Venerdì 14 agosto

Settimana della decima domenica dopo Pentecoste – Venerdì

Vangelo

Lc 11, 46-54
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Anche oggi vogliamo guardare con particolare affetto e devozione a Maria, proprio nella vigilia di questa festa dell’Assunta. Riprendiamo anzitutto il Vangelo. Gesù si pone in dialogo ma anche in atteggiamento di vivace provocazione con gli scribi e i farisei che hanno creato un gruppo a parte, una casta a parte, che ha creato una serie di privilegi infiniti, così che accade quello che Gesù ha sintetizzato con le parole: “voi non siete entrati e avete impedito a coloro che volevano di entrarvi”. Il riferimento è al mistero stesso di Dio, alle cose della fede, alle “cose del regno”, come le chiama Gesù stesso. Maria vive all’opposto. Pur potendo non ha scelto posti di privilegio e di onore, come il Vangelo spesso attesta. Maria è rimasta una tra le donne che hanno seguito il Signore. Il Vangelo di oggi e la figura di Maria ci richiamano, quindi, l’umiltà che, sempre, bisogna avere. Maria, anche nella festa dell’Assunta, mentre entra nel massimo onore che si possa avere e desiderare, continua a mostrarsi donna dell’umiltà, del servizio, dell’amore, della condivisione, della vicinanza ad ogni uomo.

Ancora il Vangelo ci parla delle lotte che nascono tra gli uomini di Dio e anche di fatti di sangue terribili, come l’uccisione di uomini fatta proprio nel tempio santo di Gerusalemme. Il riferimento è ad alcune occasioni che avevano creato scandalo in quel tempo e in quella società. Anche noi siamo alle prese con queste cose, tanto che il Papa deve spesso ricordare che la via della fede è sempre distante da quella dell’ambizione. Maria ci è di esempio anche in queste cose, dal momento che Lei non ha mai ambito ad alcun posto, ad alcun riconoscimento. Se Maria ha un posto così grande e così meritevole nella fede della Chiesa e anche in quella di ciascuno di noi è perché noi possiamo da lei attingere anche questo esempio e questo modello.

Cronache

2Cr 10, 1-4. 15-19
Lettura del secondo libro delle Cronache

In quei giorni. Roboamo andò a Sichem, perché tutti gli Israeliti erano convenuti a Sichem per proclamarlo re. Quando lo seppe, Geroboamo, figlio di Nebat, che era in Egitto, dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall’Egitto. Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutto Israele e parlarono a Roboamo dicendo: «Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo». Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione divina che il Signore attuasse la parola che aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo. Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, diede al re questa risposta: «Che parte abbiamo con Davide? Noi non abbiamo eredità con il figlio di Iesse! Ognuno alle proprie tende, Israele! Ora pensa alla tua casa, Davide». Tutto Israele se ne andò alle sue tende. Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo. Il re Roboamo mandò Adoràm, che era sovrintendente al lavoro coatto, ma gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire a Gerusalemme. Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi.

La storia di Israele ci presenta oggi cosa accadde, a livello politico, dopo la morte di Salomone. Il regno si divise proprio per l’insipienza del figlio di Salomone che, divenuto re, invece di trattare con benevolenza tutte le tribù di Israele e i popoli vassalli, sceglie la via della durezza e, operando in questo modo, strappa il regno che perviene ad una divisione che rimarrà per sempre.

Maria, al contrario, è madre di dolcezza e noi la invochiamo con affetto proprio per questo motivo, proprio perché ci riconosciamo compresi, amati, attesi perfino nella sua bontà e nel suo amore. Proprio da questa dolcezza siamo introdotti nel mistero di Dio, proprio dalla sua dolcezza di Madre siamo introdotti nel perdono di Dio e nella sua bontà. La scrittura ci ricorda, quindi, che nell’amore, nella dolcezza, nello spirito di comprensione, della concordia, c’è già qualcosa di divino. Al contrario tutto ciò che è spirito di rivalità, di divisione, di separazione, non viene da Dio ed anzi allontana da Lui.

Per noi

Le due scritture insieme ci insegnano quindi, che anche noi, se vogliamo onorare con fede e con devozione la Beata Vergine Maria, abbiamo bisogno di entrare in questo suo modo di sentire, di vedere le cose, di comprenderle, di farle nostre.

Anche in mezzo all’estate siamo qui per ricordarci che solo nella bontà, nella comprensione, nel cessare lo spirito di rivalità e di contesa, c’è qualcosa che attira ciascuno di noi verso la vita eterna, verso la gioia piena, verso Dio.

Mentre allora chiudiamo il nostro triduo, mentre stiamo per entrare nella celebrazione della solennità dell’Assunta, cerchiamo di vivere tutto ciò che la Parola di Dio ci ha domandato, perché anche noi, un giorno, possiamo vedere il volto di Maria, la Madre che, sempre, intercede per noi.

2020-08-07T09:50:04+02:00