Settimana della 6 domenica dopo l’Epifania – sabato
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Es 25, 1. 23-30
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro e le farai attorno un bordo d’oro. Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d’oro per la cornice. Le farai quattro anelli d’oro e li fisserai ai quattro angoli, che costituiranno i suoi quattro piedi. Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le stanghe, destinate a trasportare la tavola. Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro; con esse si trasporterà la tavola. Farai anche i suoi piatti, coppe, anfore e tazze per le libagioni: li farai d’oro puro. Sulla tavola collocherai i pani dell’offerta: saranno sempre alla mia presenza».
SALMO Sal 98 (99)
Esaltate il Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome. R
Invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato. R
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R
EPISTOLA 1Cor 10, 16-17
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
VANGELO Gv 6, 45b-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai Giudei: «Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Esodo
Il tema che questo sabato ci propone è di facilissima comprensione. Come si vede è tutto un percorso sul tema dell’Eucarestia. Si parte dall’Esodo che intendeva ricordarci che già nella prima alleanza erano presenti i pani dell’offerta, ovvero c’era un altare, prima presso la tenda del convegno e poi nel tempio di Gerusalemme, dove venivano offerti pani che erano ritenuti sacri. Erano offerti a Dio e potevano mangiarne solo i sacerdoti, dopo il tempo nel quale i pani dovevano essere lasciati sull’altare. Era un segno. Eppure un segno efficace. Un segno con il quale si intendeva donare a Dio il frutto della terra, della sua benedizione e bontà e del lavoro dell’uomo. In questo senso erano sacri. Era sacro il dono del frumento, era sacro il lavoro dell’uomo. A Dio venivano donati perché Egli santificasse queste realtà.
Vangelo
Gesù conosce bene questo rito di Israele, lo ha visto molte volte nel tempio e lui stesso lo ha compiuto molte volte, in famiglia e con i suoi discepoli. Gesù prende spunto da quello che già c’è e porta a perfezione il rito. Quel pane non sarà solo sacro perché si chiede a Dio una benedizione sulla messe e sul lavoro dell’uomo; quel pane sarà sacro perché Lui stesso si identifica con quel pane dell’offerta. Il pane della nuova alleanza è il Signore Gesù che offre sé stesso al Padre per la salvezza delle anime e per la vita del mondo. Chi mangerà di questo nuovo pane, del pane della nuova alleanza, non solo partecipa già all’azione di redenzione di Dio, ma avrà in eredità la vita eterna. Il pane non è più solo un segno che rimanda a qualcosa di più grande; il pane eucaristico è la presenza del Signore, è il rinnovarsi del suo sacrificio sull’altare della Messa, è il suo rimanere presente presso il popolo che si è scelto nel Tabernacolo; è poi, in modo del tutto speciale, il pane della vita eterna per chi se ne nutrirà con animo puro.
Corinti
San Paolo, come sempre, è erede sia della grande tradizione di Israele, sia dell’insegnamento di Cristo. La lettera ai Corinti, in questa sezione che abbiamo letto oggi, è uno dei testi più antichi che abbiamo sull’Eucarestia. Siamo ormai in una comunità che celebra l’Eucarestia, e Paolo insegna ai Corinti che coloro che celebrano il Sacramento della presenza di Cristo e rinnovano il suo sacrificio, sono uniti in un solo corpo e formano un unico popolo. San Paolo insiste molto sugli effetti della S. Eucarestia che sono il conferire unità al popolo di Dio, in modo unico e mirabile. I credenti, sparsi in diverse comunità, sono in realtà riuniti in Cristo dal Sacramento della sua presenza e del suo amore. Ecco perché chi se ne nutre con fede, non solo salva la propria anima, ma contribuisce a formare quell’unità della Chiesa che è preziosa per tutti i credenti e che è testimonianza per il mondo.
Per noi
Abbiamo diverse occasioni per riflettere sul tema dell’Eucarestia, diversi momenti celebrativi e diverse occasioni di sosta davanti al mistero. Abbiamo anche da poco celebrato le sante giornate eucaristiche. Eppure tutti siamo chiamati ogni giorno a riscoprire la grazia e la bellezza del Sacramento.
Anzitutto dobbiamo riscoprire la bellezza della speranza cristiana e della vita eterna che si avvicinano alle nostre anime proprio grazie al Sacramento. Senza il sostegno della Santa Eucarestia sarebbe per noi tutti impossibile avvicinarci a Dio e pensare ad una eternità in Lui. L’Eucarestia apre a noi questo orizzonte di speranza e avvicina tutti noi al Padre.
In secondo luogo credo che sia bene ritornare a riflettere sull’unità della Chiesa, realtà sempre importantissima e fragile posta nelle nostre mani. Tutti noi siamo corresponsabili dell’unità della Chiesa. L’unità della Chiesa non nasce però immediatamente dai nostri sforzi, dalle nostre fatiche, dalle nostre capacità. L’unità della Chiesa nasce dall’Eucarestia. Ritrovarci insieme, celebrare insieme la Santa Eucarestia è già un modo per coltivare la comunione e l’unità con tutto il popolo di Dio.
In questo sabato preghiamo ancora per l’unità della Chiesa, certi che il Signore ci ascolta e ci guida verso la meta alla quale ci attira.