Mercoledì 16 giugno

Settimana della 3 domenica dopo Pentecoste – Mercoledì

Vangelo

Lc 6, 17-23
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Disceso con i dodici, il Signore Gesù si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti».

Due fuochi diversi.

Un primo fuoco al quale si fa riferimento è quello indicato nel Vangelo. È il fuoco della fede che si esprime nello spirito delle beatitudini. È la vita del Signore che attesta le beatitudini: è Gesù che è povero, perché cerca sempre e solo la comunione con il Padre; è Gesù che condivide la fame di giustizia, di pace, di serenità con tutti coloro che sono andati da lui per ascoltarlo e per ricevere la sua parola; è Gesù che partecipa al pianto degli uomini e che indica loro quella strada di felicità sulla quale è possibile seguirlo. È ancora Gesù che si lascia disprezzare, odiare, insultare. È Gesù che guarda alla “ricompensa” del Padre e vive Lui stesso tutto proteso al ritorno al Padre, come fine della sua presenza sulla terra ovvero della sua missione. Questo è il “fuoco” che Gesù vorrebbe divampasse anche tra i discepoli e tra gli uomini. Senza questo fuoco di passione, senza questo fuoco di amore, anche la fede diventa povera, sterile, diventa al massimo celebrazione, rito, obbedienza alle regole. Questo è proprio quello che il Signore non vorrebbe. Lui cerca il cuore, quel cuore che cerca Dio anche nei momenti di afflizione, di solitudine, di povertà interiore, di aridità… Gesù insegna che il fuoco interiore della fede non deve mai venire meno, neppure nel momento difficile della prova, della solitudine, del dolore. Quando questo fuoco non viene meno, nemmeno la sua presenza viene meno tra gli uomini. È questo fuoco di fede che tiene sempre vivo il cuore dell’uomo.

Numeri

Nm 10, 33 – 11, 3
Lettura del libro dei Numeri

In quei giorni. Gli Israeliti partirono dal monte del Signore e fecero tre giornate di cammino; l’arca dell’alleanza del Signore si muoveva davanti a loro durante le tre giornate di cammino, per cercare loro un luogo di sosta. La nube del Signore era sopra di loro durante il giorno, quando partivano dall’accampamento. Quando l’arca partiva, Mosè diceva: «Sorgi, Signore, e siano dispersi i tuoi nemici e fuggano davanti a te coloro che ti odiano». Quando sostava, diceva: «Torna, Signore, alle miriadi di migliaia d’Israele». Ora il popolo cominciò a lamentarsi aspramente agli orecchi del Signore. Li udì il Signore e la sua ira si accese: il fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò un’estremità dell’accampamento. Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore e il fuoco si spense. Quel luogo fu chiamato Taberà, perché il fuoco del Signore era divampato fra loro.

Dall’altro lato c’è un altro “fuoco” che divampa nel mezzo del cammino dell’Esodo. È il fuoco del confronto, della rivalità, della ripicca, dell’odio, della divisione, della non fede. È il simbolo di quell’allontanamento da Dio che spesso l’uomo vive. Quando l’uomo si allontana da Dio si apre lo spazio per qualsiasi realtà negativa che corrompe il cuore dell’uomo, distraendolo dal suo progetto originario di vita e portandolo lontano da quella felicità che gli era stata promessa. È solo l’intervento di Mosè che “placa” questo fuoco. Ovvero è solo l’esempio di fede di Mosè, è solo la sua preghiera che riesce a spegnere questo multiforme fuoco che è divampato tra il popolo e riesce a riportare tutti sotto la protezione di Dio. È quella preghiera bellissima di Mosè che all’inizio di ogni giornata invoca la presenza e la benedizione di Dio sulle attività molteplici dell’uomo e alla sera ringrazia per tutto ciò che è accaduto, sa chiedere perdono per le colpe commesse, invoca la presenza di Dio lungo la notte. È la fede grande di Mosè che ricorda all’uomo di essere creatura nelle mani di Dio che pone fine ad ogni incendio avverso e guida il popolo stesso alla meta per la quale si sta muovendo nel deserto.

Per noi

  • Quale fuoco è presente tra noi?
  • Il fuoco delle beatitudini o quello della divisione, della rivalità, del confronto, della non fede?

Credo che siano presenti entrambi, dal momento che ci sono uomini e donne dello Spirito che vivono in mitezza, ricerca della pace, promozione del bene, costante desiderio di vedere il volto di Dio e, al contrario, uomini che vivono lo spirito della divisione, della contesa, dell’odio profondo, nella costante negazione dei valori che rendono bella e piena di senso la vita dell’uomo.

Se vogliamo che tra noi si accenda il primo fuoco, quello della fede, del senso della presenza di Dio, abbiamo tutti bisogno di lasciare che sia Dio ad istruirci, abbiamo bisogno che sia lo spirito delle beatitudini ad invaderci, abbiamo bisogno che sia lo spirito di Dio a sostenerci. Se ci allontaniamo da questo fuoco di amore che regna nei cuori, non potremo poi lamentarci se si accende e se prende vigore quell’altro fuoco, quello della distruzione, dell’odio, della rivalità e di ogni altro male che giunge a rendere meno intensa, bella, costruttiva la vita di ogni uomo e la convivenza tra gli uomini.

Chiediamo al Signore che si possa accendere dentro di noi questo fuoco. Chiediamo al Signore, ancora una volta, di attirarci a sé e di accendere in noi il suo fuoco di amore. Oggi la nostra testimonianza sia per questo valore! Viviamo, oggi, lo spirito delle beatitudini, renderemo santo questo tempo.

2021-06-11T10:25:23+02:00