Giovedì 16 dicembre

Settimana della 5 domenica di Avvento – Giovedì – commemorazione dell’annuncio a San Giuseppe

Le sorprese di Dio non finiscono mai!

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 2Sam 7, 4-5a. 12-14a. 16
Lettura del secondo libro di Samuele

In quei giorni. Fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

SALMO Sal 88 (89)

La casa di Davide e il suo regno
saranno saldi per sempre.

Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R

Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».
Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra. R

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo. R

EPISTOLA Rm 4, 13. 16-18
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».

VANGELO Mt 1, 18b-24
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

La sorpresa di San Giuseppe

Questo giorno dell’annuncio a San Giuseppe, in questo anno speciale a lui dedicato, acquista davvero un tono unico e singolare.

Ricordare l’annuncio a San Giuseppe significa, anzitutto, ricordare come Dio, che si prende cura della Vergine Maria e che manda a lei l’arcangelo Gabriele, non trascura affatto San Giuseppe che, dal medesimo angelo, viene raggiunto in sogno perché egli possa ricordare come Dio era entrato nella storia della salvezza e come Dio opera i suoi benefici. Giuseppe è l’uomo che, non solo non si sente trascurato da Dio, ma comprende quale dono di grazia stia toccando lui e la sua promessa sposa. Dev’essere stato in questo momento che San Giuseppe ha smesso di pensare alla sua famiglia, quella che voleva creare, come ad una famiglia normale ed ha cominciato a comprendere che la sua libertà e quella di Maria erano chiamate a qualcosa di alto, unico, incomprensibile.

Giuseppe non rinuncia affatto alla sua libertà, piuttosto sa mettere tutta la sua libertà a servizio di Dio. È questo il secondo spunto di meditazione che ci dona il Vangelo. Giuseppe non è un “poverino” a cui Dio ha rovinato i piani, ma è un uomo che ha saputo contemplare i grandi benefici di Dio ed è un uomo che, liberamente, ha rimesso tutto sé stesso, tutta la sua volontà, tutta la sua libertà, nelle mani di Dio.

In terzo luogo questa adesione di San Giuseppe alla volontà di Dio e il suo continuare, sebbene in modo diverso, il progetto di vita con Maria, dice a tutti noi che anche i nostri progetti di vita, quando lasciano spazio a Dio, possono andare ben oltre quello che noi abbiamo pensato. Anche quando pensiamo a cose grandi, anche quando siamo capaci di elaborare cose profondissime, i nostri progetti rimangono sempre angusti rispetto ai progetti di Dio. Solo Dio ha, se noi lo vogliamo, un progetto che va ben oltre quello che noi possiamo sognare ed immaginare. Questa è la vera benedizione di Dio sulla nostra vita.

L’annuncio a San Giuseppe, ancora una volta, ci ricorda la bellezza di una vita interpretata come vocazione e la profondità di una libertà che si sa sempre adattare alla misericordia di Dio.

Per noi

  • In diverse età della vita, possiamo pensare alla vocazione in modo diverso. A che punto sono io?
  • Cosa rimane del mio progetto originario?
  • Cosa mi ha permesso di scoprire Dio nel corso di questi anni?

Per gli sposi e la famiglia

Anche la vocazione di una famiglia ha, in Dio, il suo compimento. Quella della santa famiglia è stata del tutto singolare, particolare. Non nel senso che ha evitato problemi e fatiche: basta pensare al problema della casa, della città dove abitare, del lavoro, della crescita di Gesù, del confronto con Lui adolescente, della malattia e della morte… Solo per citarne alcuni. Eppure la Santa Famiglia non è mai venuta meno a considerare il proprio progetto vocazionale prima di ogni cosa e sopra ogni cosa. Ed è così che è diventata storia di santità con la quale noi ci possiamo confrontare. Tutti. Perché tutti siamo chiamati a pensare alla nostra vita in famiglia e a vivere la nostra vita in famiglia come una benedizione. Anche chi non ha formato una famiglia sua, o chi non l’ha più.

Impegno del giorno

Ringraziamo per il dono che è la nostra famiglia e intercediamo per le necessità di ciascuno.

2021-12-10T08:57:40+01:00