Settimana della 1 domenica di Avvento – mercoledì
La spiritualità di Avvento per questo giorno
“Correre dietro al nulla, diventando nullità”.
È una frase di Geremia che prendo come spunto per la meditazione di oggi.
La Parola di Dio per questo giorno
GEREMIA 2, 1-9
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in terra non seminata. Israele era sacro al Signore, la primizia del suo raccolto; quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del Signore. Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele! Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità? E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”. Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità. Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella Legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano. Per questo intenterò ancora un processo contro di voi – oracolo del Signore – e farò causa ai figli dei vostri figli».
SALMO Sal 13 (14)
Signore, abbi pietà di Sion,
perché e tempo di usarle misericordia.
Lo stolto pensa: «Dio non c’è».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
non c’è chi agisca bene.
Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo
per vedere se c’è un uomo saggio,
uno che cerchi Dio. R
Sono tutti traviati, tutti corrotti;
non c’è chi agisca bene, neppure uno.
Non impareranno dunque tutti i malfattori,
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano il Signore? R
Ecco, hanno tremato di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
Voi volete umiliare le speranze del povero,
ma il Signore è il suo rifugio. R
Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?
Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele. R
PROFETI Am 5, 10-15
Lettura del profeta Amos
Così dice il Signore Dio: «Essi odiano chi fa giuste accuse in tribunale e detestano chi testimonia secondo verità. Poiché voi schiacciate l’indigente e gli estorcete una parte del grano, voi che avete costruito case in pietra squadrata, non le abiterete; voi che avete innalzato vigne deliziose, non ne berrete il vino. So infatti quanto numerosi sono i vostri misfatti, quanto enormi i vostri peccati. Essi sono ostili verso il giusto, prendono compensi illeciti e respingono i poveri nel tribunale. Perciò il prudente in questo tempo tacerà, perché sarà un tempo di calamità. Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e solo così il Signore, Dio degli eserciti, sarà con voi, come voi dite. Odiate il male e amate il bene e ristabilite nei tribunali il diritto; forse il Signore, Dio degli eserciti, avrà pietà del resto di Giuseppe».
VANGELO Mt 9, 9-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Andando via di là, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Geremia
Il profeta utilizza, come sempre, un’immagine. Questa volta molto conosciuta e certamente provata dalla gran parte di voi. L’immagine è quella dei primi giorni di innamoramento, quando uno è totalmente preso dal pensiero della sua amata o del suo amato. Sono i giorni in cui uno non fa altro che pensare a quello che sta accadendo, sono i giorni del desiderio di stare insieme a colui, a colei di cui ci si è innamorati. Sono i giorni dell’attesa. Sono i giorni in cui ci si consuma nei pensieri per l’amato. Giorni che trascorrono veloci e, poi, passano. Non dovrebbe passare l’amore. Così è nella fede. Spesso ci sono giorni di grande fervore, di grande “innamoramento”, che, poi, lasciano il passo a giorni di poca fede.
Spesso l’amore finisce perché “si corre dietro al nulla”, cioè si lasciano le cose serie per dedicarsi solamente a cose di poca importanza o addirittura frivole. Sono i giorni in cui si finisce per diventare nullità, perché chi non costruisce, non solo non fa niente di buono, ma addirittura, rischia di rovinare tutto. Così è nell’amore, così è nella fede.
Non solo. Un’immagine ancora più terribile, quella dei sacerdoti che non si dedicano al culto di Dio, non si dedicano a richiamare il popolo alle verità della fede, deviano rispetto al loro ministero perché non si dedicano con amore alle anime. Anche questa è un’immagine di ieri, di oggi, di sempre, perché l’infedeltà dell’uomo produce questo anche nelle persone consacrate. Quando i sacerdoti non vigilano, non pregano, non insegnano, va in rovina tutto un popolo.
Amos
Amos è profeta socialmente impegnato. Le sue immagini prendono spunto proprio da questo genere di impegno. Ecco che il profeta utilizza l’immagine della corruzione in tribunale per dire ciò che non si fa, ciò che non deve avvenire. L’uomo di fede, e anche un popolo che ha fede, non devono mai piegarsi ai compromessi. In un popolo che si dice amico di Dio, non deve trovare spazio nessuna forma di corruzione, tutto deve svolgersi nell’assoluta moralità. Lo scandalo, dice il profeta, è proprio questo, che un popolo che si dice fedele a Dio non sia, poi, popolo che vive ciò che il Signore insegna. Così, come anche Geremia, il profeta Amos parte da quello che vede per dire una verità che vale in generale: non si può chiamare bene il male e male il bene. Sovvertire il riferimento del bene e del male porta alla dannazione, alla rovina. Se questo accade in Israele è perché Israele si è staccato da Dio, è rimasto infedele, non ha amato l’umile e fiducioso cammino con Dio.
Vangelo
Così anche Gesù, nel Vangelo, utilizza un’immagine. Anche questa nota a tutti. I sani sono coloro che non hanno bisogno del medico. I malati, invece, sono coloro che necessitano della sua presenza, della sua costante vigilanza, del suo impegno perché riprendano la salute. Così, dice il Signore, è Dio. Dio è come un medico che ama stare con i malati, che vive come urgenza il compito di rendersi più presente in mezzo a coloro che hanno maggiormente bisogno della sua misericordia, rispetto, invece, a chi è già sulla via di un cammino che porterà ad un felice incontro.
Il nostro cammino alla luce di queste immagini
Credo davvero che noi tutti rischiamo di essere un po’ come quelle persone che “rincorrendo il nulla, diventano nullità”. Parole severissime che, però, hanno molto di vero. Parole che si addicono alla società, al mondo in cui viviamo, o, magari, anche a noi come singole persone. Rincorre la nullità chi non rispetta i valori. Diventa nullità chi pretende di decidere da solo, in proprio, senza alcun riferimento agli altri, senza alcun riferimento a Dio, cosa è bene e cosa è male. Diventa nullità chi non ama cercare Dio. Se Dio è la verità, tutto ciò che gli si oppone, tutto ciò che distanzia da lui, è nullo, di nessun valore, impedimento a compiere il bene. Il rischio lo corriamo tutti. Senza Dio diventiamo nullità. Ecco il monito forte che genera la Parola di Dio di oggi. Come sempre, in questi primi giorni di Avvento, un monito da prendere davvero con molta serietà, per non vivere rincorrendo il nulla e diventando nullità.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo per noi, perché sappiamo dedicarci a quelle cose vere, giuste, nobili, preziose che rendono la vita bella, forte, apprezzabile.
Preghiamo per noi, per non ridurci a nullità. Sentiamo forte questa provocazione e anche mettiamo profonda attenzione perché questo rischio non diventi realtà nelle nostre vite.
Preghiamo per la Chiesa e per i sacerdoti, perché siano uomini capaci di insegnare, di richiamare alla Parola di Dio e ai suoi valori, preghiamo perché non perdano il desiderio di dedicarsi all’insegnamento della Verità di Dio, richiamando con forza l’uomo che vuole costruire la propria rovina e allontanarsi dal Mistero che salva.
Preghiamo per essere di esempio nell’indicare il bene e il male, senza perderci noi stessi in tutte quelle cose che ci allontanano da ciò che è bene. Preghiamo per avere una vita piena di sapore, una vita colma di Spirito Santo.