venerdì 17 marzo

Settimana della 3 domenica di quaresima – venerdì 

La spiritualità di questo giorno di quaresima

Ancora una volta vi ricordo che il venerdì, nel rito ambrosiano, è giorno senza la celebrazione dell’Eucarestia, perché tutti possiamo attingere alla Parola di Dio meditando anche sul gesto del digiuno eucaristico come aiuto per continuare le diverse pratiche di digiuno che abbiamo scelto per la nostra Quaresima.

Il tema

Possiamo ricostruire le letture attorno al tema: la ricerca della felicità.

La Parola di questo giorno

I LETTURA Dt 4, 1-9a
Quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. I vostri occhi videro ciò che il Signore fece a Baal-Peor: come il Signore, tuo Dio, abbia sterminato in mezzo a te quanti avevano seguito Baal-Peor; ma voi che vi manteneste fedeli al Signore, vostro Dio, siete oggi tutti in vita. Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne
possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do? Ma bada a te e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita». PdD

II LETTURA 1Re 8, 22-30
Salomone stese le mani verso il cielo e disse: Siano aperti i tuoi occhi verso il luogo di cui hai detto: «Lì porrò il mio nome!». Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo, Israele, quando pregheranno in questo luogo; ascolta e perdona!
Lettura del primo libro dei Re
In quei giorni. Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l’hai adempiuto con la tua mano, come appare oggi. Ora, Signore, Dio d’Israele, mantieni nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli hai promesso dicendo: “Non ti mancherà mai un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono d’Israele, purché i tuoi figli veglino sulla
loro condotta, camminando davanti a me come hai camminato tu davanti a me”. Ora, Signore, Dio d’Israele, si adempia la tua parola, che hai rivolto al tuo servo Davide, mio padre!
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!». PdD

III LETTURA Dt 6, 4-19
Ascolta, Israele… Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore. Quando il Signore ti avrà condotto alle città grandi e belle che non hai edificato, temerai il Signore, tuo Dio, e lo servirai, perché tu sia felice, dopo che egli avrà scacciato tutti i tuoi nemici davanti a te.
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome. Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno, perché il Signore, tuo Dio, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; altrimenti l’ira del Signore, tuo Dio, si accenderà contro di te e ti farà scomparire dalla faccia della terra. Non tenterete il Signore, vostro Dio, come lo tentaste a Massa. Osserverete diligentemente i comandi del Signore, vostro Dio, le istruzioni e le leggi che ti ha date. Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice ed entri in possesso della buona terra che il Signore giurò ai tuoi padri di darti, dopo che egli avrà scacciato tutti i tuoi nemici davanti a te, come il Signore ha promesso». PdD

IV LETTURA 1Sam 16, 1-13a
Il Signore vede il cuore: il rigetto di Saul e l’unzione regale di Davide.
Lettura del primo libro di Samuele
In quei giorni. Il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà ». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare al Signore”. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta?». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio». Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare Sammà e quegli disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e
ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. PdD

Ricercare la felicità

Cosa significa cercare la felicità? Credo che ogni uomo, ogni donna, abbia la sua idea di felicità e cerchi di operare, nei suoi giorni, perché, per quanto più è possibile, si possa avverare ciò che uno si augura, si possa realizzare la maggior parte del progetto di felicità che uno ha nel cuore.

Nelle letture di oggi abbiamo ricevuto alcuni esempi di tutto questo.

Anzitutto Mosè, che ci viene presentato non come un uomo che cerca la propria felicità a discapito di altri, ma la felicità di tutti. In questo senso il progetto di felicità di Mosè è quello di far dipendere dall’intensità della propria vita di fede, un’intensità di servizio all’uomo che indichi, con sicurezza, la via della felicità come via possibile grazie alla fede. Il ricordo di chi ha fatto altro, il ricordo di chi ha deviato fortemente da questo percorso, diventa occasione non per spaventare, certamente, ma per dire a tutti che, come c’è chi edifica la propria vita su Dio, c’è anche chi fa il contrario. È una possibilità della vita. Ma chi vive questa possibilità non costruisce nulla, anzi, disperde quello che ha.

La seconda lettura ci spiega il progetto di felicità di Salomone, un uomo che parte bene e che arriva male. Parte bene perché egli ha nel cuore Dio. Il desiderio di costruire una casa, un tempio, è perché tutti possano avere un luogo dove incontrare il Signore, un luogo dove pregare. Purtroppo, come sappiamo, questa idea iniziale di Salomone, non è ciò che verrà poi realizzato. Egli certo costruisce il tempio, ma, al tempo stesso, perde quella forza di fede che ha caratterizzato i suoi giorni giovanili. Salomone è l’uomo che perderà tutto quello che da giovane aveva sognato. La sua vita sarà felice ma solo in parte. Deviando dall’idea di Dio che genera la gioia, si arenerà nei mille meandri dell’esistenza umana. Salomone viene ricordato anche per questo, non solo per la sua sapienza.

