Giovedì 16 giugno

Settimana della 1 domenica dopo Pentecoste – giovedì – solennità del CORPUS DOMINI

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Es 19, 16-19
Lettura del libro dell’Esodo

Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.

SALMO Sal 96 (97)

Il Signore regna: esulti la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. R

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi. R

VANGELO Gv 12, 27-32
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

Le tre dimensioni della festa

Vorrei insieme con voi, in questa celebrazione solenne del Corpus Domini, sostare sulle dimensioni spirituali di questa festa per l’Eucarestia: l’adorazione o “statio”; il cammino o la “processio”; la benedizione solenne.

Statio

La prima dimensione che ci è chiesto di fare nostra in questa celebrazione è quella della statio, cioè del fermarsi dinnanzi all’Eucarestia. Noi non abbiamo solo scelto di essere presenti, non abbiamo solo deciso di dedicare questa serata alla preghiera e alla celebrazione della Messa e della processione che seguirà. Noi dovremmo aver deciso di stare davanti al Signore per ricordarci che senza di Lui tutte le nostre attività possono essere belle, importanti, necessarie, ma rischiano di essere anche un peso. La festa del Corpus Domini ci dice che senza questa sosta rischiamo di disperderci. Senza questa sosta rischiamo di perdere il senso delle cose. Senza questa sosta rischiamo di non avere più un centro attorno al quale far ruotare tutto il nostro tempo, la nostra vita, le nostre attività, in una parola il nostro esistere.

Questa festa così solenne spiega, poi, perché questo esercizio non ci è necessario solo una volta all’anno, ma ogni settimana. La sosta della celebrazione eucaristica domenicale serve a questo. Serve a metterci davanti a Dio perché noi possiamo sostare. Così, sostando davanti a Lui, prenderà senso anche il nostro molto operare e troveranno una composizione tutte le cose che, altrimenti, rischiano solo di appesantirci. Se noi non abbiamo questa sosta, se noi non sperimentiamo il bene che ci viene da questa “statio”, vivremo una vita frammentata. Ma una vita frammentata è ancora capace di dare un senso compiuto ai nostri giorni? La sosta davanti all’Eucarestia ci assicura questo: davanti al Signore si può dare concretezza alla nostra vita e possono trovare composizione tutte le questioni che compongono la nostra vita.

Processio

Alla statio segue la processio. Non è abituale che, dopo la celebrazione, noi usciamo dalla chiesa con l’Eucarestia per andare in mezzo alle case. Questo è un gesto assolutamente straordinario di questo giorno, di questa celebrazione. Con questo gesto noi vogliamo dire che non solo ci lasciamo radunare dall’Eucarestia, non solo siamo venuti qui per celebrare il Sacramento, ma vogliamo simbolicamente portarlo in alcune vie della nostra città per dire a tutti che Cristo visita le nostre strade, le nostre case, i nostri luoghi di vita, di lavoro, di raduno e li rende luoghi fecondi perché colmi della sua benedizione. La processione del Corpus Domini vuole essere un segno. Un segno profetico: noi diciamo a tutti e pubblicamente che siamo tra coloro che vivono la fede come dimensione importante dell’esistenza e provochiamo, o per lo meno vorremmo provocare tutti, perché ciascuno si ponga la domanda sulla presenza di Dio nella propria esistenza. Un segno di benedizione: noi chiediamo a Dio di vedere ciò che c’è nelle nostre case, oltre quello che noi vediamo. Noi chiediamo a Dio di benedire le cose buone di cui siamo a conoscenza come anche tutto quel bene che noi non vediamo. Ma chiediamo a Dio di essere presente anche nelle fatiche della gente; chiediamo a Dio di essere accanto al dolore di chi soffre, chiediamo a Dio di accompagnare la difficoltà delle persone più fragili. La processio ha questo scopo. Noi vivremo insieme questo momento per ricordarcelo e per dirlo apertamente, davanti a tutti, perché altri possano recuperare una domanda per i loro giorni.

Benedictio

Infine la benedizione. La benedizione è un atto liturgico che chiude sempre le nostre celebrazioni o gli altri momenti di preghiera comunitari. La benedizione che oggi viene impartita è però la benedizione eucaristica, quella che impartiamo ogni venerdì al termine del pomeriggio spirituale che vorrebbe essere come un’oasi nelle nostre giornate.  Questo atto è del tutto singolare: noi chiediamo a Dio che, per mezzo del Figlio, realmente presente nel pane consacrato, venga a benedire le nostre realtà, specie quelle più fragili. Se è vero che il Corpo di Cristo è benedizione e conforto, l’atto liturgico della benedizione eucaristica dice con più forza e con più certezza che Dio è davvero Colui che accompagna le nostre giornate, senza mai staccarsi da ciascuno di noi. Questa benedizione è per tutti: travalica i confini della chiesa, è superiore ai presenti. Noi la riceviamo con fede, la porteremo magari ai nostri malati, o nelle case dove c’è qualcuno fisicamente impedito alla partecipazione personale. Questa benedizione è però più ampia. Scende su tutta una città: su chi ha fede e su chi non ce l’ha; su chi vive già di Eucarestia e su chi ha dimenticato il Sacramento; su chi invoca il nome di Dio e su chi l’ha dimenticato… insomma scende davvero su tutti.

Vorrei poi che questa benedizione scendesse in modo del tutto particolare sulle famiglie. Voi che siete state le protagoniste di questo anno, voi che ricevete molti stimoli per vivere bene il cammino da credenti in famiglia, voi che siete il cuore di ogni attività pastorale, fate tesoro di questa benedizione e portatene frutto, secondo quello che è concesso alla tradizione di ciascuno.

Statio, processio, benedictio. Impariamo a stare sempre così davanti all’Eucarestia. Salveremo l’anima e, per questo, salveremo il mondo.

2022-06-11T09:33:21+02:00