Martedì 17 gennaio

Settimana della 1 domenica dopo l’Epifania – martedì – Sant’Antonio

La spiritualità di questi giorni

Le “conquiste” di Dio.

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 44, 1; 46, 1-6d
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Valoroso in guerra fu Giosuè, figlio di Nun, successore di Mosè nell’ufficio profetico; secondo il suo nome, egli fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, compiendo la vendetta contro i nemici insorti, per assegnare l’eredità a Israele. Com’era glorioso quando alzava le sue braccia e brandiva la spada contro le città! Chi prima di lui era stato così saldo? Egli guidava le guerre del Signore. Al suo comando non si arrestò forse il sole e un giorno divenne lungo come due? Egli invocò l’Altissimo, il Sovrano, mentre i nemici lo premevano da ogni parte; lo esaudì il Signore grande con una grandinata di pietre poderose. Egli piombò sulla nazione nemica e nella discesa distrusse gli avversari, perché le nazioni conoscessero tutte le sue armi e che la loro guerra era contro il Signore.

SALMO Sal 77 (78)

Diremo alla generazione futura le lodi del Signore.

Il Signore li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.
Scacciò davanti a loro le genti
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo abitare nelle loro tende
le tribù d’Israele. R

Scelse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
Egli scelse Davide suo servo
e lo prese dagli ovili delle pecore. R

Lo allontanò dalle pecore madri
per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo,
d’Israele, sua eredità.
Fu per loro un pastore dal cuore integro
e li guidò con mano intelligente. R

VANGELO Mc 3, 22-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma il Signore Gesù li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

L’atteggiamento di sapienza

Parto anche oggi dal Siracide. Mentre continua l’elogio degli uomini illustri, ecco emergere la figura di Giosuè. Successore di Mosè, egli ha avuto una vita estremamente combattiva. Una vita fatta di continue battaglie: prima per entrare in Gerico, poi quelle contro i diversi popoli che abitavano la Terra Santa, per liberare, pezzettino per pezzettino, la terra che Israele avrebbe abitato. Noi prendiamo le distanze da tutte queste cose. Anzitutto perché, come abbiamo ben capito, nessuna guerra può essere detta “guerra santa” o benedetta da Dio. In secondo luogo perché attribuiamo al linguaggio del Primo Testamento una certa qual forma di “antropomorfismo”, ovvero di attribuzione a Dio di alcuni comportamenti tipicamente umani. Cosa vera, che ha occupato un certo tempo della storia della rivelazione e del modo di esprimersi. Tutte cose giuste, che lasciano, anche per questo, uno spazio diverso al Vangelo.

La “conquista” di cui ci parlano gli evangelisti rispetto all’azione di Dio, non è mai conquista di luoghi, territori, cose concrete da ottenere con la forza. Piuttosto la vera realtà che Gesù cerca di conquistare è l’anima delle persone. Questa “conquista” non avviene certo con la forza, se non con la forza della persuasione, la forza dell’amore, la forza della vicinanza, la forza di tutti quei segni, che sono i miracoli, con i quali il Signore rivela la sua vicinanza, la sua benevolenza, la sua condiscendenza per tutti gli uomini. La rivelazione di Cristo pone questo modo di fare di Dio in primissimo piano. In questo modo noi ci troviamo, ci rispecchiamo, capiamo che la libertà dell’uomo è pienamente valorizzata, rispettata, portata al suo vero compimento.

Gesù, però, mette anche in guardia dall’altro conquistatore, il demonio, che cerca di legare a sé. L’anima, di fronte al demonio, è sempre debole. Per questo il Signore promette già che qualsiasi peccato sarà perdonato, tranne quello contro lo Spirito Santo, ovvero il peccato di chi liberamente, coscientemente, volontariamente si allontana da Dio, abiurando la propria fede in Lui. Chi vive questo peccato, chi disprezza la fede, non ha nessuno che lo difenderà. Il demonio lo vincolerà a sé. Questo è il rischio di un’anima che, abbandonato Dio, si perde.

Il Vangelo mette bene in luce questo rischio, rischio che percorriamo anche noi che, spesso, deliberatamente, scegliamo ciò che si oppone a Dio invece che ciò che ci avvicina a Lui. Magari partendo proprio dalle cose che non capiamo della fede o da quelle che non condividiamo. È lì che il tentatore si annida per farci cadere.

Il nostro cammino di fede

Credo che anche noi abbiamo materiale per riflettere e per pregare. Noi a chi vogliamo unirci? La nostra anima cosa cerca? Perché è vero che anche noi, spesso, preferiamo le “catene” del peccato, piuttosto che quella libertà in Cristo che Dio dona a ciascuno. Forse non ci rendiamo nemmeno bene conto che lasciamo che la nostra anima sia conquistata dal demonio con tutti i mezzi che egli ha a disposizione e che spesso rifiutiamo i richiami di Dio che, invece, vorrebbero condurci a Lui con maggior intensità di fede. Tutto questo accade quando non teniamo in seria considerazione la forza della fede, la luce della fede, quando lasciamo che la nostra anima vaghi e si disperda nelle mille cose che ci attirano, ma che non ci danno né felicità né gioia. L’atteggiamento di sapienza che dovremmo invocare oggi è, invece, quello di coloro che, volendo conoscere il mistero di Dio, si lasciano da Lui guidare, accogliere, ammonire, forse anche rimproverare, ma per trovare quella via che, sola, conduce al suo mistero e alla gioia. Credo che questa sia stata anche la sapienza di Sant’Antonio che, dopo aver conosciuto il Signore, dopo essersi lasciato raggiungere dalla buona notizia del Vangelo, non ha più smesso di cercare il Signore e, in lui, quella libertà che plasma la coscienza ed edifica l’uomo. Anche Sant’Antonio ci parla di una vita nella quale si è lasciato progressivamente “conquistare” da Dio, ovvero una vita nella quale ha cercato di fare di tutto per piacere al Signore, con il solo, unico e vivo desiderio di essere sempre più suo amico e figlio.

Intenzioni di preghiera

Oggi preghiamo perché anche noi, ad imitazione di Sant’Antonio, possiamo progressivamente lasciarci conquistare da Cristo.

Preghiamo perché la libertà dei credenti, il desiderio di vera conoscenza di Dio, l’amore per la verità, siano sempre nel cuore di coloro che sono chiamati ad approfondire il dialogo ebraico-cristiano.

Preghiamo perché la Chiesa sappia “conquistare anime”, cioè sappia proporre nel modo giusto e con il linguaggio giusto alle anime degli uomini di oggi e specialmente dei giovani, il valore del Vangelo e la forza di quella Parola che sa guidare alla conoscenza della verità.

2023-02-03T17:41:33+01:00