Sabato 18ettembre

Settimana della 2 domenica dopo il martirio – Sabato

Il tema che ci viene assegnato oggi dalle Scritture è anzitutto molto facile da distinguere. In secondo luogo mi sembra giusto segnalare che è una riflessione che la Scrittura ci propone spesso, quasi che ci fosse un invito a ricordarci il dovere dell’elemosina.

Deuteronomio

Dt 12, 13-19
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Guàrdati bene dall’offrire i tuoi olocausti in qualunque luogo avrai visto. Offrirai, invece, i tuoi olocausti nel luogo che il Signore avrà scelto in una delle tue tribù: là farai quanto ti comando. Ogni volta, però, che ne sentirai desiderio, potrai uccidere animali e mangiarne la carne in tutte le tue città, secondo la benedizione che il Signore ti avrà elargito. Ne potranno mangiare sia l’impuro che il puro, come si fa della carne di gazzella e di cervo. Non ne mangerete, però, il sangue: lo spargerai per terra come acqua. Non potrai mangiare entro le tue città le decime del tuo frumento, del tuo mosto, del tuo olio, né i primogeniti del tuo bestiame grosso e minuto, né ciò che avrai consacrato per voto, né le tue offerte spontanee, né quello che le tue mani avranno prelevato. Davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto, mangerai tali cose tu, il tuo figlio, la tua figlia, il tuo schiavo, la tua schiava e il levita che abiterà le tue città; gioirai davanti al Signore, tuo Dio, di ogni cosa a cui avrai messo mano. Guàrdati bene, finché vivrai nel tuo paese, dall’abbandonare il levita».

Il tema era molto conosciuto anche presso Israele. Anche nell’antico Israele, infatti, era molto forte la raccomandazione a riservare qualcosa per il servizio del culto. La forma era però molto precisa: si trattava di consacrare a Dio le decime di ogni cosa. Era un atto dovuto, un modo con il quale si insegnava al popolo di Israele il senso della gratitudine verso Dio.

1 Corinzi

1Cor 16, 1-4
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, riguardo alla colletta in favore dei santi, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi verranno con me.

Queste raccomandazioni vengono recepite da San Paolo che raccomandava però due cose:

  1. la colletta non deve essere fatta in sua presenza: l’apostolo non vorrebbe, in qualche modo, obbligare la gente con la sua autorità;
  2. occorre decidere, settimana per settimana, quanto è possibile donare agli altri rispetto al proprio bilancio.

Raccomandazioni pratiche, forse anche eccessivamente tecniche. Eppure basilari e irrinunciabili per una comunità di credenti che vuole vivere la fede con responsabilità grande.

Vangelo

Lc 12, 32-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».

Anche Gesù, del resto, nel corso della sua predicazione, era stato molto preciso in proposito, raccomandando ai suoi il dovere dell’elemosina. Fare elemosine è un modo per sentirsi partecipi della vita di una comunità, oltre che per espiare i peccati. L’atteggiamento di rinuncia al proprio è educativo, ci dice il Signore Gesù, perché ci aiuta a prendere le distanze da quello che abbiamo, per conservare un cuore libero per la lode di Dio e per il servizio del prossimo.

Per noi

Credo che anche noi abbiamo già riflettuto spesso su questo tema, eppure mi sembra utile riprendere l’insegnamento di San Paolo. Premessa l’assoluta gratuità di qualsiasi prestazione di fede, come il Papa richiama spesso, è però educativo imparare ad avere un rapporto di distacco con le cose e, quindi, anche con il denaro. L’atteggiamento suggerito, e cioè quello di mettere da parte qualcosa ogni settimana, è l’atteggiamento tipico della massaia che risparmia qualcosa dalle sue spese, oppure dell’amministratore accorto, che sa quale limite imporsi. Il cristiano dovrebbe essere così: un uomo, una donna che, interrogandosi sulle esigenze degli altri, sa mettere da parte qualcosa per la comunità, settimana dopo settimana. Come al solito le Scritture non ci fanno riflettere sulle elemosine dal punto di vista quantitativo, ma ci ricordano quale atteggiamento deve essere fatto proprio dal credente.

Io credo davvero che questa riflessione sia necessaria anche per noi. È un tema delicato, sul quale facciamo fatica a soffermarci. Eppure credo sia giusto che consideriamo la cosa dal medesimo punto di vista dell’apostolo. Noi facciamo fatica a fare grandi offerte, perché ogni volta che c’è da mettere mano e tirare fuori qualcosa, ci sembra che ci stiamo privando del necessario! Potremmo allora anche noi scegliere questo criterio settimanale, che è poi quello della colletta della domenica, per vedere cosa abbiamo risparmiato e quanto possiamo dedicare alla comunità. Oppure potremmo ragionare anche in questo modo: al termine delle ferie, al termine dell’estate in cui non ci siamo fatti mancare molto, cosa possiamo fare, adesso, per gli altri? Io credo che questa sia una vera e propria educazione. Ciascuno, poi, si comporti come vuole, ma non induriamo il cuore e impariamo ad essere generosi! Ne va della nostra fede!

2021-09-10T14:51:29+02:00