Settimana della 5 domenica di Pasqua – lunedì
Questa quinta settimana di Pasqua non ci propone celebrazioni particolari, quindi seguiremo in pieno il lezionario che ci propone questo tempo liturgico.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA At 21, 17-34
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. Il giorno dopo Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi; c’erano anche tutti gli anziani. Dopo aver rivolto loro il saluto, si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del suo ministero. Come ebbero ascoltato, davano gloria a Dio; poi dissero a Paolo: «Tu vedi, fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e sono tutti osservanti della Legge. Ora, hanno sentito dire di te che insegni a tutti i Giudei sparsi tra i pagani di abbandonare Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le usanze tradizionali. Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato. Fa’ dunque quanto ti diciamo. Vi sono fra noi quattro uomini che hanno fatto un voto. Prendili con te, compi la purificazione insieme a loro e paga tu per loro perché si facciano radere il capo. Così tutti verranno a sapere che non c’è nulla di vero in quello che hanno sentito dire, ma che invece anche tu ti comporti bene, osservando la Legge. Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso e abbiamo loro scritto che si tengano lontani dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalle unioni illegittime». Allora Paolo prese con sé quegli uomini e, il giorno seguente, fatta insieme a loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l’offerta per ciascuno di loro. Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d’Asia, come lo videro nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui gridando: «Uomini d’Israele, aiuto! Questo è l’uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la Legge e contro questo luogo; ora ha perfino introdotto dei Greci nel tempio e ha profanato questo luogo santo!». Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio. Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse. Afferrarono Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio e subito furono chiuse le porte. Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al comandante della coorte che tutta Gerusalemme era in agitazione. Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso di loro. Costoro, alla vista del comandante e dei soldati, cessaròno di percuotere Paolo. Allora il comandante si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto si informava chi fosse e che cosa avesse fatto. Tra la folla però chi gridava una cosa, chi un’altra. Non riuscendo ad accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza.
SALMO Sal 121 (122)
Vivano sicuri quelli che ti amano, Signore.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. R
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. R
VANGELO Gv 8, 21-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Di nuovo il Signore Gesù disse ai Giudei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Vangelo
“A queste parole molti credettero in lui”. La predicazione a cui ci fa partecipare il Vangelo, ovviamente, è quella del pre-Pasqua. Gesù fa un forte riferimento alla sua Crocifissione: “quando avrete innalzato il Figlio dell’Uomo, allora saprete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso ma come il Padre mi ha insegnato”. Gesù rende partecipi i Giudei del fatto che molti crederanno al suo nome, molti verranno alla fede e non solo da Israele. Per ora non è ancora il tempo, non è ancora il momento. Verrà il giorno in cui dovranno dire e proclamare a tutti il vangelo della Risurrezione, che attirerà molte genti. Ovviamente si tratta di una preparazione anche per i discepoli: sono proprio loro che, dopo la Risurrezione, dovranno andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo.
Atti
Non fu tutto così facile! Lo scopriamo dagli Atti, in un primo tempo di vita della Chiesa si guardò anche con sospetto a quei pagani che bussavano alle porte della Chiesa, perché mettevano un grosso punto interrogativo sulle pratiche fondamentali per la legge giudaica e, quindi, sull’osservanza della legge di Mosè. A noi sembra un discorso di poco conto, ma non lo fu. Anche Giacomo, colui che reggeva la Chiesa di Gerusalemme, dovette prendere posizione in proposito. La sua prima reazione fu quella di cercare di mettere a posto i malcontenti e i malumori che serpeggiavano in modo molto umano. Lo abbiamo sentito. Quando Paolo giunge con alcuni pagani a Gerusalemme, per fugare ogni diceria e ogni sospetto, è proprio San Giacomo a proporre di farsi vedere nel tempio mentre osserva le prescrizioni della legge. Si chiede un atto pubblico a San Paolo, perché tutti possano comprendere che ciò che si dice non è vero. Il tentativo, ripeto molto umano, ovviamente non funziona. La descrizione ci lasciava intuire il caos che si creò quando Paolo, nel tempio, venne scambiato anche per uno che aveva introdotto dei pagani nel tempio. Nacque una reazione così spropositata che dovette intervenire la forza d’ordine pubblico. Paolo, poi, venne imprigionato perché nemmeno il comandante riusciva a ricostruire i fatti e a comprendere il motivo di un così forte opporsi a Paolo. Al di là dei fatti accaduti, noi comprendiamo che l’accoglienza dei pagani fu difficile, creò discussione, mise in moto gli animi, non fu affatto idilliaca né pacifica.
Per noi
Da questo punto di vista noi viviamo proprio in un altro mondo! Siamo abituati da 20 secoli a comprendere che la Chiesa è universale e accoglie tutti. In questi ultimi anni, poi, abbiamo anche celebrato un Sinodo, come Chiesa di Milano, proprio per dire che la Chiesa è “Chiesa dalle genti”. I molti migranti che giungono da noi provengono anche da paesi di tradizione cristiana e, con i loro riti, con le loro tradizioni, sono, comunque, forza che vivifica anche la nostra Chiesa. Se riteniamo vero questo, se siamo capaci di accoglienza grande, è per via di queste discussioni che hanno animato la Chiesa antica e delle quali noi raccogliamo i frutti. Così come le nostre discussioni ecclesiali genereranno passi che saranno poi pacifiche per chi verrà dopo di noi, ma, al momento, non lo sono! Credo che le due Scritture insieme ci dicano che il Cristo Crocifisso e risorto continua a chiamare a sé uomini di ogni parte del mondo, continua ad affascinare gente di buona volontà. La Chiesa si confronta con questo pervenire alla fede di uomini e donne da diverse parti del mondo e, di volta in volta, cerca di risolvere i problemi che si presentano, così come è capace di fare e chiedendo sempre l’aiuto e l’assistenza dello Spirito Santo, che è il vero protagonista della vita della Chiesa. Credo che tutti noi siamo invitati a capire questa verità di fede e, per quanto ci è possibile e compete, siamo tutti invitati a dare il nostro contributo a questo costante spirito di discernimento che la Chiesa deve avere.
Con Maria
Anche per questo vogliamo invocare con forza e con devozione la Vergine Maria, perché ci renda sempre più capaci di operare il discernimento cristiano, come lei stessa ebbe a comprendere dal giorno di Pentecoste in poi. A lei che è la “madre del buon consiglio” ci rivolgiamo per risolvere tutte le situazioni ecclesiali complesse che il nostro tempo porta con sé. Ci aiuti Maria a vivere con fede anche quest’opera dello Spirito.