Settimana della 6 domenica dopo Pentecoste – lunedì
Santa Maria Maddalena e Santa Brigida concluderanno questa settimana liturgica che, negli altri giorni, ci farà gustare le pagine del libro di Giosuè. Nel fine settimana poi, entreremo nel vivo del Triduo per la festa di Sant’Anna.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Gs 1, 1. 6-9
Lettura del libro di Giosuè
In quei giorni. Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a Giosuè, figlio di Nun, aiutante di Mosè: «Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai assegnare a questo popolo la terra che ho giurato ai loro padri di dare loro. Tu dunque sii forte e molto coraggioso, per osservare e mettere in pratica tutta la legge che ti ha prescritto Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, e così avrai successo in ogni tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, per osservare e mettere in pratica tutto quanto vi è scritto; così porterai a buon fine il tuo cammino e avrai successo. Non ti ho forse comandato: “Sii forte e coraggioso”? Non aver paura e non spaventarti, perché il Signore, tuo Dio, è con te, dovunque tu vada».
SALMO Sal 27 (28)
Il Signore è la forza del suo popolo.
Sia benedetto il Signore,
che ha dato ascolto
alla voce della mia supplica. R
Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie. R
Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre. R
VANGELO Lc 8, 34-39
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono dal Signore Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.
Giosuè
“Non deviare né a destra né a sinistra… soltanto sii coraggioso!”. Pare che siano state queste le parole con le quali Mosè istruì Giosuè per il compito di successione alla guida del popolo di Israele.
Non deviare a destra né a sinistra rispetto alla fede. Mosè sa bene che, a una generazione di fede, subentrerà una generazione di non fede. Sa benissimo che ad una generazione che ha creduto subentrerà una generazione che cercherà segni, provocherà Dio, ma non sarà per nulla simile a quella che l’ha generata.
Non deviare a destra né a sinistra rispetto al compito del governo. Mosè sa bene che Israele è un popolo di dura cervice, sa che occorre qualcuno che “tenga diritto il timone”, perché le richieste, le lamentazioni, le difficoltà sarebbero state fortissime.
Non deviare a destra né a sinistra rispetto a ciò che accadrà, agli eventi che si susseguiranno e che non saranno, evidentemente, tutti felici. L’uomo di Dio guarda alla storia nel suo senso generale e non si sofferma sui singoli eventi. L’uomo di Dio sa che tutto è nelle mani di Dio, anche quando i piccoli avvenimenti di ogni giorno lo turbano, lo provocano, lo mettono a dura prova di resistenza.
Soltanto sii coraggioso! Come se fosse una cosa da poco! Un compito impari è nelle mani di Giosuè, come poter essere coraggiosi? Eppure Mosè chiede questo: nel coraggio di cambiare vita e di lasciare che le proprie scelte vengano dopo quelle fatte per il bene del proprio popolo, sarà iscritta la storia della sua santità. Santità alla quale noi credenti guardiamo non solo per esserne ammirati, ma anche per cercare di capire come poter scrivere la nostra storia di santificazione nelle realtà che noi tutti viviamo.
Vangelo
Ci vuole coraggio per chiedere al Signore di poterlo seguire! Ci vuole coraggio per poter stare davanti agli uomini che ti hanno isolato, maltrattato, perfino temuto. L’indemoniato risanato fa questo. Sta davanti agli uomini che lo avevano temuto, che lo avevano isolato, che lo avevano condannato a vivere nei sepolcri, per dire a tutti che, adesso, è tempo di una nuova storia. Quella storia che il Signore, con il suo operato, con il suo miracolo, ha reso possibile.
È con questo coraggio che quest’uomo chiede di poter seguire il Signore. Anche lui si sarà chiesto cosa avrebbe dovuto fare, ora che era stato risanato, ora che aveva davanti a sé nuovi giorni, nuova speranza, nuove possibilità.
È Gesù che indica la strada a quest’uomo. Non sarà la sequela come gli altri discepoli, non sarà una vocazione di “consacrazione” la sua. Sarà una vocazione di annuncio a partire dalla famiglia. Proprio quelli che lo avevano abbandonato, proprio quelli che non gli erano stati vicino, proprio i parenti più stretti dovranno vederlo, incontrarlo, ascoltare la sua storia, convertirsi rispetto a quello che hanno fatto abbandonandolo. Tutte realtà nelle quali dovranno cimentarsi per proclamare, tutti insieme, i prodigi di Dio. C’è una vita nuova che chiede a tutti di essere coraggiosi, di essere forti, di non deviare né a destra né a sinistra per sentire la presenza di Dio che chiama a novità.
Per noi
Vorrei che iniziassimo questa settimana riflettendo su di noi. Noi siamo in una posizione molto simile a quella di Mosè. Abbiamo già visto che la generazione che viene dopo la nostra, che già non brillava per la fede, ne ha ancora meno. Sembra non interessarsi assolutamente più delle cose di Dio. Vive un vago senso religioso che viene declinato di volta in volta in modo diverso. Viviamo in un mondo dove le sfide sembrano innumerevoli, dove ci è chiesto di fare sempre meglio, di progredire sempre, magari non curandosi troppo degli altri. Viviamo in un mondo che ci propone sempre tutto come una sfida da vincere. Pare a molti che il compito dell’uomo, oggi, sia quello di non far peggiorare le cose sotto ogni profilo. Possiamo vivere così? È questa la vocazione dei credenti oggi? Io credo, invece, sia un’altra. La vocazione di tutti i credenti, nel loro insieme, potrebbe essere proprio quella di “non deviare né a destra né a sinistra”. Ovvero quella di far vedere che ha ancora un senso avere fede; che ci può essere un modo di interpretare la vita, il tempo, il lavoro, gli affetti, le cose che capitano… che si richiama a Cristo e che sa mettere in campo una serie di valori che da Lui discendono. Penso che la vocazione sia, per tutti, quella di essere coraggiosi, di non temere né chi disprezza, né chi insulta, né chi deride, né chi, comunque, si allontana. Noi dobbiamo fare questo “in casa nostra”, ovvero nelle nostre famiglie, nelle nostre città, in tutti quegli ambienti che, di fatto, si dicono anche cristiani ma che sono senza Dio, scristianizzati.
Una sfida! Certamente! Un compito alto! Certamente! Ma se Giosuè ha superato il suo, perché noi non dovremmo accettare e superare il nostro?