Domenica 18 dicembre

Tempo di avvento – 6° domenica – Divina maternità della Beata Vergine Maria

Per introdurci

La spiritualità di questa domenica è del tutto particolare. Ad una settimana esatta dal Natale, noi celebriamo la domenica della Divina Maternità della Vergine, per immetterci direttamente in quella spiritualità che sarà poi celebrata per tutti i giorni del Natale. Ci sono alcuni tratti essenziali e fondamentali di questo giorno:

  • Il sentirsi cercati da Dio
  • L’essere nella gioia
  • Il rivolgersi a Dio con le proprie preghiere.

Sono i tre tratti spirituali specifici che possiamo raccogliere da ciascuna delle tre scritture.

La Parola di questa domenica

LETTURA Is 62, 10 – 63, 3b
Lettura del profeta Isaia

In quei giorni. Isaia disse: «Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”. Li chiameranno “Popolo santo”, “Redenti del Signore”. E tu sarai chiamata Ricercata, “Città non abbandonata”». «Chi è costui che viene da Edom, da Bosra con le vesti tinte di rosso, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza?». «Sono io, che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare». «Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?». «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me».

SALMO Sal 71 (72)

Rallègrati, popolo santo; viene il tuo Salvatore.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore. R

Scenda come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato. R

Benedetto il Signore, Dio d’Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra. R

EPISTOLA Fil 4, 4-9
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

VANGELO Lc 1, 26-38a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Isaia

Entriamo in questo giorno sostenuti dalla spiritualità del profeta Isaia, dopo che abbiamo dedicato tutti i giorni di Avvento allo studio e alla preghiera attraverso le immagini dei profeti. Cosa diceva il profeta Isaia? Egli rivolgeva alcuni inviti:

“passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo…”. A chi è rivolto questo invito? A Sion, cioè a Gerusalemme, alla città santa, alla città di Dio. L’invito è rivolto ad un popolo che attende la manifestazione del Signore. Il profeta, di per sé, nella storia che vive, si rivolge al liberatore di Gerusalemme, chiamato semplicemente “guerriero”, ma noi, come sempre, rileggiamo le scritture nel loro compimento cristologico. L’invito del profeta è, dunque, un invito ad accogliere Cristo che viene come salvatore non di una nazione a degli uomini, come salvatore dal peccato e non da realtà contingenti la storia.

“ecco, viene il tuo redentore”. È il secondo invito che abbiamo sentito. L’invocazione è riferita a Dio, che viene come liberatore del suo popolo. Questa invocazione fa sì che Gerusalemme venga definita: “città ricercata, città non abbandonata”. Questo titolo è un titolo di sicurezza, una manifestazione della presenza di Dio che rende più sicuro il cammino del suo popolo. È Dio la fonte della sicurezza, la fonte della gioia, la fonte della vita. Sono tre passaggi forti che il profeta mette nella mente e nel cuore del lettore.

“perché la tua veste è rossa?”. Trattandosi di una liberazione armata, il profeta vede il rosso del sangue che scorre, il sacrificio dei soldati, degli uomini che combattono per la liberazione. Anche questa scrittura ci viene proposta nel suo compimento Cristologico. Cristo redime nel sangue il mondo.

Questa domenica della divina maternità non è solamente una contemplazione della storia ideale, ma ci immette nella realtà della storia, nelle difficoltà della storia, che è fatta anche di sangue, dolore, combattimento. È un carme che ci invita a prendere la nostra storia sul serio, a rimetterla nelle mani di Dio così com’è, anche con le sue difficoltà, il dolore che in essa è presente, il sangue del sacrificio di molti uomini e donne di ogni tempo, che è sempre presente nella mente di Dio.

Lo scopo della lettura è quindi quello di dirci che il Messia viene non per essere un liberatore ideale, che non si mischia con la storia degli uomini ma, al contrario, come un liberatore effettivo, che entra nella storia degli uomini e la assume con tutte le sue difficoltà, contrarietà, incongruenze e la porta a salvezza.

