Domenica 16 maggio

VII domenica di Pasqua

Il comportamento cristiano

Come ci si comporta nella casa di Dio?

La domanda, così come l’ho posta, viene dall’epistola che abbiamo ascoltato insieme, ma possiamo estenderla anche alle altre scritture di questa domenica dopo l’Ascensione e in attesa della Pentecoste.

Atti

At 1, 15-26
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e così quel campo, nella loro lingua, è stato chiamato Akeldamà, cioè “Campo del sangue”. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: “La sua dimora diventi deserta e nessuno vi abiti, e il suo incarico lo prenda un altro”. Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Timoteo

1Tm 3, 14-16
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria.

Vangelo

Gv 17, 11-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Padre, io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Timoteo

Voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della Verità”.  Così, dunque, Paolo ad un suo giovane collaboratore, privo di esperienza e bisognoso di consigli. Paolo, anzitutto, offre una definizione della Chiesa: “colonna della verità”, ovvero la chiesa deve sempre e solo riferirsi al Vangelo di Cristo, annunciare la sua passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo, ricordare questa verità all’uomo. Le altre verità derivano da questa e anche in queste la chiesa deve sempre avere il coraggio di una professione di fede limpida e sincera.

Se questa è l’identità della Chiesa, è però vero che questa è anche l’identità del credente. Cosa è chiesto a Timoteo, come credente e come vescovo? Nulla di più e nulla di meno che essere colonna della verità: col suo modo di fare, con il suo modo di agire, con le priorità della sua esistenza, anch’egli deve essere colonna della verità e a servizio della Chiesa. Ecco perché Paolo richiama a Timoteo come deve comportarsi, perché il suo servizio sia sempre un servizio puntuale, preciso, cristiano.

Vangelo

È per questo che anche il Signore prega: perché gli uomini, i discepoli, i credenti, sappiano sempre come comportarsi nella Chiesa di Dio.

Custodiscili nel tuo nome: è la prima richiesta che Gesù pone nelle mani del Padre, una richiesta molto forte, Gesù chiede al Padre di custodire tutti coloro che crederanno perché egli conosce la fragilità dell’uomo e anche quella del discepolo. Questa fragilità nel comportamento, non sarà, di per sé, un impedimento alla vita cristiana ma ne segnerà certamente un limite: è per questo che l’uomo ha bisogno di tutta la forza che viene da Dio. Questa forza si chiama custodia. Poiché la forza è uno dei doni dello Spirito Santo, anche la custodia proviene dal medesimo Spirito Consolatore. Gesù prega, anzitutto, perché lo Spirito Consolatore che è già dentro di noi, operi questa custodia della nostra vita e della nostra anima.

Custodiscili dal maligno: è la una seconda richiesta di Gesù al Padre ed è anche una specificazione della prima richiesta. Gesù sa molto bene che il discepolo, nel mondo, incontrerà molte tentazioni che lo consiglieranno di lasciare la via di perfezione che sta seguendo. Sarà il maligno a tentare di dividere l’anima da Dio, il credente dal Padre. Ecco perché il Signore prega il Padre che la sua protezione e custodia, infonda vigore e fiducia grandi, tanto da saper resistere a qualsiasi tentazione.

Perché siano una cosa sola: questa custodia ha poi un oggetto speciale, un segno speciale grazie al quale sarà riconoscibile da tutti: l’unità. Il credente, sostenuto dallo Spirito Santo, avrà uno e un solo compito: promuovere l’unità. A qualsiasi livello, dal più piccolo al più grande, dal meno importante al più importante. Questo è ciò che dovrà fare il credente sostenuto dallo Spirito: cercare e promuovere l’unità di tutti. Questo sarà il grande segno da dare. Chi vive custodito dal Signore, chi vive sotto l’azione dello Spirito e cerca l’unità tra gli uomini, vive una vita secondo la mente di Dio e realizza lo scopo della propria esistenza: conoscere, lodare, servire il Signore.

