Sabato 18 Gennaio

Sabato della prima settimana dopo l’Epifania.

Cattedra di S. Pietro apostolo.

La festa che celebriamo oggi ha moltissimi e diversi aspetti di meditazione. Certamente troppi per essere chiusi nello spazio di un’unica riflessione. Così, invece di commentare tutte e tre le scritture, prendo solo alcuni spunti che possono esserci utili nella giornata.

Vangelo

Mt 16, 13-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Sono moltissime le pagine del Vangelo che mettono al centro della riflessione San Pietro. È evidente che il Signore Gesù, nel scegliere questo apostolo, ha inteso non solo chiamare un uomo alla sua sequela, ma anche dare a ciascuno di noi un esempio di credente e un punto di riferimento imprescindibile per vivere bene la nostra esistenza. Il cuore di questa festa è questo: imparare a guardare a Pietro come punto di riferimento costante nel tempo, per la nostra vita di fede.

Non solo a Pietro il discepolo del Signore, ma anche al successore di Pietro che è il Papa. A dircelo è soprattutto la seconda lettura di oggi. Paolo, dopo aver vissuto l’episodio della conversione di Damasco, prima di fare qualsiasi cosa, rimane in un tempo di silenzio, di meditazione personale ma anche di confronto con l’autorità. È per questo che si reca da Pietro, perché sa bene che è lui che vive quel carisma di unità che è necessario al credente se vuole perseverare nella via della fede.

Così è anche per noi. Se vogliamo avere la garanzia del cammino di fede che stiamo compiendo, se vogliamo essere del tutto sicuri che il percorso di fede che stiamo compiendo non è solamente espressione di un nostro pio desiderio ma ci sta conducendo a Dio, dobbiamo guardare al successore di Pietro che è il Papa.

Mi preoccupa non poco il senso di distanza di molti credenti dal Papa. Certamente ci sono simpatie e antipatie personali, certamente ci possono essere sintonie che scoccano e, al contrario, difficoltà che non permettono di accedere alla persona del Papa in modo autentico e rispettoso, ma al di là del fatto puramente umano, occorre ricordare che il Papa è il centro dell’unità della chiesa.

Nel corso della storia, chi non ha fatto come San Paolo, chi non si è messo a cercare di rimanere umilmente nella chiesa, ha prodotto scismi, divisioni, eresie. Il nostro tempo non è tanto il tempo di eresie, di attacchi al contenuto della fede, ma è fortemente un tempo di divisioni. È un tempo in cui, quando uno “sente” qualcosa di diverso se ne va dalla chiesa. È un tempo di emozioni incontrollate: basta poco per dire che non ci si trova più a casa nella chiesa e, per questo, si abbandona quella pratica della fede che, sola, può salvare l’anima.

Per Noi

Credo allora che la festa della Cattedra di San Pietro di quest’anno ci possa provocare proprio in questa direzione e ci permetta di chiederci:

  • Cosa penso dell’unità della chiesa?
  • Come vivo, come promuovo l’unità della Chiesa?
  • Come vivo, rispetto, conosco il ministero petrino del Papa?

Dovrebbe proprio accadere così per ciascuno di noi! Dovrebbe proprio accadere che tutti noi cerchiamo di desiderare, di vivere bene la nostra unità alla Chiesa, il nostro affetto, il nostro rispetto per il papa, chiunque esso sia!

Solo chi si educa a questa fedeltà serve la chiesa! Gli altri rischiano di servire sé stessi, le proprie voglie, o di seguire i propri sentimenti disordinati!

Chiediamo al Signore questa grazia, per vivere quell’unità dei fedeli che è necessaria per perseverare nella verità!

2020-01-17T20:40:56+01:00