Vangelo

Sostenuti dalle parole del profeta, possiamo comprendere quelle del vangelo, noto, notissimo, dal momento che lo rileggiamo anche in ogni festa mariana. Possiamo applicare a Maria ciò che abbiamo appena detto. È lei la “città ricercata”. Lo vediamo bene in questa scena dell’annunciazione. L’Angelo, per comando di Dio, va a cercare Maria lì dove ella si trova, nella sua città, mentre è intenta alle sue faccende, mentre sta cercando il senso della sua storia, mentre si è già legata a Giuseppe, l’uomo che ama. È dentro una trama precisa, già strutturata, già voluta da Dio, che Dio stesso inserisce l’annuncio della sua venuta, dell’incarnazione del Verbo, della sua partecipazione alla storia degli uomini con il Messia.

Anche di Maria possiamo dire che è “città non abbandonata”. Era diffuso, nel tempo storico in cui visse la Vergine, l’idea che Dio avesse dimenticato Israele, ormai, da secoli, nelle mani di nemici ed invasori. Eppure, Maria comprende, con il saluto dell’Angelo, che ciò che era stato promesso dai profeti antichi diventa realtà. Quello che Maria non poteva presumere, e cioè che la profezia di Isaia si sarebbe avverata proprio attraverso di lei, diviene, ora realtà. Così ella comprende che non solo Dio non abbandona lei, come singola persona, come figlia di Israele, ma non abbandona nemmeno il suo popolo. Alla luce del ministero universale di Cristo, noi rileggiamo queste parole in senso universale e comprendiamo che, già fin dall’annunciazione, quello che viene detto a Maria, riguarda ogni uomo. Ogni uomo non è mai abbandonato da Dio, capiti quello che capiti nella sua storia.

“Non conosco uomo”. Così come possiamo applicare alle Vergine ciò che il profeta ha detto rispetto alla storia degli uomini. La Vergine, al saluto dell’Angelo, è già fidanzata con Giuseppe, ma ancora non vive con lui, secondo le tappe e la prassi del fidanzamento dell’epoca. Come pensare ad un figlio? L’angelo rivela ciò che compirà lo Spirito, rivelando così che Dio parte sempre dalla storia degli uomini, per compiere quello che è già presente nella sua mente da sempre. Dio prende sempre sul serio la storia degli uomini. Così la Vergine, con la sua storia normale, tipica di quel momento storico in quella regione, diventa la parabola della storia di tutti gli uomini. Noi possiamo rileggere anche questo secondo pensiero in senso universalistico. Dio non solo rispetta la storia della Vergine, ma quella di ogni uomo. Entrando nella storia degli uomini, Dio rispetta la storia di ogni singolo uomo, portandola al suo compimento. Anche quando c’è da passare attraverso le cose più dolorose, come il sangue di Cristo, già adombrato in questa celebrazione, annuncio della maternità divina della Vergine.

“Avvenga…”. San Luca conclude con queste parole la rivelazione dell’Angelo a Maria, che dice l’accettazione della Vergine, dice il suo sì, ma insegnandoci anche che quel sì non è puntuale, momentaneo, immediato. Ci sono tempi diversi, quel sì avverrà lungo la storia. È di quel giorno, è di quel momento, è di quell’ora, ma è di tutti i momenti, è di tutte le ore, è rispetto a tutte le chiamate. La Vergine dice sì a ciò che avviene in lei in quel momento in maniera singolare e a tutto quello che avverrà dopo quell’evento, per tutto il resto dei suoi giorni. Noi contempliamo la Vergine esattamente in questo modo in tutti i giorni della sua vita e nei molti momenti che il vangelo ci dona di contemplare. Il sì di Maria è un sì che avviene lungo la storia.

