Venerdì 14 maggio

Settimana della 6 domenica di Pasqua – Venerdì

Verso Pentecoste

Ieri abbiamo celebrato la festa dell’Ascensione del Signore. Da ieri è partito un nuovo cammino che ci deve condurre a Pentecoste. Credo che possiamo rileggere le Scritture di questi giorni pensando ai grandi doni dello Spirito Santo. Oggi, per esempio, credo che sia il caso di soffermarsi a riflettere sul dono della SCIENZA.

Atti

At 1, 15-26
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e così quel campo, nella loro lingua, è stato chiamato Akeldamà, cioè “Campo del sangue”. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: “La sua dimora diventi deserta e nessuno vi abiti, e il suo incarico lo prenda un altro”. Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Efesini

Ef 1, 3-14
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Vangelo

Mt 19, 27-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Pietro disse al Signore Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

La scienza

Scienza è sinonimo di sapere, nel linguaggio comune. Cosa occorre sapere nella fede? Cosa occorre davvero imparare per vivere bene la nostra fede? Credo che la risposta migliore sia quella di San Paolo nella seconda lettura.

La scienza viene dal fissare lo sguardo sulle cose invisibili. La scienza del cristiano, cioè il suo vero sapere, viene dal fissare lo sguardo sulle cose di Dio. Questo atteggiamento è sempre meno visibile anche nel popolo di Dio che siamo noi. Ci interessiamo di molte cose, diventiamo esperti di molte cose, studiamo in profondità molte realtà della vita, ma non sempre ci ricordiamo di fissare lo sguardo sulle cose di Dio. Vivere bene la novena allo Spirito Santo e crescere nel costante possesso dei suoi doni, significa avere a cuore questo sguardo fisso nelle cose di Dio.

La scienza consiste nel sapere che la nostra vita terrena è come una tenda. In secondo luogo avere la scienza di Dio significa sapere che tutta la nostra vita terrena è relativa a quella eterna. Il cristiano che possiede il dono della scienza, per questo, non assolutizza nulla, non si fissa su nulla, non esagera in nulla. Sa che la sua meta definitiva è l’amore di Dio. Sa che la sua vera patria è quella celeste. Per questo si comporta come in un pellegrinaggio, cioè deve solo raggiungere la meta. Questo è ciò che gli importa sopra ogni cosa.

La scienza consiste nel desiderare di rivestirci della nostra abitazione celeste. Il cristiano sa anche che la vita di ciascuno è una chiamata. Una chiamata a vivere delle cose di Dio, a rivestirsi del Padre, una chiamata a sperimentare quell’eternità che è la dimensione propria dell’essere in Dio. È questa l’“abitazione celeste” alla quale occorre mirare. Mi pare che non sempre ne siamo capaci e che, spesso, siamo concentrati solo sulle cose della terra, solo sulle cose che hanno un riscontro immediato e quantificabile. Non fa così chi ha il dono della scienza.

La scienza consiste nel sapere che abbiamo la caparra dello Spirito. La “scienza” del cristiano viene anche dal sapere che nessuno è mai solo nella logica della fede. Il cammino può anche essere lungo o difficile, ma il cristiano sa che ha la caparra dello Spirito Santo che già gli è stata data dal Battesimo. Il cristiano sa anche che egli può chiedere ogni giorno il possesso dello Spirito, come sa anche bene che sarà solo grazie allo Spirito che egli potrà condurre a termine il pellegrinaggio terreno verso la gloria di Dio. Al cristiano basta questa caparra. Sa che la pienezza è di altri tempi e per altri momenti.

La scienza consiste nell’essere sempre pieni di fiducia. Il cristiano che fissa la sua gloria in Dio, che si incammina nel tempo come se fosse in un perenne pellegrinaggio, il cristiano che vive della caparra dello Spirito, sa bene che questo tempo deve essere vissuto con fiducia. La fiducia di chi non è solo, la fiducia di chi sa di camminare con il Signore e per sua volontà, la fiducia di chi sa che il Signore non abbandona e che il premio promesso è certo.

Per noi

Ecco cosa significa chiedere il dono della SCIENZA. Significa chiedere tutte queste cose insieme, il credente non usa quella “scienza” che viene dal sapere molte cose e che riempie di orgoglio, perché fa sentire il peso di tutto ciò che sa. Piuttosto la scienza del credente fa rimanere sempre umili. La scienza del cristiano è ciò che fissa la propria realizzazione e il proprio fine solo in Dio.

Questi giorni di novena dello Spirito Santo, ci aiutino ad accogliere questo dono di scienza. Ci aiutino a vivere sempre con Dio nella ricerca costante di quel volto del Padre che solo può dare senso alle fatiche di oggi.

Sia questa la scienza che invochiamo per noi e per la nostra Chiesa, essa pure in pellegrinaggio verso quella unica meta che il Padre ha fissato per tutti noi.

Chiediamo questo dono per intercessione di Maria. Lei che è stata donna di scienza, lei che ha sempre saputo come camminare nello Spirito animata dalla conoscenza del mistero che, pian piano, le si apriva davanti, ci aiuterà a raggiungere quella sapienza di grazia che il Signore ha preparato per ciascuno di noi.

2021-05-06T14:37:11+02:00