Mercoledì 18 gennaio

Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – mercoledì – Cattedra di San Pietro

La spiritualità di questo giorno

La sapienza di Pietro

La Parola di questo giorno

LETTURA 1Pt 1, 1-7
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo

Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, scelti secondo il piano stabilito da Dio Padre, mediante lo Spirito che santifica, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in abbondanza. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà.

Oppure:

LETTURA 1Pt 5, 1-4
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

SALMO Sal 17 (18)

Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. R

Il Signore tuonò dal cielo,
l’Altissimo fece udire la sua voce.
Stese la mano dall’alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque. R

Un popolo che non conoscevo mi ha servito,
all’udirmi, subito mi obbedivano.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.

EPISTOLA Gal 1, 15-19; 2, 1-2
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. Quattordici anni dopo, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.

VANGELO Mt 16, 13-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

L’atteggiamento di sapienza

Oggi lasciamo il ciclo abituale delle Sacre Scritture di questo tempo perché celebriamo la festa della Cattedra di San Pietro. Una festa importantissima, una festa che ci deve far comprendere l’importanza della nostra unione a Pietro, ovvero al Papa, per vivere la fede cattolica. Una festa che ci mette in comunione diretta con la sapienza dell’Apostolo.

In che cosa consiste la sapienza di Pietro?

Anzitutto è la sapienza del pescatore, di un uomo semplice, di un uomo abituato al lavoro e alla fatica. La sapienza di chi sa scrutare il lago per comprendere se è il tempo di affrontarlo oppure di rimanere a casa. La sapienza di chi sa che tempo farà, cercando di capire come potrà andare la pesca. La sapienza di chi sa dove e quando gettare le reti, cercando di ottenere il meglio: da questo lavoro dipende la sua vita e quella dei suoi cari.

La sapienza di Pietro è quella che brilla nella sua lettera. Anzitutto la sapienza di chi ha capito che la rivelazione del Signore è per tutti, universale, è destinata agli uomini di ieri, di oggi, di sempre e, per questo, se ne fa araldo.

La sapienza di Pietro è quella di chi sa che è il sangue di Cristo a redimere l’uomo e, per questo, si fa annunciatore di quella salvezza che viene dalla sua Pasqua e dalla Sua Croce. La sapienza di un uomo del lago che ama ripetere a tutti che Dio salva in Cristo, nella sua passione, nella sua morte, nella sua risurrezione. È la sapienza di un uomo che ha affidato tutta la sua vita a Cristo.

La sapienza di chi proclama la forza del Battesimo, evento nel quale trova una rigenerazione vera la speranza di tutti gli uomini. È nel Battesimo che si ottiene quella speranza di vita eterna che rimane per sempre. È nel Battesimo che si vive quella chiamata alla salvezza che diventa occasione per vivere sempre meglio la propria conformità a Cristo.

È la sapienza di chi afferma che questa speranza non si macchia, non si corrompe, perché anche il peccato che potrebbe insidiarla, è già stato rimesso da Cristo, vera luce di tutti gli uomini, vera forza di tutti i credenti. Nulla può dunque togliere la speranza ai cristiani, perché tutto è già compreso nella salvezza che Cristo ha portato a tutti gli uomini.

La sapienza di cui parla Pietro è la sapienza di chi rimane nella gioia. La sapienza di chi vede, anche nelle sofferenze, nei dolori, nelle difficoltà della vita, un momento in cui è possibile stringersi attorno a Cristo e lasciare che sia Lui a sostenere anche il momento delle difficoltà dell’esistenza. È la sapienza di chi guarda alla meta e alla gioia finale, che sarà la vita eterna.

La sapienza di cui parla San Pietro è fatta da tutte queste cose insieme e probabilmente è nata a partire da quel giorno in cui Pietro, nella lontana regione di Cesarea di Filippi, è stato interrogato sul mistero dell’identità di Cristo e per rivelazione, per grazia, ha riconosciuto nella presenza di Cristo quella di Dio che si rivela a coloro che lo cercano e che lo amano con cuore sincero.

Il nostro cammino di fede

proprio che oggi ci farà molto bene confrontarci con questa sapienza di Pietro.

Anzitutto vorrei che ci chiedessimo se anche noi ci lasciamo educare dalle cose della vita per acquisire sapienza. Anche noi abbiamo un lavoro, svolgiamo delle attività, siamo nel circolo di alcune relazioni… viviamo come ogni altro uomo e donna sulla faccia della terra. Questa passione per la vita, genera in noi sapienza? In che cosa potrei veder concretamente all’opera la mia sapienza di vita?

In secondo luogo vorrei che tutti ci interrogassimo sulla speranza. Come Pietro, anche noi siamo chiamati a guardare alla vita eterna come luogo finale di speranza. Facciamo questo? Questa speranza della vita immortale guida i nostri giorni, le nostre scelte, la nostra preghiera?

Sappiamo sopportare con fiducia tutte le tribolazioni che ci capitano?

Credo che queste poche e semplici domande, facciano emergere in noi che, di fatto, non siamo così vicini a quella sapienza dei semplici che Pietro raccomandava. Anche noi ci lasciamo rubare la speranza e, con essa, altre realtà della vita dalle quali dipende il nostro modo di vivere e il benessere stesso della nostra esistenza. Chiediamo al Signore, come grazia, in questo giorno, di poter avere una vita più conforme alla sua, una vita che sa cercare la vera sapienza che dà senso ai giorni, quella sapienza che necessariamente guarda al futuro in Dio.

Intenzioni di preghiera

È in quest’ottica che vogliamo anche pregare per lo sviluppo, l’irrobustirsi, la fecondità del dialogo tra ebrei e cristiani, creati da un unico Dio; mentre ascoltiamo la medesima parola di salvezza, preghiamo perché questi incontri ecumenici donino anche una svolta al modo di vivere di ebrei e cristiani, alla costante ricerca della pace. Anche in questo ci guidi San Pietro che, da buon ebreo, seppe diventare cristiano e seppe dialogare continuamente con queste due culture e religioni diverse, ma sempre tese all’unico Dio, il Padre di tutti.

2023-02-03T17:41:25+01:00