Mercoledì 16 marzo

Settimana della 2 domenica di quaresima – mercoledì 

La paura “fa 90”!

È un detto molto conosciuto che ci può aiutare a rileggere il primo testo biblico che abbiamo ricevuto oggi.

La Parola di Dio per questo giorno

GENESI 14, 11-20a
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il re dell’Elam e i re che erano con lui presero tutti i beni di Sòdoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. Prima di andarsene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli risiedeva appunto a Sòdoma. Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l’Ebreo, che si trovava alle Querce di Mamre l’Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner, i quali erano alleati di Abram. Quando Abram seppe che suo fratello era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all’inseguimento fino a Dan. Fece delle squadre, lui e i suoi servi, contro di loro, li sconfisse di notte e li inseguì fino a Coba, a settentrione di Damasco. Recuperò così tutti i beni e anche Lot suo fratello, i suoi beni, con le donne e il popolo. Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del Re. Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici».

SALMO Sal 118 (119), 41-48

Benedetto il Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra.

Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
A chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola. R

Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre. R

Camminerò in un luogo spazioso,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti
e non dovrò vergognarmi. R

La mia delizia sarà nei tuoi comandi,
che io amo.
Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo,
mediterò i tuoi decreti. R

PROVERBI 6, 16-19
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in orrore: occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli.

VANGELO Mt 5, 38-48
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Genesi

Abramo è un uomo di pace. Si è separato da Lot per la paura di litigare, per la paura di non andare d’accordo. Evidentemente c’erano state tensioni come, per altro, abbiamo letto ieri. Eppure quando Lot viene catturato, insieme alle sue tribù e ai suoi beni, Abramo non esita ad andare in guerra per liberare Lot. Si tratta di guerre tribali, cose molto note in Medio Oriente. Abramo, dunque, parte. Prende i suoi uomini e lotta fino a quando non riesce a liberare Lot e a recuperare tutti i suoi beni. La forza di Abramo deve essere stata grande e la paura di incontrarlo doveva avere invaso tutti gli altri capi tribù del tempo che si conoscevano benissimo. Prova ne è il fatto che Abramo, quando torna da questa lotta, riceve l’onore di Melkisedek, che offre un sacrificio di pane e vino, evidente rimando a quello che sarà l’Eucarestia istituita dal Signore. La paura di perdere un parente diventa forza per Abramo che, a sua volta incute timore in tutti coloro che abitano la zona perché è troppo forte in tutte le battaglie. C’è, dunque, un contesto di più “paure” sotteso ai racconti della Genesi. Contesto che magari riusciamo difficilmente a comprendere per la lontananza che proviamo rispetto a queste realtà.

Vangelo

Come si esce da questo groviglio di paure? Solo con la ricerca sincera del bene più importante per ogni uomo: la pace. “Io vi dico di non opporvi al malvagio”, dice il Signore. Poco dopo aggiunge: “Amate i vostri nemici, pregate per quelli che vi maltrattano…”. La logica del Vangelo è un’altra rispetto a quella della Genesi. Se la logica di Abramo è quella della difesa, è quella della rivincita su chi ha operato un torto, la logica del Vangelo è quella della mitezza, è quella della preghiera per chi, almeno in un certo momento della vita, è nemico. La logica del Vangelo è quella di chi si consegna nelle mani di Dio e cerca di imitare l’atteggiamento del Padre “che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Una logica difficile da capire, ancora più difficile da imitare, eppure l’unica logica di pace che riesce a strappare da quelle piccole o grandi divisioni che rovinano la vita di tutti gli uomini. Anche la nostra.

Noi e la paura che fa 90

Penso che anche noi, istintivamente, in prima battuta, siamo portati a ragionare come Abramo. Se subiamo un torto, o se qualcuno dei nostri cari subisce un torto, il primo istinto è quello della difesa, è quello della reazione, dell’intervento per coloro che hanno subito un torto, specie se sono più deboli. È quello che sentiamo immediatamente, senza bisogno di pensarci troppo. Realtà che non sono, in sé, sbagliate, specie se siamo chiamati a prendere le difese dei più piccoli, dei più deboli, di coloro che non possono, da soli, difendersi, come gli anziani o i bambini. Eppure questa logica non deve essere l’unica. Questo modo di vivere non deve essere il solo. Il Signore chiede proprio a noi di iniziare ad entrare nella sua logica, pregando per coloro che ci maltrattano o che maltrattano chi ci è caro. Prima di intervenire, per lo meno, bisogna pregare. Poi ci possono essere svariate occasioni nelle quali possiamo porgere l’altra guancia. Se il torto riguarda noi in prima persona, possiamo, anzi, dovremmo fare questo. Dovremmo porgere l’altra guancia, dovremmo rimettere tutto nelle mani di Dio che sa compiere il bene a suo tempo. Dovremmo… perché non è affatto automatico né spontaneo. Eppure, come credenti, credo che tutti avvertiamo che la proposta del Signore è giusta, vera, l’unico vero modo di cambiare il mondo.

Per uscire dalla paura

Per uscire da questa paura occorre desiderare la pace. Quella pace che ci deve portare a vivere bene le relazioni, quella pace che ci spinge a vedere nell’altro, anche in chi propone un torto, anzitutto un fratello, poi uno che ci si oppone. È la grande sapienza e la grande pazienza dei santi, che hanno saputo accostare anche coloro che attentavano, in qualche modo, alla loro vita, con la sapienza e la pazienza di Dio, suscitando non l’opposizione ma il desiderio sincero di una conversione. Anche noi, quando ci troviamo in casi di questo genere, dovremmo saper suscitare il desiderio di conversione. È il modo cristiano di stare vicino a chi si rende nemico, oppositore, accusatore ingiusto.

Esercizio quaresimale

  • Come reagisco di fronte alle ingiustizie?
  • So suscitare il desiderio di conversione dell’altro o mi limito a una reazione di difesa o di ripicca?
  • Conservo il dono della pace nel cuore o lo perdo per ogni minima contrarietà?
  • Mi viene mai in mente che sono proprio io uno di quelli che è chiamato a imitare l’atteggiamento del Padre che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti?
  • Cosa posso fare per vivere bene questo difficile esercizio quaresimale?

Proposito quaresimale

Mi impegno oggi a essere giusto, a non giudicare secondo ciò che mi pare meglio, a non reagire di fronte ai torti che potrò subire. Mi impegno a porgere l’altra guancia rispetto a chi mi offenderà.

2022-04-14T08:09:26+02:00