Filippesi

“Rallegratevi sempre nel Signore”. San Paolo, come sempre, tira le fila di questa spiritualità e comprende che l’invito a rallegrarsi non fu solo della Vergine, ma è dato ad ogni cristiano. Ogni credente che scopre che nessuno è mai abbandonato da Dio, anzi che tutti sono da lui cercati, ogni credente che scopre che Dio viene a prendere sul serio la sua storia, che è fatta come è fatta, ogni credente che sa bene come comportarsi nella vita perché Dio è al suo fianco, si rallegra. La gioia che viene da Dio consiste, anzitutto, nel non lamentarsi, nel non angustiarsi per le cose del tempo. Lo dice molto bene San Paolo. La sua vita è piena di angustie, di difficoltà, di sofferenze, eppure egli comprende che tutte queste cose sono già assunte da Dio nel mistero della sua incarnazione. È per questo che non solo non si lamenta di quello che capita nella sua vita, ma chiede a Dio di portare a compimento quello che è in corso in lui, sapendo che Dio è la fonte, l’autore, l’origine di ogni gioia. Non tanto e non solo terrena, ma, soprattutto, eterna. San Paolo guarda al compimento della promessa per lui, come per ogni uomo, che è il tempo dell’eternità. Se egli affronta qualsiasi difficoltà, solitudine, afflizione, è perché vuole assolutamente comprendere che l’amore di Dio lo guida, lo sprona, lo sostiene. Mirando all’eternità affronta le cose del tempo sentendosi non abbandonato, anzi cercato, per una gioia infinitamente più grande.

Il nostro cammino alla luce di questa Parola

Alla luce di questa Parola di Dio per noi, in questo giorno, in questa ultima domenica di Avvento, credo che ci siano tratti precisi per la nostra vita spirituale nei prossimi giorni.

Sentiamoci non abbandonati e ricercati. Come si è sentita Maria, sentiamoci anche noi. come si è sentita Gerusalemme, nei secoli lontani, sentiamoci anche noi. Sentiamoci amati, eletti, ricercati. Sentiamoci sempre attesi all’incontro con Dio, sentiamoci sempre voluti da Lui. Credo che, in questo giorno, ma, poi, soprattutto nel Natale, dovremmo sentire molto forte questo abbraccio di Dio e questo suo invito ad essere nella comunione con Lui.

Sentiamo che la nostra storia è presente nel suo mistero. La nostra storia, con le sue cose belle e le sue difficoltà, con le sue grandi cose e le sue contrarietà. La nostra storia, anche con le sue fatiche, con le sue difficoltà, non è mai senza la presenza di Dio. Ecco il cuore di questo giorno, per cui noi possiamo mettere davvero tutto nelle sue mani.

Sentiamoci invitati alla gioia anche se, magari, momentaneamente, non vediamo nessuna gioia in noi, nella nostra vita, nel nostro percorso umano, perché siamo alle prese con difficoltà, dolori, smarrimenti. Sentiamoci invitati a rallegrarci perché il Signore ci è vicino, perché non siamo soli a portare il peso di questa storia, perché non siamo mai abbandonati.

Vorrei che i prossimi giorni ci permettessero proprio questo. Le modalità sono le solite: la novena, la partecipazione alla Messa, la confessione… sono gli ingredienti di sempre, di ogni percorso spirituale, eppure sono le cose che ci sono necessarie sempre, in ogni momento, in ogni tempo. Cerchiamo di farle nostre, perché sono a nostra disposizione proprio per questo, proprio perché sentiamo che Dio entra nella nostra storia e ci conduce alla gioia che Lui ha pensato per noi.

Vorrei che oggi, poi, pensassimo in modo particolare alle madri. A chi desidera diventare madre e vive questo sogno della vita. A chi lo sta diventando in questi prossimi mesi, ed è qui per chiedere quella benedizione speciale che Dio dona a coloro che portano nel grembo la vita di un nuovo uomo. Vorrei che pensassimo a chi vive nel desiderio di diventare madre ma non riesce, non può, vive difficoltà grandi da questo punto di vista. L’invito a sentire che Dio è vicino a queste storie difficili e l’invito a rallegrarsi anche per loro. Così come vorrei che pensassimo a quelle madri che si aprono generosamente al servizio dell’accoglienza nell’adozione e nell’affido, madri a tutti gli effetti di figli che sono stati donati. Credo che tutti possiamo comprendere queste situazioni e metterle nelle nostre preghiere, perché le Vergine le accolga e le presenti a Dio.

Maria, Madre del Cristo, Madre divina, aiuti e sostenga il nostro cammino.

2023-02-03T17:50:30+01:00