Venerdì 15 luglio

Settimana della 5 domenica dopo Pentecoste – venerdì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Dt 31, 24 – 32, 1
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, ordinò ai leviti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore: «Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell’arca dell’alleanza del Signore, vostro Dio. Vi rimanga come testimone contro di te, perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra. So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire. La sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l’opera delle vostre mani». Poi Mosè pronunciò innanzi a tutta l’assemblea d’Israele le parole di questo cantico, fino all’ultima: «Udite, o cieli: io voglio parlare. Ascolti la terra le parole della mia bocca!».

SALMO Sal 32 (33)

Beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini; R

Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R

Il re non si salva per un grande esercito
né un prode scampa per il suo grande vigore.
Un’illusione è il cavallo per la vittoria,
e neppure un grande esercito può dare salvezza. R

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R

VANGELO Lc 8, 26-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.

Vangelo

Anche oggi ci lasciamo guidare dal monito che abbiamo ricevuto all’inizio di questa settimana per rileggere insieme il Vangelo: “fate attenzione a come ascoltate”.

Anzitutto c’è un ascolto profondo di Gesù rispetto all’indemoniato. Come ben sappiamo quest’uomo era solo, isolato. Faceva paura, con tutta la sua forza e, per questo, lo avevano condannato a stare fuori dalla città, a vivere in mezzo ai sepolcri, come se lui stesso fosse un morto. Gesù non lo isola: lo ascolta, si intrattiene con quest’uomo nel quale parla la voce del demonio che lo tormenta. Anzi, dei demoni, dal momento che sono una “legione”.

In questo dialogo curioso emerge però che sono anche i demoni che stanno ad ascoltare Gesù. Soprattutto è curioso il fatto che “lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso”. È piuttosto curioso che siano i demoni a chiedere qualcosa al Figlio di Dio, da loro perfettamente riconosciuto. Così come sono loro a chiedere di entrare in un branco di porci. Cosa alla quale il Signore acconsente. Porci che muoiono uno dopo l’altro buttandosi nel lago, a ulteriore testimonianza che dove è presente il demonio non è possibile la vita. Dove è presente la sua potenza non può accadere nulla di bello, di buono, di vero.

Al contrario, dove agisce la potenza di vita del Signore, tutto ritorna al suo splendore originario, come la vita di quest’uomo finalmente liberato dalla legione dei demoni.

Deuteronomio

Non sappiamo perché quell’uomo fosse indemoniato, ma possiamo certamente affermare, come diceva la prima Scrittura che abbiamo ascoltato, che egli fu immerso in esperienze di male che derivarono dal fatto che egli non seppe proseguire il suo cammino sulla via della verità. La prima lettura ci ha parlato attraverso un simbolo che anche noi ben conosciamo: l’intronizzazione della Parola di Dio. Noi viviamo del medesimo rispetto della Parola, anche noi onoriamo e veneriamo questa presenza del Signore e sappiamo molto bene che il libro della Parola di Dio diventa oggetto di benedizione proprio perché ci richiama alla Verità. Mosè, ormai morente, chiama a raccolta tutto il “suo” popolo, perché ascolti il suo richiamo alla Parola di Dio, Parola che ha reso forte la propria vita, così come può rendere ancorata al bene la vita di tutti. È per questo che Mosè iniziava poi la sua preghiera più importante che dice testualmente: “udite cieli, io voglio parlare”. Mosè chiede ai cieli di essere testimoni contro il suo popolo. Mosè sa bene che il suo richiamo non sarà accolto e che la gente, presto, si stancherà di quel richiamo così forte alla Parola di Dio che tutta la sua vita ha trasmesso. Per questo Mosè chiama il cielo ad essere testimone contro l’uomo che non ascolterà quella parola di Verità e Vita nella quale, solamente, si può trovare pace.

Per noi

Credo che l’opera del demonio sia proprio questa: staccarci da quella Parola nella quale, invece, possiamo perseverare sulla via del bene e, soprattutto, sulla via della ricerca di Dio. Ciò che infastidisce il demonio, tanto da mandare le sue “legioni” per rovinarne l’opera, è, appunto, l’ascolto umile e fiducioso che gli uomini possono fare della Parola di Dio. È questa l’opera per la quale il demonio manda i suoi servitori, perché distolgano l’uomo dal richiamo a Dio. Più l’uomo si stacca da questa Parola di verità, più una serie di demoni entra nel suo cuore e costringe quest’uomo a vivere in quella solitudine che abbruttisce la sua vita. Solitudine non già fisica, ma rispetto al bene. Quando un uomo si isola da ogni richiamo al bene, la sua vita assume i contorni di morte, di falsità, di perversione che abbiamo ben sentito ricordare dal Vangelo. Forse vale davvero la pena che terminiamo questa settimana estiva chiedendoci:

  • Quale ascolto diamo alla Parola di Dio?
  • Quale attenzione prestiamo alla Verità?

Forse, senza accorgercene, siamo noi stessi che apriamo la porta a quella schiera di demoni che è sempre pronta ad entrare nel nostro cuore ogni volta che noi abbandoniamo la via di Dio. L’unico modo per tornare “sulla retta via”, è quello di tornare ad un ascolto serio e profondo di quella Parola che illumina la vita. San Bonaventura, il grande filosofo e teologo che ha illuminato tutto il Medioevo con la sua sapienza e dottrina, ci aiuti a riscoprire questa via di verità, perché sappiamo camminare in essa sempre più speditamente.

2022-07-08T16:31:09+02:00