La terza lettura entra ancora più nello specifico e invita a rimanere fedeli a Dio anche quando le condizioni di vita spingono in altre direzioni. È un tema molto caro all’autore deuteronomista, perché egli vede gli effetti del rilassamento di vita di coloro che, a differenza dei padri, hanno ormai tutto. Mentre nei padri, privi di tante cose, era forte il sentimento della provvidenza, ora è esattamente il contrario che prevale: il desiderio di sicurezze materiali senza che vi sia un ricorso alla fede sincero e generoso. L’autore si richiama a Mosè e mette sulle labbra di Mosè i suoi richiami, perché il popolo tutto possa cambiare rotta e convertirsi.

Infine, la quarta lettura che ci ha presentato la vita spensierata di Davide, un ragazzo che è considerato troppo piccolo per le grandi questioni di famiglia e viene tenuto lontano da qualsiasi responsabilità per badare solo al gregge del padre. Davide abbandonerà questo lavoro e, per elezione divina, diventerà re di Israele. Ma, come noi sappiamo bene dalla sua storia, egli non persevererà nella via della perseveranza e della verità e troverà mille modi per staccarsi da quella via di felicità che pure conosceva bene. Salvo, poi, ritornare sui propri passi per chiedere perdono a Dio.

Costruire la felicità

osa significa, alla luce della Scrittura, ricercare la felicità?

Credo che molte delle realtà espresse nelle Scritture del vespero di questa sera, ci aiutino a capire che c’è un diritto a cercare la felicità per tutti. Tutti noi, penso, siamo molto sensibili a questo tema, come anche moltissimi giovani, che vivono addirittura con apprensione la costruzione e la ricerca della loro felicità. Ma ci sono molti modi per cercarla, per costruirla.

Credo che il primo richiamo per noi sia proprio quello che riguarda il nostro tempo. In un’epoca in cui non solo abbiamo tutto, ma ci riteniamo padroni o fautori di tutto, è chiaro che è sparito il senso della provvidenza e il richiamo alla presenza di Dio nei giorni normali, feriali della vita. Così accade che sempre più persone, e anche qui sempre più giovani, costruiscano il loro progetto di felicità senza Dio, lontani da Dio. È una realtà tristissima, che vediamo sempre più presente in mezzo a noi.

Così come credo che anche tra noi ci sia chi parte bene, con un chiaro riferimento vocazionale, ovvero al senso di Dio nei propri giorni, ma, poi, perde tutto questo e si adagia, si riduce a vivere come gli altri, come viene trasmesso da altri modelli di vita, abbandonando ciò che era stato tipico di una prima stagione dell’esistenza.

Costruisce la propria felicità in Dio chi fa come Davide, chi rimane fedele nel poco. Costruisce la propria felicità in Dio chi si fida di Lui e chi sa vivere la vita come una chiamata, come una vocazione a compiere il bene, a realizzare sé stessi, a vivere in sintonia con gli altri.

Costruisce la propria felicità, per dirla con le parole del Vangelo, chi scopre che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Sono davvero realtà che, io credo, tutti abbiamo scoperto in talune stagioni della nostra vita. Ma sono anche realtà fragili, cose di cui ci dimentichiamo spesso, lasciando che siano, poi, altri pensieri ad invadere la nostra mente e a condurci lontano da quello che, invece, dovrebbe essere il nostro criterio di vita.

Il richiamo del venerdì

Il richiamo di queste Scritture è, allora, a verificare il nostro personale progetto, la nostra personale via, per non essere come chi, pur avendo molta fede, è partito bene ed è finito male. Ricordiamoci di Davide e di Salomone, gente con fede molto più forte della nostra…

Revisione quaresimale

  • Quale progetto di felicità sto seguendo?
  • Come lo realizzo?
  • Come la fede mi aiuta a tenere desto lo spirito?
  • Quale difficoltà trovo sul mio percorso di fede?
  • Come vivo i richiami alla felicità che la Scrittura mi dona?
  • Ho il senso della provvidenza?
  • Mi lascio guidare da Dio oppure non mi rivolgo mai a lui per costruire la mia felicità?
2023-04-01T17:01:04+02:00