Settimana della 6 domenica dopo l’Epifania – venerdì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 51, 13-30
Lettura del libro del Siracide
Quand’ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera. Davanti al tempio ho pregato per essa, e sino alla fine la ricercherò. Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, il mio cuore si rallegrò. Il mio piede s’incamminò per la via retta, fin da giovane ho seguìto la sua traccia. Chinai un poco l’orecchio, l’accolsi e vi trovai per me un insegnamento abbondante. Con essa feci progresso; onorerò chi mi ha concesso la sapienza. Ho deciso infatti di metterla in pratica, sono stato zelante nel bene e non me ne vergogno. La mia anima si è allenata in essa, sono stato diligente nel praticare la legge. Ho steso le mie mani verso l’alto e ho deplorato che venga ignorata. A essa ho rivolto la mia anima e l’ho trovata nella purezza. In essa ho acquistato senno fin da principio, per questo non l’abbandonerò. Le mie viscere si sono commosse nel ricercarla, per questo ho fatto un acquisto prezioso. Il Signore mi ha dato come mia ricompensa una lingua e con essa non cesserò di lodarlo. Avvicinatevi a me, voi che siete senza istruzione, prendete dimora nella mia scuola. Perché volete privarvi di queste cose, mentre le vostre anime sono tanto assetate? Ho aperto la mia bocca e ho parlato: «Acquistatela per voi senza denaro. Sottoponete il collo al suo giogo e la vostra anima accolga l’istruzione: essa è vicina a chi la cerca. Con i vostri occhi vedete che ho faticato poco e ho trovato per me un grande tesoro. Acquistate l’istruzione con grande quantità d’argento e con essa otterrete molto oro. L’anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo. Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà».
SALMO Sal 24 (25)
A te, Signore, innalzo l’anima mia.
A te, Signore, innalzo l’anima mia,
mio Dio, in te confido:
che io non resti deluso!
Chiunque in te spera non resti deluso;
sia deluso chi tradisce senza motivo. R
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno. R
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R
VANGELO Mc 9, 42-50
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Vangelo
Il tema dello scandalo ha, per noi, un’accezione molto diversa da quella del Vangelo. Per noi lo scandalo è questione morale. Molto spesso ci si muove nel contesto di pettegolezzi o in ambiti di vita privati. Per il Vangelo “scandalo” è ciò che è capace di mettere a dura prova il mondo della fede. Scandalo è propriamente il comportamento del credente che falsifica ciò che dice a parole. Scandalo è il comportamento dell’uomo di fede in aperto contrasto con la propria fede, con il proprio credo. Penso che la nostra società sia piena di questi scandali. Come lo è anche la nostra chiesa. Lo dico non in riferimento a quegli scandali che riempiono i giornali e dai quali, comunque, percepiamo una certa distanza. Cosa abbiamo noi a che fare con tutte queste cose? Niente! Eppure non siamo alieni dal mondo dello scandalo, perché anche noi, sicuramente, agiamo, molte volte, in aperto contrasto con la nostra fede, falsificando quello che diciamo a parole. In questo orizzonte che è per lo meno di incoerenza, si annida lo scandalo e si propone questo comportamento. Nella prima chiesa si era molto attenti a questo tema. Chi dava scandalo doveva essere isolato. Le parole del Signore non sono tenere: “è meglio che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel fondo del mare”, dice Gesù rispetto a chi promuove scandali. Colui che scandalizza un altro per il suo comportamento è, dunque, un soggetto da indicare come cattivo esempio, perché altri non abbiano ad inciampare, cadendo a loro volta. Nella chiesa antica si è discusso molte volte su cosa fare nel caso di persone che avevano procurato scandalo. Il tema comune a tutti, al di là delle singole decisioni, è un congruo tempo di prova, prima di riammettere chi si è allontanato dalla comunione ecclesiale, alla comunione stessa.
“Buona cosa è il sale, ma se il sale diventa insipido, con che cosa si potrà dare sapore?”. Il Signore fa un paragone semplice: come in cucina è necessario il sale per dare sapore ai cibi, così è necessario che tra gli uomini vi siano sempre coloro che compiono il bene. Saranno una minoranza, ma questo non importa. Conta solo che sappiano continuamente dare sapore alla vita. Alla vita di tutti! Altrimenti, come si potrà uscire da una situazione di indifferenza, noia, “piattume” vario? Solo gli uomini che hanno a cuore Dio e il bene comune riescono a spronare al bene in queste situazioni.
Siracide
“Compite la vostra buona opera per tempo ed egli, a suo tempo, vi ricompenserà”. Prendo questa ultima frase della lettura del Siracide che abbiamo ascoltato per pensare al legame con il Vangelo. Già il sapiente antico aveva detto che la perseveranza nella via del bene è ciò che è gradito al Signore. Il sapiente, dunque, ci invita a trovare gusto nelle opere di bene che possiamo compiere. Sono esse a dire la bontà di un’anima davanti a Dio. Senza questo, tutto cade nell’indifferenza. Senza questa ricerca del bene, tutto rimane come in sospeso. Il sapiente invita a non pensare sempre e solo alla ricompensa, ma ad attendere i tempi di Dio che sono sempre differenti dai nostri! Chi ha questa fede, chi non si stanca nemmeno di aspettare la ricompensa di Dio, è sale della terra, uomo/donna che rende lieto il cuore di Dio. Oltre che quello degli altri uomini.
Per noi
Ricordo che già molti anni fa il cardinale Martini citava questo Vangelo per gli scandali che erano emersi nella società civile e nella chiesa di cui Lui era maestro e guida autorevole. Il cardinale diceva che occorre opporsi al male con determinazione, con forza, ovvero rispondendo con una iniezione di bene ulteriore al male che, altrimenti, dilaga. Mi domando:
- Abbiamo capito la lezione?
Forse non troppo, se è vero che molto spesso ci ritiriamo da tutto ciò che potremmo fare, dire, testimoniare. Mi pare che i cristiani, specie quando emergono gli scandali, siano più gente incline a fuggire che non gente incline a pensare che occorra un’ulteriore e più motivata esperienza di bene. Impariamo a stare così nel mondo, come uomini, come donne che si dedicano sempre al bene, anche quando emergono scandali pesanti e difficili da superare. Chiediamo al Signore questa grazia, per non perdere quella possibilità di dare sapore che tutti abbiamo e che tutti dovremmo avvertire come un dovere per gli altri.