Settimana della 2 domenica di quaresima – giovedì
La paura di essere sterili
Nella società antica, essere senza figli era come una maledizione. Difficoltà non del tutto superata nei nostri giorni. C’è un senso di mancanza anche nelle coppie sterili di oggi. Ciò genera un po’ la paura di non essere al pari degli altri.
La Parola di Dio per questo giorno
GENESI 16, 1-15
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò l’invito di Sarài. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. Allora Sarài disse ad Abram: «L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarài: «Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza. La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài». Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l’angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa». Soggiunse poi l’angelo del Signore: «Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha udito il tuo lamento. Egli sarà come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui, e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli». Agar, al Signore che le aveva parlato, diede questo nome: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Non ho forse visto qui colui che mi vede?». Per questo il pozzo si chiamò pozzo di Lacai-Roì; è appunto quello che si trova tra Kadee Bered. Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito.
SALMO Sal 118 (119), 49-56
La tua parola, Signore, e verità e vita.
Ricòrdati della parola detta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
Questo mi consola nella mia miseria:
la tua promessa mi fa vivere. R
Gli orgogliosi mi insultano aspramente,
ma io non mi allontano dalla tua legge.
Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore,
e ne sono consolato. R
Mi ha invaso il furore contro i malvagi
che abbandonano la tua legge.
I tuoi decreti sono il mio canto
nella dimora del mio esilio. R
Nella notte ricordo il tuo nome, Signore,
e osservo la tua legge.
Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti. R
PROVERBI 6, 20-29
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre. Fissali sempre nel tuo cuore, appendili al collo. Quando cammini ti guideranno, quando riposi veglieranno su di te, quando ti desti ti parleranno, perché il comando è una lampada e l’insegnamento una luce e un sentiero di vita l’istruzione che ti ammonisce: ti proteggeranno dalla donna altrui, dalle parole seducenti della donna sconosciuta. Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza, non lasciarti adescare dai suoi sguardi, poiché, se la prostituta cerca il pane, la donna sposata ambisce una vita preziosa. Si può portare il fuoco sul petto senza bruciarsi i vestiti, o camminare sulle braci senza scottarsi i piedi? Così chi si accosta alla donna altrui: chi la tocca non resterà impunito.
VANGELO Mt 6, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Genesi
Come Sara. Il suo è proprio un cruccio. Il non avere figli da offrire ad Abramo è un tormento, tanto che è lei che cerca, a tutti i costi, una soluzione. Soluzione molto semplice e permessa dal diritto di quel tempo. Si ricorre ad una schiava che deve partorire un figlio che diventerà l’erede del capo tribù. Una soluzione di ripiego ma onorevole. La situazione, come ovvio, sfugge di mano. Si capisce bene che tra le due donne si genera una forte rivalità. L’una vorrebbe ritenersi di più della padrona, perché ha potuto quello che lei, invece, non ha avuto la gioia di compiere. L’altra, la padrona, diventa gelosa di quel figlio che Agar ha nel grembo. Una paura terribile quella che invade entrambe. Paura che tornerà ancora nella vita di entrambe, quando proprio a Sara nascerà un figlio. Paura mai sopita, paura che le due donne si tengono dentro e che vivono in modo molto diverso. Eppure questa paura le accomuna e le rende, in qualche modo, schiave di quel malessere che si ritorcerà, poi, anche in famiglia e, in qualche modo, in tutta la tribù.
Vangelo
Come si esce da questa logica? Solo con una preghiera di affidamento forte, generosa, umile. “Quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo che è nel segreto”. Un’indicazione su come deve essere la preghiera del cristiano, la preghiera del discepolo del Signore. Una preghiera di affidamento, una preghiera umile, una preghiera che sa sfogare anche tutto il proprio dolore davanti a colui che tutto può, che tutto sorregge, che tutto vede. Una preghiera di affidamento, una preghiera di supplica, una preghiera fiduciosa. Unita a questa preghiera una carità generosa: “mentre fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”. L’elemosina generosa, la carità che non tiene conto, è l’applicazione della preghiera profonda, intensa, genuina. Quando uno prega in modo disinteressato l’unico Padre di tutti, si rende poi disponibile per qualsiasi azione di carità. Chi prega nel segreto, chi nel segreto si unisce al Padre, poi sa raccogliere il frutto di questa preghiera nelle opere di generosità, prossimità, da compiere, sempre, con discrezione.
Noi e la paura di essere sterili
Non crediate che questa paura sia solo per coloro che, fisicamente, non hanno avuto la possibilità di generare un figlio. Tutti possiamo vivere questa paura. Tutti, infatti, siamo sterili e proviamo qualcosa del genere, quando non vediamo i risultati sperati. Così potrebbe anche essere che i genitori di numerosi figli si possano sentire sterili, se vedono i figli percorrere vie che loro non hanno percorso, né insegnato a farlo. Possono essere sterili tutti gli educatori, quando vedono che il risultato delle loro fatiche è molto scarso, deludente, e ci si domanda nel profondo: io per chi e per che cosa ho lavorato? Il rischio di vedere che le proprie azioni sono senza effetto c’è per tutti. Nel momento storico che stiamo vivendo, poi, il rischio di vedere o di dover purtroppo constatare che chi viene dopo di noi non ha appreso niente da noi, è più che una remota possibilità. La reazione della paura di fronte a queste cose è del tutto normale. Quando non sappiamo bene cosa fare, quando siamo nell’incertezza più grande, la paura è il primo sentimento che ci può invadere. Senza colpa di nessuno.
Per uscire dalla paura
Solo la preghiera e solo la generosità possono togliere anche noi da questo genere di paura. Le due raccomandazioni si addicono perfettamente a questo periodo di Quaresima, tempo nel quale noi tutti siamo chiamati a pregare con maggiore intensità e a togliere da noi quel “lievito vecchio” che non ci permette di essere liberi, così come il Vangelo ci vorrebbe. Credo che la proposta di liberarci da questa paura sia, in fondo, la più difficile che potevamo ricevere. Solo un cuore che ama la libertà, solo un cuore che non si consegna alla mediocrità potrà capire queste verità e potrà essere pronto a sostenere quella sfida che richiama tutti noi alla verità del Vangelo. Ben venga in questa seconda settimana di Quaresima quando abbiamo ancora molto tempo per la nostra conversione. Realtà per la quale dobbiamo impegnarci fin da subito.
Esercizio quaresimale
- Come sto pregando in questa Quaresima?
- Come vivo la carità? Cosa mi sono proposto di fare?
- In quali contesti sperimento la sterilità di cui parlava il Vangelo?
- Cosa produce dentro di me questo confronto con Sara e Agar?
Proposito quaresimale
Mi impegno ad una preghiera più intensa e profonda e a una carità più significativa, unico modo per uscire da quella mediocrità dell’esistenza che appiattisce tutto sul minimo indispensabile.