Martedì 14 marzo

Settimana della 3 domenica di quaresima – martedì 

La spiritualità di questo giorn0 di quaresima

Il digiuno è una delle pratiche penitenziali per eccellenza, non solo in questo tempo quaresimale, ma sempre. La tradizione della Chiesa lo propone in diverse occasioni.

La Parola di questo giorno

GENESI 21, 1-4. 6-7
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Abramo circoncise suo figlio Isacco quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato. Allora Sara disse: «Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà riderà lietamente di me!». Poi disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo che Sara avrebbe allattato figli? Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!».

SALMO Sal 118 (119), 65-72

Donaci, Signore, l’umiltà del cuore.

Hai fatto del bene al tuo servo,
secondo la tua parola, Signore.
Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi. R

Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua promessa.
Tu sei buono e fai il bene:
insegnami i tuoi decreti. R

Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne,
ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti.
Insensibile come il grasso è il loro cuore:
nella tua legge io trovo la mia delizia. R

Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari i tuoi decreti.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento. R

PROVERBI 9, 1-6. 10
Lettura del libro dei Proverbi

La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza». Principio della sapienza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è intelligenza.

VANGELO Mt 6, 16-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Il discorso della montagna

Parto dalla consuetudine che si vive al tempo del Signore. Il digiuno non solo era raccomandato e insegnato, ma era una pratica molto diffusa. I più pii lo praticavano due volte alla settimana, quindi con un impegno forte e preciso. Anche il Signore conosce il digiuno e lo vive, addirittura, come abbiamo sentito proprio nel primo giorno di Quaresima, in una forma impossibile per noi: 40 giorni e 40 notti consecutive di astinenza da qualsiasi cosa. Un segno che, nella Scrittura, ritorna più volte. Un comportamento voluto, sostenuto da Dio e non certo e non solo da umana volontà.

Il digiuno del Signore non è, però, qualcosa di rituale o di sola tradizione. Anzi, più volte il Signore e i suoi discepoli vengono rimproverati perché, su questo tema, non si attengono alle disposizioni dei padri, alla tradizione di Israele. In questi contesti, il Signore Gesù interviene illuminando e ricordando che non è la sola tradizione ad insegnare qualcosa di vero e di grande, ma solo il cuore. Ecco perché Gesù insegna che non è il rispetto delle tradizioni che salva, ma il cuore docile dell’uomo che, avendo accolto la Parola di Dio, trasforma la persona umana. Il digiuno pensato dal Signore è, quindi, quella pratica che serve per rendere più forte la propria preghiera a Dio attraverso una fortificazione della coscienza.

Al Signore che viene rimproverato di non trasmettere l’insegnamento sul digiuno ai suoi discepoli, il Signore obietta che la sua presenza, la presenza dello Sposo, non permette ai discepoli di digiunare in quella stagione di vita: altro sarà il tempo del digiuno, ovvero quello della sua assenza. Il tempo della Chiesa è, infatti e per più versi, un tempo di digiuno. Esistono digiuni pubblici, come quelli che il Papa ci ricorda, per esempio in alcune occasioni, tipo la preghiera per la pace, e digiuni privati, come, per esempio, quelli che possiamo vivere in questo tempo di Quaresima. Il rito ambrosiano, poi, conosce il digiuno eucaristico, perché, come sappiamo, il venerdì non si celebra la S. Messa, ma si sospende la sua celebrazione proprio per sottolineare ancor meglio in che tempo siamo, cosa attendiamo, come vogliamo vivere.

Il tema del digiuno è stato ripreso proprio dagli apostoli che, nei loro scritti, ci confermano che il digiuno è una forma del corpo per avvalorare la nostra preghiera. Diversi e moltissimi autori spirituali sono intervenuti su questo tema, per ricordare che, da sempre e presso moltissime religioni, il digiuno riveste un’importanza fondamentale nell’itinerario verso la perfezione.

Il nostro cammino di fede

Come ci regoliamo noi su questo tema? Io credo che oggi il digiuno sia diventato qualcosa di molto difficile. Partendo dal presupposto che abbiamo molto da mangiare e che non ci manca nulla, siamo diventati molto meno sensibili a tutti questi richiami.

Partiamo dalla forma classica del digiuno, che è quello alimentare. Oggi moltissimi non lo praticano più, e nemmeno rispettano il cosiddetto “magro” del venerdì. È certamente vero che la cultura nella quale viviamo è molto lontana e molto diversa da quella della società nella quale sono nate queste regole, raccomandazioni e precetti. Eppure è vero, anzi verissimo, che tutti noi siamo comunque e sempre invitati a mettere mano a quell’educazione personale che passa anche attraverso questi piccoli segni. Con il digiuno del cibo, con il digiuno del corpo noi vorremmo semplicemente aiutare la coscienza ad affermare la sua signoria, il suo primato su tutte le altre cose. È solo un segno, ma il segno del dominio del corpo è qualcosa di grande, qualcosa che fortifica la coscienza, qualcosa che ci rende capaci di affrontare la vita spirituale intesa come lotta contro le passioni. Dominare la fame, significa crescere nella capacità di dominare gli istinti e le passioni alle quali tutti noi siamo sempre soggetti.

Esistono altre forme di digiuno, tutte possibili, che nascono dalla volontaria rinuncia a qualcosa della vita a cui teniamo molto. Anche queste forme di digiuno possono essere molto buone, auspicabili, intraprendibili. Anche queste valgono se liberamente scelte e liberamente sostenute. Possiamo attuarle, certamente, ma non sottovalutiamo il digiuno alimentare e, nelle nostre case, cerchiamo di dare questo segno anche a chi viene dopo di noi. Nella cultura che non conosce limiti al possesso e alla fruizione dei beni, cerchiamo di essere noi quelli che sanno andare controcorrente.

Intenzioni di preghiera

Preghiamo perché sappiamo riscoprire questo segno proprio del tempo e sappiamo mantenerlo. Educhiamoci a qualche forma di rinuncia, a qualche forma di solidarietà, a qualche forma di vicinanza. Ne va della nostra anima!

Preghiamo perché tutti sappiamo riscoprire il valore del digiuno e perché tutti arriviamo a sostenere forme di rinuncia salutari. Cerchiamo di sentirci, in questo modo, anche solidali con i poveri della terra, che non mangiano perché non hanno cibo.

Preghiamo per avere un’anima più forte. La fortezza interiore, infatti, passa anche attraverso queste cose!

2023-04-01T17:04:44+02:00