Domenica 15 agosto

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA AL CIELO

Per introdurci

Coltivare uno sguardo di contemplazione. Non è facile, per noi, che siamo molto più abituati a tenere gli occhi fissi sulle cose concrete della nostra vita, piuttosto che dilatare l’orizzonte del cuore fino alla contemplazione. Eppure, se vogliamo vivere bene questa festa, ci è più che mai necessario. Ci è necessario contemplare la Vergine con gli occhi di chi vede ciò che è già e che, tuttavia, per noi, non è ancora.

Apocalisse

Ap 11, 19; 12, 1-6a. 10ab
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Nel giorno del Signore, si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

Corinzi

1Cor 15, 20-26
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.

Vangelo

Lc 1, 39-55
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Apocalisse

Come fece San Giovanni, nella lettura dell’Apocalisse. Giovanni, in visione, vede ciò che è già nella sua attualità, ma che ai nostri occhi ancora si cela, dal momento che non siamo ancora in quella visione di gloria che condividono santi e beati.

Nel giorno del Signore si aprì il tempio di Dio ed apparve l’arca della sua alleanza”. L’arca dell’alleanza, che era il tabernacolo di Israele, splendida, adornata, adatta per contenere le tavole della legge, oggetto che doveva ricordare a tutto il popolo santo l’alleanza stretta con Dio, ora non ha più quasi senso di essere. Altra è l’arca dell’alleanza. È Maria, una donna, una giovane, una povera, colei che Dio stesso sceglie per diventare la Madre del Signore. Arca della nuova alleanza poiché porta nel grembo il salvatore. Non un oggetto, non cose anche se sante. Ma Vita! La vita di Dio dentro una creatura di Dio. Ecco il segno di questa nuova arca dell’alleanza. La visione, poi, prosegue.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi”.  È la visione di Maria. Una donna vestita di sole. Vestita, cioè, di luce. La luce di chi è senza peccato. La luce di chi ha accolto ed osservato la Parola di Dio. La luce di chi ha dato origine al Verbo di Dio che si fa carne. La luce di chi lo fa crescere, lo custodisce, lo prepara per il suo ministero. La luce di chi ha visto le tenebre, quelle del venerdì santo, quelle della passione, quelle della crocifissione. Ma anche la luce di Colei che ha visto lo splendore della Pasqua, la luce che emerge dal sepolcro, la luce che giunge, nella fede, a chi crede. La donna che si è vestita, proprio a causa di tutte queste cose, di luce. Colei che porta la luce diventa ella stessa luce.

Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni”. La figura di Maria è in vista dell’incarnazione del Verbo, ma non solo. Ella diventa anche la madre dei credenti, la madre della Chiesa, colei che accompagna ogni singolo uomo, nelle vicende della vita e nelle vicende della morte, colei che intercede per le necessità dei viventi e per gli uomini che sono nell’ombra della morte. Maria è colei che introduce nella medesima visione di gloria nella quale ella si trova per grazia. È colei che prega nell’ora della nostra morte, perché anche a noi sia dato, dopo la grazia di questa vita presente, anche la grazia della vita futura, la vita in Cristo, la vita dei santi e dei beati, la vita di coloro che, avendo amato Dio, potranno godere della sua stessa visione beatifica.

Solo allora si potrà dire: “ora si è compiuta la salvezza e la forza del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”. Noi, che siamo ancora in questo tempo, possiamo desiderare questo compimento, possiamo guardare in avanti e desiderare quello che accadrà, possiamo contemplare Maria e chiedere a lei di introdurre ciascuno di noi in quella visione di gloria nella quale essa già si trova e dalla quale continua ad essere la nostra “avvocata”, cioè colei che intercede per noi perché giungiamo alla medesima visione di gloria nella pace.

Vivere questa giornata dell’Assunta ci chiede di proiettarci in avanti, ci chiede di trascendere le cose del tempo, ci chiede di superare le preoccupazioni, le difficoltà, i dolori del tempo presente, per entrare in quella dimensione di gloria che apparterrà, un giorno, a ciascuno di noi poveri peccatori, per grazia.

Dante

In questo 7° centenario della morte di Dante, vogliamo anche noi volgere lo sguardo alla Vergine attraverso quella preghiera che è immortalata nella divina commedia e che vuole essere un modo per giungere a quella contemplazione di gloria che la liturgia e la scrittura che abbiamo commentato ci suggeriscono oggi di avere.

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.

Anche noi vogliamo guardare alla Vergine come termine fisso di consiglio. Impariamo a rimettere nelle mani della Vergine le nostre preghiere.

Soprattutto , in questo tempo, guardiamo alla Vergine come “fontana di speranza”. La speranza del peccatore che si sente perdonato, la speranza della visione della gloria, la speranza dell’incontro con Dio, alla luce della quale trovano senso le altre aspettative e le altre speranze umane.

Anche noi, siamo certi che la Madonna non solo ci assiste e ci aiuta, ma addirittura, ci previene. Molte volte ella stessa intercede per noi che nemmeno chiediamo a Dio le cose di cui avremmo più bisogno. È così che la donna vestita di sole aiuta i suoi figli alle prese con le cose del mondo.

A lei, nella quale si sommano tutte le doti possibili degli uomini, chiediamo di divenire come lei, capaci di bontà e di pietà. È questa la trasformazione che osiamo chiedere mentre contempliamo la beata vergine Maria.

Per noi

Cosa rimettere, poi, nelle mani di Maria come comunità? Io credo che, in questo anno pastorale prossimo che ormai ci sta davanti e che inizieremo tra poche settimane ancora nel nome di Maria e sotto la protezione della sua nascita, tutti insieme dobbiamo chiedere la protezione della famiglia. Nell’anno in cui il Papa ha indetto  una riflessione più seria per tutte le famiglie, anche noi chiediamo alla Vergine Santa di intercedere per le nostre famiglie. Non solo. Chiediamo alla Madonna di intercedere per noi, perché non sia rovinata quell’idea di famiglia che proviene dal Vangelo e che tanto spesso vediamo attaccata o semplicemente ignorata.

A preoccuparmi è soprattutto chi ignora l’idea di famiglia cristiana, ovvero mi preoccupano tutti quei battezzati che non celebrano il sacramento dell’amore cristiano, che formano famiglie di fatto come se fosse la stessa cosa, che si abbandonano a forme di “amore liquido”, come usiamo chiamarle, senza essere coscienti della grazia ma anche delle richieste che il nostro battesimo ci suggerisce.

A Maria affidiamo tutti coloro che fanno fatica a credere all’amore di Dio e, per questo, fanno fatica ad amare come Dio ama. Chiediamo a Maria di trascinarci in quella contemplazione della Verità attraverso la quale, poi, ritornano vere tutte le cose da vivere sulla terra come testimoni della Verità. A lei che guarda con carità i suoi figli, affidiamo noi stessi, perché non ci accada di soccombere tra le cose del mondo, senza vedere la luce. La luce di Maria, la luce di Dio.

Così sia!

2021-08-06T11:16:29+02:00