Settimana della domenica della dedicazione – lunedì
Entriamo nell’ultima sezione del tempo dopo Pentecoste, quella che ci aiuta a mettere a tema il mistero della Chiesa. Questa settimana ricorderemo poi Sant’Ignazio di Antiochia, San Luca, San Giovanni Paolo II.
Il tema del giorno
L’elezione
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA 2Gv 1-13
Lettura della seconda lettera di san Giovanni apostolo
Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità, a causa della verità che rimane in noi e sarà con noi in eterno: grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore. Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre. E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore. Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie. Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo con carta e inchiostro; spero tuttavia di venire da voi e di poter parlare a viva voce, perché la nostra gioia sia piena. Ti salutano i figli della tua sorella, l’eletta.
SALMO Sal 79 (80)
Visita, Signore, la tua vigna.
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Seduto sui cherubini, risplendi.
Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. R
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R
VANGELO Gv 1, 40-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzarepuò venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi ». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Vangelo
Normalmente iniziamo ogni sezione del tempo liturgico con il racconto di una chiamata, come è anche in questo caso. Abbiamo già riletto molte volte queste righe e oggi vorrei concentrarmi sulla chiamata di Pietro, la roccia. Siamo, come ho appena detto, nella sezione del tempo liturgico che ci fa pensare e che ci spinge a pregare per la Chiesa. La chiamata di Pietro ci ricorda che tutti, nella Chiesa, grazie al nostro Battesimo, siamo chiamati a vivere la corresponsabilità rispetto alla chiamata ricevuta, ma tutti “sub Petro”, come si dice, cioè riconoscendo l’autorità del Papa e seguendone gli insegnamenti. Mi sembra che il richiamo, in questo tempo, sia proprio doveroso perché, generalmente parlando, rischiamo di essere una Chiesa dove ciascuno fa un po’ quello che vuole e nella quale gli insegnamenti del magistero rischiano di non essere adeguatamente conosciuti e seguiti. Il Vangelo ci richiama questa verità: non si può essere credenti “solitari”. Benché ciascuno abbia la sua chiamata, è però vero che siamo un corpo unico, un corpo di persone che, insieme, vivono con Cristo e in Cristo. Ecco perché il valore dell’unità deve essere sempre salvaguardato. Principio primo di unità è Pietro, la roccia, al quale dobbiamo guardare, ieri come oggi, come ad un punto fermo.
2 Giovanni
Dalla seconda lettera di Giovanni vorrei che attingessimo il vero tesoro spirituale di oggi. Anzitutto credo che sia doveroso far notare ciò che San Giovanni dice. L’apostolo, riferendosi alla Chiesa, la chiama sempre “eletta”. Non è un nome al quale siamo abituati! San Giovanni considera che la Chiesa è formata da battezzati, cioè da persone che sono state elette per avere fede. Elette, cioè chiamate a qualcosa di grande, persone alle quali è stata data una responsabilità grande, persone alle quali è chiesto di vivere con fede profondissima la loro fede, la loro appartenenza alla Chiesa. San Giovanni, in questo modo, ci indica il rispetto con cui noi tutti dovremmo sempre guardare alla Chiesa e parlare della Chiesa. La Chiesa che è fatta di eletti, cioè di chiamati, non è una Chiesa ideale, ma è una Chiesa concreta, con tutti i suoi meriti, ma anche con tutte le sue difficoltà, con tutte le sue grazie, ma anche con tutti i suoi limiti. È a questa Chiesa concreta che l’apostolo rivolge il saluto che porta grazia e pace. Noi dovremmo sempre fare questo quando pensiamo alla Chiesa, portare grazia e pace. Pur sapendo che ci sono molti seduttori, pur sapendo che la vita nella Chiesa non è mai lineare, pur sapendo che la vita è sempre più complessa di quanto si immagini, il credente guarda sempre con profondissimo rispetto alla sua Chiesa e porta grazia e pace. Chi può fare questo? Ci risponde ancora l’Apostolo: “chi possiede il Padre e il Figlio”, cioè chi vive una relazione di fede profonda con il mistero della Santissima Trinità. Quella relazione profonda che si esprime nella preghiera. Il cristiano, il battezzato, sa di essere “eletto” per questo! Sa di essere eletto per pregare per sé, per la Chiesa, per i suoi cari, per le intenzioni universali della comunità dei credenti.
Intenzioni di preghiera
Raccolgo da queste letture alcune intenzioni.
- Preghiamo per noi, perché impariamo a guardare alla Chiesa sempre con profondo rispetto. Non è ciò che si vede per lo più! Non è ciò che ci viene testimoniato. A volte guardiamo alla Chiesa con pretesa. A volte guardiamo alla Chiesa solamente per ottenere qualcosa! Cominciamo anche noi a guardare alla Chiesa con tutto il rispetto che merita. Forse capiremo qualcosa di più del suo mistero!
- Preghiamo per i battezzati. Per tutti i battezzati, perché tutti possiamo avere davvero coscienza dell’importanza, della grazia che viene a noi da questa elezione. Preghiamo perché il Battesimo sia percepito non come una festa, ma come il momento in cui si entra in una relazione personale con Dio. Relazione da coltivare, da curare, da sostenere con tutti coloro che partecipano della medesima elezione e della medesima grazia.
- Preghiamo per la testimonianza che la Chiesa dona nel mondo. Preghiamo però anche per la testimonianza che la Chiesa deve saper offrire a tutti. Senza questa preziosa testimonianza, noi non saremmo nulla. Se non ci avesse raggiunto una testimonianza ecclesiale, noi non avremmo fede. La fede grazie alla quale siamo stati chiamati al Battesimo ed eletti ad essere figli di Dio, ci è stata donata dentro una testimonianza di Chiesa. Preghiamo perché anche noi sappiamo dare la medesima testimonianza e invitare altri alla grazia della fede e dell’elezione battesimale.
Senza dimenticare poi anche oggi, come ogni giorno del mese di ottobre, di pregare per le missioni.