Consacrali nella verità: è l’ultima richiesta di Gesù al Padre. Chi avvertirà la custodia di Dio? Chi riuscirà a vivere in maniera tale da costruire sempre l’unità? Chi sarà consacrato nella verità e poiché la Parola di Dio è verità, Gesù insegna che per proseguire nel proprio cammino occorrerà sempre riferirsi a quella Parola che guida tutti nel cammino della fede.

Atti

Con altro linguaggio San Luca, nella pagina degli Atti degli Apostoli, ci ha riproposto le medesime verità. La chiesa sta cercando di ricomporre il numero sacro dei dodici e si cerca un uomo che possa prendere il posto di Giuda, il “figlio della perdizione” che ha deliberatamente deciso di non seguire il Signore e di tradirlo. Ecco il criterio: deve essere uno che ha ascoltato la Parola di Verità proclamata da Cristo, uno che deve sempre essere stato nel “seguito” di Gesù, uno che stia dando prova di maturità cristiana nella Chiesa. Sono i tre criteri evangelici: amore per la verità, tensione all’unità, continua implorazione della custodia di Cristo. Sono due gli uomini che vengono ritenuti degni di questo compito: Giuseppe, detto Barsabba e soprannominato giusto, e Mattia. Due uomini che stanno già collaborando con la Chiesa, due credenti che hanno già detto della propria fede e che stanno collaborando con gli apostoli al mistero dell’evangelizzazione. Sono due che sanno come comportarsi nella Chiesa, se volessimo usare il modo di argomentare di Paolo. Proprio per questo sono adatti a quel compito e per questo si prega per capire chi lo spirito abbia eletto e scelto per questo compito. Poiché entrambi presentano le medesime caratteristiche, la chiesa sceglierà nella preghiera chi Dio ha designato per questo compito singolare che è la sostituzione di un apostolo.

Per noi

Credo che anche noi abbiamo tutti gli elementi per rispondere alla domanda: come ci si comporta nella Chiesa? Come si vive nella Chiesa?

Credo sia una domanda centrale, anche, se vogliamo, nella sua estensione che ci porta a chiederci: come vive il cristiano nella sua vita? Come si comporta il cristiano nella sua vita?

Siamo, infatti, in un’epoca che avendo scisso la professione religiosa dalla vita, insegna anche che il comportamento “da” credente è diverso da quello di uomo, donna di tutti i giorni. Ecco che allora si spiega perché molti cristiani che pur vivono un’appartenenza di fede che si esprime nella preghiera rituale, poi, di fatto, nella vita, vivono come tutti gli altri. Credo che così siamo un po’ tutti noi, nel modo di gestire le cose, nel modo di guadagnare per la vita, nel modo di pensare tutte le realtà della vita dell’uomo, nella gestione degli affetti, tutti viviamo come si vive nella nostra epoca, senza tenere conto di quella novità cristiana che deve essere dentro di noi.

Proviamo a ricordare che Cristo prega per noi, proviamo a ricordare che Cristo prega perché noi impariamo ad essere “colonne della verità”, proviamo a ricordare che Cristo prega perché ciascuno di noi sia come un faro, con la sua esistenza, per il modo di comportarsi nel mondo. Se ricorderemo questo, allora ricorderemo che Cristo prega perché la verità della sua parola plasmi i nostri atti; prega perché, nel nostro operare di tutti i giorni, noi possiamo essere gente che tende all’unità; prega perché possiamo essere davvero “colonne della verità”, nella Chiesa e nel mondo.

  • Mi sento così?
  • Avverto che questo è il compito per me?

Ecco come anche noi siamo chiamati a comportarci nella Chiesa, se vogliamo rivivere quell’appartenenza a Dio che è iniziata con il Battesimo e se vogliamo essere di esempio per noi e per gli altri.

Chiediamo al Signore di pregare ancora per noi per insegnarci ad essere sempre piccole ma robuste e solide colonne della verità. Dalla nostra coerenza cristiana, dal nostro desiderio di vivere i valori del Vangelo si capirà il nostro amore per la Chiesa e il nostro essere radicati in Cristo.

2021-05-15T11:33:02+02:00