immette in due differenti forme di solitudine. Da un lato, nel Vangelo, c’è la solitudine di Gesù. Solitudine voluta, solitudine cercata. È la solitudine che il Signore cerca al mattino presto o alla sera tardi e che nel Vangelo è attestata più volte. È la solitudine della preghiera. Gesù è fisicamente solo, ma non spiritualmente solo. La sua solitudine è piena di Dio. È la solitudine per il Padre, è la solitudine di Gesù che vuole incontrare il mistero di Dio, è la solitudine di Gesù che vuole parlare con il Padre, è la solitudine che “serve” a Gesù per caricarsi di quella comunione con il Padre e con lo Spirito Santo che viene poi riflessa in tutto il suo ministero.

Gesù consiglia ai discepoli questa solitudine perché i loro cuori “non si appesantiscano”. C’è, dunque, una solitudine buona. È la solitudine di chi sta con Dio, è la solitudine di chi vuole imitare il Signore, è la solitudine di chi cerca un luogo, uno spazio, un tempo per stare dinnanzi al mistero di Dio a riempirsi di Lui. È la solitudine che viene consigliata a tutti gli oranti. È la solitudine che diventa, per noi tutti, modello, in questo anno dedicato alla preghiera.

Timoteo

Dall’altro lato c’è una solitudine umana, che diventa pesantezza, che diventa difficoltà, che diventa peso. È la solitudine di Paolo che è abbandonato da chi ha paura. La vita dell’apostolo è costellata di persone che hanno avuto paura della persecuzione e che hanno abbandonato la Chiesa, oltre che lui in prima persona. Oppure è la solitudine che ha creato chi se ne è andato facendo del male direttamente all’apostolo. Paolo ricordava anche a questo proposito, nomi di persone che lo hanno trattato proprio così. È una solitudine che pesa, una solitudine che fa male, una solitudine che lascia solo l’amaro in bocca. Paolo ha vinto questa solitudine rifugiandosi in quella solitudine con Dio che è la preghiera e l’incontro con il mistero. È per questo che chiede le pergamene, cioè i rotoli della Scrittura che aiutano la sua concentrazione, permettono la sua meditazione, aprono alla contemplazione. Anche Paolo si propone come orante, come modello di uomo che prega, come modello di uomo che ricerca la solitudine che Gesù ha testimoniato come occasione di incontro con Dio.

Intenzioni di preghiera

  1. Suggerirei, anzitutto, di imitare la solitudine del Signore Gesù. Più che un’intenzione di preghiera, vorrei che questo fosse un esercizio da fare in questa giornata o nelle prossime giornate. Ricordiamoci dell’esempio del Signore che amava la solitudine con Dio, che cercava la solitudine piena del mistero, che cercava il silenzio in grado di dare senso alle opere e ai giorni. Anche noi, in questo anno dedicato alla preghiera, cerchiamo di avere il coraggio di stare da soli con il Signore. Mettiamoci in silenzio, mettiamoci in rapporto con Dio per avere familiarità con Lui.
  2. Superiamo le nostre solitudini. Certo, anche noi possiamo avere a che fare con quella solitudine che possiamo definire “cattiva” e che è creata da uomini e da donne che ci abbandonano. Non dobbiamo dimenticare, però, che, a nostra volta, possiamo aver abbandonato qualcuno. Qualcuno che non siamo più andati a trovare, qualcuno che non abbiamo più sentito, qualcuno che è rimasto privo del nostro aiuto. Magari le cose sono andate anche involontariamente, ma il risultato è stato questo. Potremmo chiederci per chi pregare nei due sensi. Potremmo intercedere per chi ci ha abbandonato, magari quando avevamo più bisogno, ma anche pregare per quelle persone per le quali avremmo potuto fare qualche cosa ma non l’abbiamo fatto.
  3. Riprendiamo in mano le pergamene! Con questo slogan intendo proporre a tutti di riprendere in mano la Scrittura, magari proprio a partire dalle letture di questo giorno, per essere sempre più certi della presenza del Signore accanto a noi. In questo anno di preghiera, ritorniamo spesso a verificarci sul proposito di rileggere le Scritture! Potrebbe essere una costante che ci aiuta e che ci guida!
2022-10-07T09:22:54+02:00