Lunedì 15 novembre

Settimana della 1 domenica di Avvento – Lunedì

Le sorprese di Dio non finiscono mai!

Così quest’anno vogliamo rileggere insieme, ogni giorno, le Scritture che ci verranno proposte dalla liturgia. L’Avvento è il tempo nel quale prendere seria consapevolezza che, nel corso dell’anno liturgico che si ripete, non si ripete mai la grazia di Dio, che crea sempre novità e che crea sempre cose buone per coloro che credono. Così, già in partenza, vorrei che in questo giorno ci chiedessimo:

  • Qual è la novità buona che Dio crea per me?

La Parola di Dio per questo giorno

EZECHIELE 1, 1-12

Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Ezechiele disse: «Nell’anno trentesimo, nel quarto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del fiume Chebar, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine. Era l’anno quinto della deportazione del re Ioiachìn, il cinque del mese: la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzì, nel paese dei Caldei, lungo il fiume Chebar. Qui fu sopra di lui la mano del Signore. Io guardavo, ed ecco un vento tempestoso avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di metallo incandescente. Al centro, una figura composta di quattro esseri animati, di sembianza umana con quattro volti e quattro ali ciascuno. Le loro gambe erano diritte e i loro piedi come gli zoccoli d’un vitello, splendenti come lucido bronzo. Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le proprie sembianze e le proprie ali, e queste ali erano unite l’una all’altra. Quando avanzavano, ciascuno andava diritto davanti a sé, senza voltarsi indietro.
Quanto alle loro fattezze, avevano facce d’uomo; poi tutti e quattro facce di leone a destra, tutti e quattro facce di toro a sinistra e tutti e quattro facce d’aquila. Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. Ciascuno andava diritto davanti a sé; andavano là dove lo spirito li sospingeva e, avanzando, non si voltavano indietro».

PROFETI Gl 1, 1. 13-15

Lettura del profeta Gioele

Parola del Signore, rivolta a Gioele, figlio di Petuèl. Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco, ministri del mio Dio, perché priva d’offerta e libagione è la casa del vostro Dio. Proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra, radunate gli anziani e tutti gli abitanti della regione nella casa del Signore, vostro Dio, e gridate al Signore: «Ahimè, quel giorno! È infatti vicino il giorno del Signore e viene come una devastazione dall’Onnipotente».

VANGELO Mt 4, 18-25

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

La sorpresa di una vocazione che inizia

Dire che la vera sorpresa di Dio nella vita di tutti i protagonisti delle Scritture di oggi è proprio questa: la sorpresa di una vocazione che li raggiunge mentre sono dediti ad altro.

Così è per Ezechiele. Si trova presso un fiume, in un luogo lontano da quella che dovrebbe essere la sua casa, tra i deportati di Israele, in un momento difficile della storia di questo popolo. È tra i deportati: gente che non conta niente, gente che vive di poco, quel poco che i padroni riservano loro giusto per non farli morire di fame: sono manodopera preziosa a costo praticamente nullo. È proprio in questo contesto, fatto di dolore, miseria, lotta per la sopravvivenza, che il profeta vede la gloria di Dio. Novità assoluta. Il profeta, che è in una condizione pietosa, vede la gloria di Dio! È questa la novità della vocazione.

Così è per Gioele. Anche questo profeta viene raggiunto da una vocazione che è tutt’altro che semplice, tutt’altro che facile. Egli deve richiamare a tutti il “giorno del Signore”, il giorno in cui Dio si manifesterà, il giorno chiamato poi dalla tradizione cristiana il “dies irae”, il giorno in cui trionferà la giustizia di Dio, smascherando però tutte le malefatte degli uomini. Ecco perché quel giorno sarà tenebra, caligine, dolore… Una vocazione nuova, per Gioele, e ardua, come quella di Ezechiele.

Così è per gli apostoli, i primi chiamati dal Signore. Anche loro sono dediti ad altro. Un luogo remoto, in una periferia trascurabile dell’impero, essi sono pescatori. Quella del Vangelo è una visione che rimette a posto tutte le altre. La gloria di Dio non appare in modo appariscente, altisonante, obbligando tutti a credere immediatamente. La verità che è Gesù Cristo appare in un luogo sperduto, a gente povera, su un lago. Si compie così la storia della salvezza di cui i profeti erano stati interpreti. Ed ancora: il giorno del Signore non è un giorno di minaccia, di “ira” così come noi la intendiamo. Il giorno del Signore è un giorno di misericordia, un giorno in cui vengono sanati i malati, un giorno in cui viene detto di portare a tutti il messaggio di una notizia nuova e buona. Ciò che i profeti videro è validissimo e vero. Certo la gloria del Signore apparirà in tutto il suo splendore. Certo il giorno del suo apparire sarà anche giorno di giudizio. In attesa di quel giorno, la vera novità del cristiano è quella di chi vive costantemente la ricerca di Dio che si rivela ai poveri della storia. Questa vera novità consiste poi in uno sguardo di misericordia dovuto a tutti.

Per noi

  • Ci rendiamo partecipi di questa novità di vita?
  • Anche noi viviamo in un luogo periferico, non siamo al centro del mondo, tra di noi non ci sono grandi luminari… vediamo e sentiamo rivolto a noi il messaggio di misericordia di Dio anche iniziando questo nuovo Avvento?

Per gli sposi e la famiglia

Chissà quante volte avete cambiato modo di vivere, valutazione sulle cose, parere su ciò che capita. Cose “umane”, dettate dalla contingenza delle cose. Eppure anche agli sposi, è chiesto di saper vedere quella novità di vita che sa sbocciare anche tra loro, quando si vive il matrimonio in modo cristiano. Così pure come i genitori possono accorgersi, nei cambiamenti dei loro figli che sono anche i cambiamenti della famiglia stessa, quella perenne novità che lo Spirito di Dio opera passando attraverso il cuore delle persone e rendendo la famiglia sempre aperta al soffio vitale del suo amore. Fino a quando non si entrerà in quella gloria descritta dal profeta. Fino a quando non si passerà anche per quel giudizio di Dio che, svelando le vere intenzioni degli uomini, renderà noto ciò che è nel cuore di ciascuno, purificando errori e inadempienze.

  • Viviamo così la novità della vocazione matrimoniale e della famiglia, oppure ci pesano cambiamenti, novità, continui mutamenti?
  • Quanto siamo disposti a giocarci in essi, cogliendo quello Spirito di Dio che, come ci hanno detto i profeti, sempre opera novità?

Impegno del giorno

Cerchiamo di cogliere nella nostra vita e nella nostra vocazione, un segno di novità e di cambiamento che lo Spirito di Dio ci chiede.

2021-11-14T09:58:36+01:00